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Angelo Tanese: “Cambiare il Servizio Sanitario Nazionale per salvarlo”

Angelo Tanese: "Cambiare il Servizio Sanitario Nazionale per salvarlo"
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Per la serie “Conversazioni con…” l’intervista di Carlo Mochi Sismondi ad Angelo Tanese, Direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale 1 di Roma, sul tema del cambiamento nella sanità pubblica. L’emergenza sanitaria ha evidenziato punti di forza e di debolezza del nostro sistema. Serve sfruttare le nuove risorse per assunzioni e investimenti sul digitale. L’intervista, realizzata in occasione di “FORUM PA 2020 Restart Italia”, è disponibile ora nella sua versione integrale

15 Dicembre 2020

Angelo Tanese: "Cambiare il Servizio Sanitario Nazionale per salvarlo"

La crisi pandemica è stata ed è innanzitutto una crisi sanitaria, che ha portato il sistema italiano al suo limite e che ancora oggi lo mette fortemente sotto stress. Si è posta l’attenzione sulla prontezza di risposta del sistema sanitario, evidenziandone però anche i numerosi punti di debolezza. Parte da qui il confronto tra Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA, e Angelo Tanese, Direttore Generale dell’ASL 1 di Roma, tra le più grandi di tutto il paese. Un’intervista realizzata in occasione di “FORUM PA 2020 Restart Italia”, di cui ora vi proponiamo la versione integrale.

“Questo momento deve servirci per investire sugli aspetti su cui siamo in ritardo”, spiega Tanese, come nell’ambito dell’applicazione di tecnologie digitali e nel potenziamento dell’assistenza territoriale, integrando percorsi diagnostico terapeutici anche in modalità remota. Serve cogliere questa occasione per rafforzare il modello nuovo che sta emergendo da questa crisi, così che questo diventi strutturale.

“C’è bisogno dell’ingresso di nuove persone”, continua Tanese, spiegando che chi si trova oggi dentro la sanità pubblica vi aveva fatto ingresso in un’epoca diversa, dove determinate competenze non esistevano o semplicemente non erano richieste. Serve dunque valorizzare le esperienze di chi già c’è, rimotivando e ricentrando la funzione di servizio pubblico in un’ottica di lavoro di squadra, ma anche favorire l’ingresso di nuove figure, come ingegneri e comunicatori.

“Il problema del funzionamento e della qualità di un servizio pubblico è principalmente quello di far lavorare bene le persone”, continua il direttore, e per farlo serve puntare sul management e sulla flessibilità, discostandosi dal modello che vede il controllo e la rigidità al centro e puntando all’efficienza dei servizi. In questo senso un buon manager deve saper valorizzare al meglio le persone e le loro competenze nel processo di crescita dell’amministrazione.

“Servono più risorse – conclude Tanese – però utilizzate con intelligenza e razionalità, non in una logica meramente quantitativa”, accompagnate da un dibattito pubblico e governativo che investa su questo cambiamento con la consapevolezza che non sono le riforme a fare la differenza bensì il processo con cui si costruisce e dove il management è fondamentale. Serve anche investire molto nella comunicazione, sia attraverso le modalità più tradizionali che attraverso i social, perché i cittadini necessitano di un’informazione adeguata su tutti i canali, specialmente quelli più diretti e che permettono un feedback quasi istantaneo.

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