L’alternativa al ticket saranno le tariffe sociali del privato?

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La Fondazione Opera San Camillo pubblica una ricerca sulla propensione dei cittadini al out-of-pocket per prestazioni ambulatoriali – cioè la disponibità a pagare di più per ricevere il servizio da un privato piuttosto che dal SSN. Risultato? Il superticker dirotta i pazienti sull’assistenza privata.

16 Novembre 2012

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Redazione FORUM PA

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La Fondazione Opera San Camillo pubblica una ricerca sulla propensione dei cittadini al out-of-pocket per prestazioni ambulatoriali – cioè la disponibità a pagare di più per ricevere il servizio da un privato piuttosto che dal SSN. Risultato? Il superticker dirotta i pazienti sull’assistenza privata.

Una lettura dei sistemi sanitari regionali della Liguria e della Toscana è stata presentata dalla Casa di Cura San Camillo di Forte dei Marmi sulla base di una ricerca condotta in collaborazione con l’Università Bocconi di Milano e l’Università di Pisa nel corso del XVII Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Economia Sanitaria (AIES) intitolato “Riforme in sanità? Impatto e prospettive per il sistema e le aziende”.

Il lavoro di ricerca del San Camillo mostra come la riduzione dell’offerta sanitaria e l’introduzione dei ticket da parte del pubblico modificano la scelta dei cittadini.L’introduzione di superticket sulla diagnostica ambulatoriale, e in un prossimo futuro anche per la specialistica ambulatoriale, dirotta la domanda di prestazioni al privato senza pesare sulla spesa pubblica. L’indagine su un campione significativo di cittadini mostra che il 28% dei  toscani sono pronti a pagare una tariffa privata anche maggiorata fino a 20 euro in alternativa a lunghe liste d’attesa. La ricerca apre uno scenario interessante per tariffe sociali leggermente superiori al ticket per soddisfare una buona fetta delle prostrazioni ambulatoriali, specialmente sulla fascia di reddito dei non esenti.

I dati

Il motivo principale per il quale i pazienti ricorrono alle prestazioni out of pocket e per il quale i Medici di Medicina Generale le consigliano rispetto al regime convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, sono i tempi di attesa. Nel 66% dei casi la scelta è determinata dalla necessità di ottenere la prestazione in termini più brevi rispetto a quelli offerti dal Servizio Sanitario Nazionale, seguita dalla possibilità di scegliere lo specialista per 27% degli intervistati, e solo nel 7% dei casi per la comodità di poter scegliere data e orario.

Infine si è chiesto agli intervistati se ritenevano che a seguito dell’entrata in vigore, nel novembre 2011 di provvedimenti che determinano l’aumento della compartecipazione alla spesa sanitaria, e dei nuovi superticket a settembre 2012, avrebbero fatto ricorso alla sanità privata con maggiore frequenza. La maggior parte (53%) ha dichiarato di non saperlo e di valutarlo poi di caso in caso, il 26% ha riferito di No e solo il 21% ha dato risposta positiva.

Ciò dimostra che nonostante i tempi di attesa siano il criterio di scelta predominante per i pazienti nella scelta della struttura a cui rivolgersi, sia per la diagnostica che per i ricoveri e specialistica ambulatoriale, questi hanno una scarsa intenzione di fruire della sanità a pagamento, probabilmente per motivi economici. Si cerca di capire se l’aumento alla compartecipazione alla spesa sanitaria possa modificare le abitudini di pazienti e MMG. Soltanto un quarto dei pazienti intervistati ha dichiarato un ricorso maggiore a prestazioni a pagamento dopo l’introduzione del Super-Ticket, reputando i tempi di attesa inferiori come elemento principale per effettuare la scelta. Il medico invece consiglierà tali prestazioni con maggiore frequenza, non solo per la rapidità dei tempi, quanto piuttosto per la possibilità di scegliere il soggetto curante.

Per quanto riguarda la disponibilità a pagare il privato più del ticket, il 47% non è disposto a sborsare niente di più del SSN. Interessante che il 28% è disponibile per una maggiorazione di € 20 per le prestazioni ambulatoriali. Confrontando i dati del 2012 con il 2011 si nota che la disponibilità a pagare una differenza per il ricorso al privato dimunisce.

La ricerca ha anche indagato sulle preferenze dei Medici di Medicina Generale delle ASL lungo la costa tirrenica, da La Spezia fino a Pisa, riguardo dove preferiscono indirizzare i loro pazienti.  Il San Camillo si colloca al quinto posto, dopo l’OPA di Massa, il Policlinico e la struttura privata di San Rossore di Pisa, e l’ospedale unico della Versilia. Gli ospedali meno considerati sono le strutture della Liguria, con l’ospedale Sant’Andrea di La Spezia all’ultimo posto.

Qui il paper completo della ricerca

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