FORUM PA Sanità 2018: cosa serve per un vero percorso di innovazione in sanità
Una prima
sintesi dei Tavoli di lavoro di FORUM PA Sanità, che hanno restituito da una
parte un elenco di azioni riferite alle Aziende sanitarie (attuabili fin da
subito), dall’altra raccomandazioni rivolte alle Istituzioni (Ministero della
Salute, AgID, Garante Privacy, Regioni, etc), indicando anche le tempistiche
previste per realizzarle e il grado di complessità. Queste conclusioni a breve
saranno approfondite con un Report di dettaglio.
6 Dicembre 2018
Michela Stentella
Dare valore al territorio, sviluppare tecnologie abilitanti (anche prendendo a riferimento esperienze di successo già realizzate), investire sulla comunicazione in tutti i suoi aspetti (dalla comunicazione ai cittadini sui corretti stili di vita e sui servizi sanitari, alla comunicazione istituzionale e interna), sviluppare una cultura del dato. Sono le azioni centrali (e trasversali) emerse dai Tavoli di lavoro che hanno animato la due giorni di FORUM PA Sanità e che oggi nell’appuntamento conclusivo hanno tirato le somme del confronto. Le raccomandazioni stilate in ogni Tavolo sono la base di partenza per un lavoro che proseguirà nei prossimi mesi, innestandosi in un percorso avviato già nel maggio scorso a Venezia, con un primo incontro esclusivo che aveva visto protagonisti i vertici apicali delle strutture sanitarie.
Ecco una prima sintesi dei Tavoli di lavoro di FORUM PA Sanità, che hanno restituito da una parte un elenco di azioni riferite alle Aziende sanitarie (attuabili fin da subito), dall’altra raccomandazioni rivolte alle Istituzioni (Ministero della Salute, AgID, Garante Privacy, Regioni, etc), indicando anche le tempistiche previste per realizzarle e il grado di complessità. Queste conclusioni a breve saranno approfondite con un Report di dettaglio.
Gestione della cronicità e presa in carico del paziente: “territorio è futuro”
Il decongestionamento degli ospedali, ma soprattutto la vicinanza al paziente passano da un nuovo valore e ruolo assegnato al territorio e dall’integrazione tra dimensione sanitaria e dimensione sociale. Si pone la necessità di rispondere a tutto tondo al bisogno assistenziale del paziente, di avere a disposizione strutture, personale e processi adeguate alle nuove richieste e necessità. Tra le azioni individuate in questo senso: passare dai PDTA (percorsi per la gestione di singole patologie) a modelli di gestione di pazienti multi-patologici; progettare centri servizi territoriali, ovvero «luoghi» per la presa in carico e la gestione multidisciplinare del paziente cronico, interconnessi con l’ospedale; riconvertire la destinazione d’uso di strutture esistenti per attuare il modello territoriale; introdurre nuove professionalità (come gli infermieri di comunità) e ridefinire quelle tradizionali, come i medici di medicina generale. Anche alle istituzioni (Ministero e Regioni) si raccomanda di valorizzare l’ambito territoriale, soprattutto dal punto di vista delle professioni e delle risorse dedicate.
Governance dell’innovazione digitale: le azioni che abilitano il cambiamento
Come indirizzare le azioni di innovazione all’interno delle Aziende sanitarie? Partendo dalla comprensione e dall’analisi del contesto in cui si opera, favorendo il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti (prima di tutto associazioni dei pazienti e cittadini), puntando su un forte committment regionale/aziendale (che passa da una programmazione partecipata al bilancio di mandato), introducendo nuove figure in grado di favorire un salto culturale e il cambiamento dei modelli organizzativi all’interno delle aziende (come il Chief Operation Officer o Chief health innovation officer), definendo attraverso criteri oggettivi le priorità di investimento.
