La sfida della sostenibilità, come affrontarla nel mondo sanitario

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Il servizio sanitario è oggi chiamato a confrontarsi con sfide di sostenibilità sociale, influenzate da dinamiche demografiche. Con un aumento delle malattie croniche e dei costi sanitari, la soluzione risiede nella creazione di comunità di pratica interdisciplinari che favoriscono l’intelligenza collettiva e l’adozione di modelli innovativi. Fondamentale è la medicina di precisione, sostenuta da piattaforme digitali, per ottimizzare le risorse e migliorare l’efficacia delle cure. In vista del prossimo FORUM Sanità 2024, ne abbiamo parlato con Elita Schillaci, Professore di “Imprenditorialità” dell’Università degli Studi di Catania, ILHM – Innovation Leadership Health Management Advanced Centre

4 Ottobre 2024

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Patrizia Fortunato

Content Editor, FPA

Foto di Ross Sneddon su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/persona-che-tiene-il-pezzo-del-puzzle-sWlDOWk0Jp8

Lunghe liste di attesa, un problema vissuto da molti cittadini: così appare oggi il sistema sanitario italiano, caratterizzato da un aumento sempre maggiore del numero di persone che rinunciano alle cure, a causa principalmente di problemi economici e tempi di attesa.

“Nel 2023 sono circa 4,5 milioni cittadini che hanno dovuto rinunciare a visite mediche o accertamenti diagnostici per problemi economici, di lista di attesa o difficoltà di accesso, il 7,6% della popolazione (in aumento rispetto al 7,0% del 2022 e al 6,3% del 2019)”, una situazione ben illustrata nell’ultimo Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) di Istat.
Entra in gioco la scarsa efficienza nella gestione delle liste, la difficoltà nel riorganizzare efficacemente l’assistenza sanitaria, la necessità di sviluppare nuovi modelli organizzativi per la sanità territoriale e di elaborare un pensiero laterale che integri armoniosamente il rapporto tra pubblico e privato.

Ci troviamo in un momento in cui il servizio sanitario deve affrontare problemi di inclusività e di sostenibilità sociale, legati anche all’andamento demografico. Servono risorse non solo economiche, ma anche umane e strumentali per invertire la rotta. È fondamentale fare squadra, creando un ecosistema tra i vari enti e aziende del territorio. Ma come garantire la sostenibilità del settore sanitario attraverso la collaborazione pubblico-privato? Con il digitale e le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e le IA generative, si possono apportare significativi contributi alla risoluzione di problemi complessi. Ma quali sono le applicazioni più promettenti all’orizzonte nell’ambito dell’IA nel settore sanitario? Lo abbiamo chiesto a Elita Schillaci, Professore di “Imprenditorialità” presso il Dipartimento di Economia e Commercio dell’Università degli Studi di Catania, e Direttore del Centro ILHM (Innovation Leadership and healtcare management), in vista del prossimo FORUM Sanità 2024 e della sua partecipazione come relatrice allo scenario Il SSN oltre il PNRR: la sostenibilità digitale, dei servizi di filiera ed economico-finanziaria.

Comunità di pratica e pensiero laterale: verso nuovi modelli sanitari

“Le grandi sfide sono, da un lato, l’invecchiamento della popolazione e, dall’altro, la trasformazione delle patologie da acute in croniche. Questo implica un aumento significativo dei costi per le strutture sanitarie, che devono elargire cure per segmenti sempre più avanzati con una domanda di salute crescente e complessa”.

Questo succede non solo per l’invecchiamento della popolazione, ma anche per l’aumento di malattie neurodegenerative. E, nonostante i progressi nella ricerca e nelle tecnologie abbiano consentito di ridurre le acuzie, si osserva un aumento della cronicità anche nel campo pediatrico.

Quali sono, quindi, le soluzioni? Filiere assistenziali integrate. Il contributo delle comunità di pratica, di gruppi interdisciplinari con visioni diverse, è sempre più necessario per l’adozione di modelli innovativi. È fondamentale coinvolgere tutti gli attori e sviluppare una modalità di pensiero laterale. Le soluzioni si basano principalmente sulla capacità di assicurare interdisciplinarità e complementarietà tra i diversi attori della filiera.

Schillaci descrive, come esempio di comunità di pratica territoriale, un lavoro organizzato in ambito universitario: sette tavoli di lavoro focalizzati sulla ricerca di nuovi modelli organizzativi, che hanno coinvolto persone appartenenti alla filiera della salute, dalla ricerca alle cure sul campo, fino alle assistenze domiciliari integrate. Una giornata di brainstorming a porte chiuse.

Innovazione e sostenibilità sono due concetti strettamente legati secondo Schillaci. Da un lato, vi è la ricerca di soluzioni innovative, la capacità di creare gruppi interdisciplinari e di accelerare la conoscenza (un fenomeno noto come ‘collective intelligence’). Dall’altro, la sostenibilità richiede una capacità di cura più precisa, che consente di risparmiare risorse, evitare sprechi ed eccessi e indirizzarsi più direttamente verso la terapia.

Medicina di precisione e intelligenza artificiale

Il riferimento è alla medicina di precisione, supportata dall’efficienza e dall’intelligenza artificiale. Un esempio ci giunge dall’agricoltura di precisione (precision farming), dove si interviene su appezzamenti specifici di terreno, con cure mirate per certe piante e non per altre. La medicina di precisione richiede però la disponibilità di dati, il che apre opportunità legate a piattaforme digitali, una conoscenza approfondita del passato e del presente, e probabilmente anche una previsione delle evoluzioni future.

La medicina di precisione e l’intelligenza artificiale possono sicuramente favorire i processi di innovazione e sostenibilità.

Schillaci e il suo gruppo di lavoro hanno condotto una ricerca su 120 centri in Italia che si occupano di sclerosi multipla, per esaminare, ad esempio, come affrontano il problema della telehealth. La sclerosi multipla è una malattia complessa e cronica, in cui è cruciale la vicinanza tra paziente e terapista per monitorare l’evoluzione, valutare la velocità dei riflessi, la deambulazione o altri aspetti.

“Abbiamo cercato – sottolinea Schillaci – di capire come questi modelli stessero evolvendo, perché ci consentirebbero di seguire approcci più innovativi nell’erogazione della cura tramite telehealth”.

La sfida della cura da remoto è particolarmente ardua. Se da un lato abbiamo la sostenibilità, dall’altro è necessaria una visione strategica che consenta di investire nel futuro, non solo in infrastrutture tecnologiche, ma anche in piattaforme per l’elaborazione e l’analisi dei dati. È fondamentale inoltre promuovere processi di cambiamento culturale, che coinvolgano la mentalità e la governance dei direttori generali delle strutture sanitarie, dei primari e degli altri responsabili.

Di certo, con la disruptive innovation e la disruptive technology, è necessaria una visione strategica di lungo termine, soprattutto in vista del periodo successivo al PNRR. Sono richiesti modelli di governance e leadership diversi per promuovere la filiera della salute e migliorare il complesso rapporto tra settore privato e pubblico. Ma la sanità privata è pronta per un’integrazione di questo tipo? Come dovrebbe avvenire l’integrazione per patologie semplici o modalità diagnostiche semplici che devono poi confluire in cure più complesse? Continueremo a esplorare queste tematiche durante FORUM Sanità 2024.

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