Riprogettare rapidamente il Servizio Sanitario Nazionale è un’impresa tanto necessaria quanto sfidante, nella quale il digitale gioca un ruolo da protagonista. Quale può essere la strada maestra? Se ne è parlato l’11 maggio scorso nel digital talk “Come attuare il New Deal della Sanità? Ecco alcune proposte”, organizzato da FPA in collaborazione con Microsoft e i partner Porini, 4wardPRO, Proge-Software
19 Maggio 2022
Redazione FPA
Attuare un generale ridisegno del sistema sanitario non è più un’opzione, bensì un imperativo, per cui la Missione 6 del PNRR ha stanziato cospicue risorse. Si tratta di 15,63 miliardi di euro, 7 dei quali per i progetti che rientrano nella M6C1 (reti di prossimità e strutture di Telemedicina) e 8,63 per quelli nella M6C2 (innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’SSN). Non solo la Sanità attuale necessita di accrescere la propria resilienza, per affrontare crisi come quella del Covid, ma ha bisogno innanzitutto di colmare inefficienze organizzative e ritardi tecnologici creati da anni di tagli agli investimenti sul settore.
- scambiare i dati clinici in modalità rapida, sicura e nel formato corretto, per ridurre il rischio clinico;
- avviare la Cloud Adoption per disporre sempre e dovunque delle risorse e delle informazioni necessarie;
- familiarizzare con la gestione dei Big Data e le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale (AI);
- sviluppare la Telemedicina.
Per passare dalle parole ai fatti e costruire un “ecosistema salute” concepito a partire dai bisogni del cittadino, però, servono idee e strumenti, operativi e normativi. Occorre anche una stretta collaborazione tra professionalità diverse, medici e informatici, affinché le soluzioni tecnologiche rispondano alle reali esigenze cliniche e siano in grado di governarne la complessità e le criticità di una struttura sanitaria. In particolare:
Per creare le condizioni per la necessaria collaborazione tra Sanità e il mondo delle imprese hi-tech, FPA agevola l’incontro attraverso numerose iniziative. Tra queste, “Come attuare il New Deal della Sanità? Ecco alcune proposte”, il digital talk dell’11 maggio scorso, organizzato in collaborazione con Microsoft e i partner Porini, 4wardPRO, Proge-Software, ha inteso dare esempi concreti agli enti sanitari impegnati nella ricerca di soluzioni digitali efficaci. Attraverso alcune case study e il contributo dei vendor, si è parlato di piattaforme e strumenti capaci di connettere tutti gli attori e di supportarli nelle decisioni di diagnosi e cura.
Innovare i modelli di cura e i servizi erogati: da sola, la tecnologia non basta
Quando si parla di digitalizzazione, accade spesso che si guardi alle frontiere dell’hi-tech. Altrettanto di frequente, però, non si ha ben chiaro come le avanguardie tecnologiche possano risolvere il problema pratico che intralcia il lavoro quotidiano. È ciò che accade nel settore Sanità, laddove si discute di Intelligenza artificiale (AI) e Machine Learning, ancor prima di aver compreso quali aspetti dell’organizzazione sanitaria ne potrebbero beneficiare e come.
“Esiste una dicotomia tra quanto consente l’AI e la realtà degli ospedali e dei pazienti”, fa notare Carlo Tacchetti, Professore ordinario Medicina BIO/16 – Anatomia Umana – Università Vita-Salute San Raffaele., evidenziando un aspetto cruciale della progettazione delle soluzioni digitali: il mancato dialogo fra informatici e medici.
Il parere di Tacchetti è che: “Il mondo dei medici deve guidare le aziende nella progettazione delle soluzioni di AI”, perché occorrono strumenti che permettano ai sanitari di raggiungere obiettivi clinici e organizzativi specifici, che gli sviluppatori non conoscono. Per esempio, nel periodo del lockdown, la piattaforma AI, la mobile app e l’interfaccia grafica implementate all’ospedale San Raffaele hanno consentito ai medici di Pronto Soccorso di esprimersi, in soli 30 minuti dal Triage, riguardo al ricovero dei pazienti con sintomi respiratori da Covid, in base a soli 5 parametri. Se il sistema fosse stato già in uso nel periodo pre-Covid “avremmo ridotto del 29% le ospedalizzazioni durante i lockdown” esemplifica il professor Tacchetti. Inoltre, l’intera organizzazione del Pronto Soccorso ne avrebbe beneficiato.
Il sistema tecnologico di AI del San Raffaele è stato “addestrato” attraverso dati e parametri clinici, di proprietà della struttura e/o derivanti da letteratura scientifica ed è perfettamente in grado di classificare i pazienti in base a pochi dati diagnostici raccolti subito dopo l’accesso in Pronto Soccorso; l’elaborazione delle informazioni, guidata dai medici, consente di prendere decisioni terapeutiche più veloci, precise ed economiche.
L’esperienza fatta, della quale il professore racconta in dettaglio la genesi e l’evoluzione nel Digital Talk, dimostra come sia indispensabile che:
- la tecnologia coinvolga i medici nel processo di progettazione delle architetture informatiche;
- i medici lavorino alla crescita delle proprie competenze digitali.