Comunicazione: un percorso integrato in sei azioni
Valuta (l’importanza della comunicazione come attività core); investi (in risorse umane, finanziarie e strumentali e soprattutto in tempo); pianifica (e prendi coscienza che la comunicazione è un percorso complesso ed integrato che coinvolge tutta l’azienda e che va affidato a professionalità adeguate); scegli (obiettivi strategici e specifici, target, canali); copia (dalle esperienze migliori in Italia e all’estero); misura (i risultati della comunicazione sia in termini di output sia in termini di outcome). Ecco le sei azioni che sintetizzano il percorso verso una comunicazione integrata, come definito dai due tavoli di lavoro di FORUM PA Sanità dedicati a questo tema, che hanno identificato un “quadrilatero della comunicazione”: comunicazione tesa all’educazione sanitaria per l’adozione di stili di vita sani, che si rivolge a tutti i cittadini; comunicazione sanitaria che si rivolge ai portatori di domande specifiche di salute, quindi agli “utenti” del SSN e li accompagna nell’accesso e nella fruizione consapevole dei servizi; comunicazione istituzionale e brand identity; comunicazione interna. Un tema centrale perché “un’organizzazione comunica sempre, anche quando non vuole o non lo sa. Tanto vale farlo consapevolmente”.
Mobile Health e Connected care: le tecnologie per l’evoluzione dei processi di cura
Se un tempo si parlava solo di “telemedicina”, oggi il panorama è molto più ampio e apre nuove opportunità, che vanno però sfruttate con accortezza, comprendendone opportunità e rischi. I due Tavoli dedicati al MHealth e al Connected care hanno quindi esplorato le potenzialità dei device “mobile”, delle app e di strumenti quali assistenti vocali e tecnologie innovative per l’assistenza domiciliare e la gestione della cronicità, ma anche a supporto dell’aderenza terapeutica, del monitoraggio degli stili di vita e prevenzione e della personalizzazione dei servizi offerti. Sono emerse alcune parole chiave: standardizzazione, omogeneizzazione dei servizi, integrazione, riuso di best practice. E tracciando alcune raccomandazioni alle istituzioni, come l’inserimento nei LEA delle prestazioni “mHealth”, la previsione di Piani di Formazione Digitale, la definizione di Linee Guida sui device per il monitoraggio domiciliare, la previsione da parte del Garante Privacy di una Raccomandazione per la condivisione dei dati dei pazienti per garantire la continuità di cura.
Procurement dell’innovazione: strategia, competenze, committment, progettazione
Si parte da un forte Committment del vertice aziendale sul tema della trasformazione digitale, si passa dalla definizione di precise strategie di acquisto e dal potenziamento dei processi di progettazione, per arrivare all’investimento sulle competenze e alla selezione accurata di una classe dirigente in grado di gestire i processi di innovazione. Questi gli step individuati per le aziende sanitarie dal Tavolo dedicato al procurement dell’innovazione. Dal punto di vista delle raccomandazioni alle istituzioni, vengono considerate prioritarie: la richiesta a Consip di fare convenzioni meno ampie e più indirizzate a specifici servizi, al Ministero di svincolare l’obbligo di acquisto di innovazione da Consip per favorire Partenariato Pubblico Privato o Public Procurement of Innovative Solutions, a Ministero/Regioni di definire tempi coerenti dei mandati per poter attuare le strategie.
Cultura del dato: il coraggio di affrontare il cambiamento
L’obiettivo finale è la salute non la tecnologia: questo ciò che non si deve dimenticare quando si fa il punto sulle azioni da mettere in atto, in ambito sanitario, per una corretta gestione del grande patrimonio di dati che oggi abbiamo a disposizione. Ecco, quindi, la necessità di investire in maniera consapevole, razionalizzando il fabbisogno, individuando obiettivi e processi essenziali e progettando per tradurli in sistemi informativi non ridondanti e non invasivi. Fondamentale anche definire nuovi ruoli e percorsi di formazione, creare sistemi informativi integrati basati su interoperabilità e collaborazione applicativa, razionalizzare gli indicatori. Si potrà così trasformare il dato in conoscenza, fornire un’informazione efficace, non richiedere dati che già si possiedono, evitare duplicazioni dei dati, ottimizzare la produzione ed indirizzarla alla governance dei processi.