Come ti indico la gara, e oplà: il risparmio arriva anche al 90%!

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Per la prima volta indetto un bando per l’acquisto di una serie di prodotti sanitari senza tener conto dei prezzi “di listino” decisi dai fornitori, dando fra l’altro più importanza alla qualità dell’offerta tecnica e non a quella economica. I risultati sono sorprendenti: in due anni si spenderanno 12 milioni di euro in meno, con ribassi del tutto inimmaginabili e ingiustificati rispetto alle situazioni “imposte” in precedenza. E a decidere i termini della partecipazione alla gara è stato un giovane funzionario: dopo questa prestazione d’eccellenza vedrà riconosciuta la sua professionalità, oppure…?

20 Giugno 2012

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Tiziano Marelli

Articolo FPA

C’è sempre una prima volta. E da come la si prende, può essere un debutto assoluto piacevole oppure, al contrario, del tutto maligno e procurante rabbia. Quella che andiamo adesso ad illustrare qui può essere interpretata in entrambi i modi, a seconda della predisposizione nel leggerla. E come in ogni storia del genere che si conviene, non manca la sorpresa finale: basta avere pazienza e arrivare fino in fondo.

La notizia dalla quale prendiamo spunto è merito de La Gazzetta del Mezzogiorno, che l’ha pubblicata qualche giorno fa. Per l’appunto, riguardava la… prima volta di una gara bandita dalla Regione Puglia – nello specifico, dalla Asl di Bari – e riferita all’acquisto di pacemaker, defibrillatori ed elettrocateteri che ha dato risultati sorprendenti. Nel particolare, del tipo: le stesse aziende medicali che fino a ieri vendevano senza “competizione” forniture del genere al sistema sanitario pubblico, messe così in concorrenza fra loro sono arrivate ad offrire gli stessi prodotti a un prezzo di gran lunga inferiore. E quando diciamo di gran lunga inferiore, in verità non rendiamo bene l’idea, che invece si rende molto meglio così: inferiore anche fino al 90% di quanto pagato in precedenza!

Per convincersene basta scorrere l’elenco dei 27 lotti di cui si componeva la procedura da 27 milioni di euro a base d’asta avviata dalla Asl di Bari, cifra stabilita facendo la media dei prezzi di acquisto dei prodotti dalla stessa Asl al costo di listino, cioè quando accadeva che si acquistava rivolgendosi direttamente al fornitore e pagando il prezzo da lui stabilito, senza possibilità di trattativa. Particolare importante: la gara si è svolta tenendo conto dell’offerta economicamente vantaggiosa, e non del massimo ribasso, cioè si è data più importanza alla qualità dell’offerta tecnica e non a quella economica: particolare tutt’altro che trascurabile, anche alla luce degli sviluppi successivi.

Gli è dunque che, grazie a questa nuova e trasparente procedura, pur di accaparrarsi la gara (biennale) le dodici aziende partecipanti hanno proposto ribassi da capogiro, che hanno appunto vagheggiato la possibilità di rendere accessibile l’acquisto di dieci apparecchi del tipo “elettrocatere bipolare per stimolazione temporanea d’urgenza” al prezzo singolo di 89 euro rispetto ai 600 del prezzo di listino precedente. Miracolo anche per il “pacemaker monocamerale SSI multiprogrammabile”, che passa d’incanto da 2mila e 200 euro di base a 690 euro, e qui il risparmio è più contenuto, se si può dire così: “solo” un 68% di ribasso. Del resto, di poco inferiore – il 56% – a quanto si è invece fermato il costo di un “pacemaker VDD comprensivo di elettrocatere dedicato con tecnologie avanzate”, che è passato da 4mila e 600 euro a 2mila e 200. Tutto qui? No, perché un “defibrillatore monocamerale con stimolazione VVIR, comprensivo di elettrocatetere dedicato” da 18mila euro è precipitato a 9mila e 250 (“soltanto”il 49% in meno, ma si converrà che il costo in questione non è da pacchetto di noccioline, tutt’altro). Stupefacente, nel complesso, il totale del risparmio che l’Asl in questione, grazie a questa nuova procedura, farà presumibilmente segnare in due anni: invece dei 27 milioni di euro “da listino” distribuiti allegramente a pioggia a fornitori così economicamente ondivaghi, l’esborso “da conseguenza gara” sarà di poco più di 15, con un risparmio netto di 6 milioni all’anno.

Senza scomodare complicate manovre in stile spending review ultimo venturo, risulta anche così chiarissima la dimostrazione che, quando si decide di mettere mano al torbido, la possibilità di risparmiare si può anche trovare in fretta, così come quella di “smascherare” in questo modo sperperi, malversazioni e connivenze pericolose.

E qui arriviamo alla sorpresa finale, che purtroppo non è del tipo “e tutti vissero felici e contenti” perché, come ben evidenzia sempre l’articolo del quotidiano meridionale, la procedura che consentirà un così notevole risparmio è stata curata da un giovane funzionario che fa parte di un “plotone” di dipendenti “ex stabilizzati” che tanto stabilizzati non sono, visto che si è invece scoperto essere destinato – tutto il plotone – alla disoccupazione nel giro di poche settimane. In genere, arrivati a questo punto, si dice “oltre al danno, la beffa”. Solo che il funzionario in questione il danno lo aveva scoperto, e la beffa riguarda invece solo lui (e pochi altri, magari attivi e motivati come lui). Se non si trattasse di un giovane – e certamente di speranze più che belle – sarebbe roba da farsi venire un colpo, anche se con quello che, proprio grazie a lui, costerà a breve un defibrillatore alla Asl di Bari, inciderebbe fra l’altro davvero poco sul totale delle spese sanitarie della comunità pugliese nel suo insieme.

 

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