Ecco perché alcuni vendor, partner tecnologici della PA, stanno puntando al dialogo con le strutture sanitarie, non solo per quanto riguarda le architetture tecnologiche, ma soprattutto per quel che concerne i processi.
Come e perché valorizzare le informazioni presenti in azienda
“Uno dei temi importanti per noi è la valorizzazione e la condivisione dei dati” spiega Mario Gennari, Sales Director – Poring, partner Microsoft che ha sviluppato la soluzione di cui ci parla il prof. Tacchetti. “Abbiamo compreso che l’approccio che porta valore alle strutture sanitarie è il bottom up, ovvero osservare cosa accade sul campo, raccogliere le informazioni in un Data Lake e poi metterle al servizio della struttura per ottenere il risultato richiesto”. Le informazioni (strutturate e destrutturate) si possono mettere facilmente a fattor comune, mentre nella realtà ospedaliera sono ancora ripartite in diversi silos.
“La criticità nel raccogliere informazioni, e soprattutto di renderle omogenee, crea difficoltà cliniche ed epidemiologiche”, fa notare Massimiliano Tacconi, Healthcare Director – 4wardPRO. Il partner Microsoft ha creato unClinical Data Repository in tre moduli, (sistema anagrafico centralizzato, data warehouse clinico e order entry) certificato come dispositivo medico, che ha anche funzionalità di service bus, che consente di superare le problematiche di comunicazione tra database e di passaggio di informazioni tra sanità pubblica, privata e centri di diagnostica. Lo hanno implementato sono l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e la AUSL di Reggio Emilia.
Alleati digitali per un cambiamento rapido e concreto
Alla luce di quanto discusso in occasione del Digital Talk, è chiaro che serva un approccio integrato che coniughi processi e tecnologia. Ma non solo: occorre una visione olistica di contesto, ma soprattutto la capacità di focalizzarsi su ogni singola problematica, come evento a sé.
Sebbene supportata dagli uffici tecnico/informatici della struttura sanitaria, la classe medica non può selezionare in autonomia gli strumenti necessari a creare un sistema clinico/tecnologico che:
- rispetti gli standard e i requisiti specifici;
- riservi particolare attenzione alla protezione dei dati personali;
- sia protetto da attacchi informatici.
La strada più rapida ed efficace per utilizzare al meglio i finanziamenti del PNRR è collaborare con i vendor specializzati nell’Healthcare.
Microsoft è concentrata sulla Sanità da più di 35 anni e, grazie ai team di ricerca verticali, ha studiato l’esperienza del paziente e quella che le strutture sanitarie possono offrire attualmente.
In tal modo ha individuato tre priorità:
- migliorare il coinvolgimento dei pazienti;
- migliorare la collaborazione tra i team sanitari;
- valorizzare il patrimonio informativo dei dati sanitari.
Tutto ciò prevede interazioni tra professionisti e integrazioni con quanto fatto in passato, per salvaguardare gli investimenti fatti,
“L’architettura complessa che Microsoft può creare è end-to-end, cioè copre l’intero flusso di lavoro, ed è connessa, altamente integrata, affidabile e sicura. Lo facciamo con tutto l’ecosistema di partner, che ci aiutano a identificare e implementare le soluzioni sulla piattaforma sanitaria Microsoft: Cloud for Healthcare” – spiega Chiara Bondurri, Public Sector Account Technology Strategist – Microsoft Italia”.
L’ecosistema Microsoft è una realtà che attraverso le competenze di Microsoft e dei partner è in grado di:
- dare risposta ai temi della produttività individuale e della collaboration;
- prevedere un’infrastruttura tecnologia flessibile che si adatta al crescere della domanda di servizi sanitari e al loro ripensamento al mutare dei bisogni;
- favorire la condivisione delle informazioni utili per la diagnosi e la cura;
- gestire grandi quantità di dati relativi ai pazienti e agevolare la condivisione tra i clinici;
- sviluppare progetti di telemedicina (come testimoniato dal dottor Carlos Robalo Cordeiro del Coimbra University Hospital).
L’esperienza del Coimbra University Hospital
Coimbra University Hospital ha implementato un’architettura di monitoraggio dei pazienti da remoto, attraverso i dispositivi wearable e una piattaforma di telemedicina. Ciò che ha ottenuto sono i tagli del 30% nelle visite in Pronto Soccorso e del 50% nel numero di ri-ospedalizzazioni, con piena soddisfazione sia dei pazienti sia dello staff medico.
“La riduzione dei costi di gestione e la tranquillità dei pazienti portano la soluzione ad avere molto successo”, spiega Matteo Sposito, Software dev. / Power Platform / Data & AI – Account Manager – Proge-Software.
In Italia, le “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in Telemedicina”, disegnano la cornice normativa adatta per l’erogazione di prestazioni digitali, pertanto questa soluzione potrebbe essere realizzata anche nelle nostre strutture sanitarie.