La sanità paga? 8 mesi di ritardo è la media nazionale
Lo scorso ottobre la Commissione europea ha approvato una Direttiva che impone il limite massimo di 60 giorni per i pagamenti della pubblica amministrazione.
Una ricerca di Assosistema – focalizzata sui pagamenti ai fornitori di servizi tessili, sterilizzazione e fabbricazione di dispositivi medici – raffredda gli ottimismi (in realtà già cauti) che la direttiva aveva suscitato.
10 Gennaio 2011
Redazione FORUM PA
Lo scorso ottobre la Commissione europea ha approvato una Direttiva che impone il limite massimo di 60 giorni per i pagamenti della pubblica amministrazione.
Una ricerca di Assosistema – focalizzata sui pagamenti ai fornitori di servizi tessili, sterilizzazione e fabbricazione di dispositivi medici – raffredda gli ottimismi (in realtà già cauti) che la direttiva aveva suscitato.
Per il comparto sanità la media nazionale dei ritardi è a oltre 7 mesi, con picchi di 14 mesi in Campania ed Emilia Romagna.
I ritardi sono geograficamente distribuiti lungo l’intera penisola. Tra i virtuosi Regione Lombardia, con ritardi che vanno da 60 a 120 giorni.
La direttiva europea prevede che, trascorsi i termini previsti, scatterà automaticamente l’obbligo di pagare interessi di mora dell’8%, maggiorati del tasso di riferimento della Bce. Resta da chiarire quanto sarà applicabile una disposizione di questo tipo in un sistema in cui non solo il ritardo è la regola, ma il ritardo contenuto è l’eccezione.
Si alzano le voci degli imprenditori, in particolare piccole e medie imprese, per cui i troppi crediti non saldati, in un momento come l’attuale, potrebbero essere fatali.
Alla luce di questo, c’è chi chiede di rivedere la normativa fiscale per le aziende che operano esclusivamente con le pubbliche amministrazioni per garantire maggiore sostenibilità ad un sistema strutturalmente sbilanciato.