Innovare per proteggere il nostro diritto alla Salute: ecco S@lute2016

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Palazzo Lombardia a Milano sarà, in novembre, il palcoscenico dell’edizione 2016 di S@lute: Forum dell’innovazione per la salute. Tre giorni di contaminazione, di idee e di momenti di spettacolo per portarsi a casa una visione esauriente della sanità del futuro. L’innovazione e i frutti della ricerca scientifica rappresentano gli alleati naturali per un servizio sanitario nazionale in cerca di equilibrio gestionale e di necessità di far fronte a un ineludibile e forte incremento della domanda di salute da parte dei cittadini

2 Ottobre 2016

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Paolo Colli Franzone, direttore scientifico S@lute2016

Dal 10 al 12 novembre, a Milano nel prestigioso “Palazzo Lombardia” nuova sede di Regione Lombardia, avrà luogo S@lute2016: Forum dell’Innovazione per la salute. Erede naturale del Forum di Sanità Digitale 2015 tenutosi l’anno scorso a Roma, S@lute2016 sarà tre giorni di convegni, workshop, seminari e veri e propri momenti di spettacolo con l’obiettivo di rendere “pop” un argomento le cui sorti sono strettamente legate alla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.

Come già è successo nell’edizione 2015, questa kermesse vuole rappresentare un momento di vera e propria contaminazione fra mondi che sino ad oggi si sono più volte incontrati senza forse mai riuscire a comprendersi l’uno con l’altro. Policy maker, influencer, top manager del SSN a livello centrale e delle singole Regioni e Province Autonome, medici ospedalieri, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, farmacisti, manager e ricercatori dell’industria farmaceutica e biomedicale, infermieri, studenti: l’intero “Pianeta Salute” che si incontra al fine di fare il punto della situazione e –soprattutto – di contribuire a dettare l’agenda per gli anni a venire.

Puntuale come un orologio svizzero, ogni anno si ripropone il balletto delle cifre: si paventano tagli al SSN, si mettono in atto le doverose contromisure a difesa del budget, si finisce quasi sempre col far prevalere le ragioni di chi ha a che fare con un sistema sanitario che non può non essere universale, equo e sostenibile. In un Paese che per ragioni demografiche vede aumentare anno su anno la domanda di salute, in un mondo che anno su anno vede fortunatamente affacciarsi un bel po’ di frutti della ricerca sotto forma di nuovi (e costosi) farmaci, risulta difficile immaginare tagli che inevitabilmente si tradurrebbero in esborsi a carico dei cittadini/assistiti/pazienti e in riduzioni della quantità e qualità delle prestazioni garantite dal SSN.

Salvo che…

Salvo che non si prenda il coraggio a quattro mani e si porti anche in casa Italia una quantità di innovazione capace di razionalizzare l’intero servizio sanitario nazionale aumentando (avete capito bene: “aumentando”) la qualità delle prestazioni rese al cittadino.
Dove “razionalizzare” non significa “risparmiare”: questo è l’equivoco da rifuggire, per evitare di generare leggende metropolitane tipo quelle che ci raccontano come il fascicolo sanitario elettronico sia magicamente in grado di far risparmiare miliardi di euro per il solo fatto di esistere.
Il tema, in Sanità, non è “spendere meno”: qui bisogna semplicemente spendere meglio, indirizzando gli investimenti e la spesa corrente su voci direttamente e inequivocabilmente correlate col miglioramento della capacità di prevenzione, diagnosi e cura.

Tutto questo è S@lute2016, in poche parole: una vetrina dell’innovazione, dove l’informatica e il digitale rappresentano una componente centrale ma non la principale; dai robot all’ospedale 4.0, dal grande tema della logistica sanitaria al mondo della farmaceutica e del biomedicale in rapidissima evoluzione, gli spazi di Palazzo Lombardia vedranno inanellarsi una ventina di convegni e workshop tematici finalizzati a mettere insieme le istanze, le idee, i vincoli e le opportunità.
Dando ampio spazio alle idee, ai contributi dei giovani ricercatori e sviluppatori, alle startup del biomedicale e del digitale, a tutto quanto possa mettere in circolo energie nuove e positive in un mondo che rappresenta più o meno il 10% del PIL nazionale e che dà lavoro a più di un milione di persone se lo consideriamo nella sua interezza e nelle sue numerose filiere.

In ballo c’è qualcosa di più che una semplice sommatoria di mercati e di filiere produttive e di servizio: c’è il diritto alla salute di ciascuno di noi, e la sostenibilità di un ecosistema il cui denominatore comune ha a che fare con la qualità della vita e col benessere del Paese. E mai come in questo caso, “innovazione” può essere la parola magica capace di rappresentare la svolta.

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