One Digital Health: una visione unificata e integrata in risposta alle nuove priorità globali

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Il paradigma della One Digital Health porta con sé nuove opportunità di inte(g)razione tra dati legati ai contesti umano, veterinario, e ambientale, volti a supportare l’attuazione di azioni peculiari di intervento. La sfida principale risiede nel comunicare adeguatamente l’intrinseca complessità di tale paradigma alle nuove generazioni di studenti e professionisti, all’interno di programmi di formazione che abbiano realmente un’impronta di carattere interdisciplinare

15 Ottobre 2021

T

Oscar Tamburis

Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, Università Federico II di Napoli

B

Arriel Benis

Faculty of Industrial Engineering and Technology Management, Holon Institute of Technology, Israel

Photo by National Cancer Institute on Unsplash - https://unsplash.com/photos/X9Iq79PFif4

La Sanità Digitale (o Digital Health) raccoglie l’eredità del paradigm shift affermatosi con l’introduzione del concetto di electronic healthcare (o eHealth) all’inizio del nuovo millennio, e confluito in una fase successiva in quello di connected healthcare. Si tratta quindi di una disciplina che sorge al crocevia tra competenze ingegneristiche (in special modo informatiche) e mediche (intese in senso olistico, quindi collegate sia alla sfera dell’health che a quella del wellbeing), volta a perseguire risultati innovativi in termini di integrazione tra tecnologie digitali al fine di rafforzare aspetti di efficienza, precisione e personalizzazione nel più vasto ecosistema di salute.

La presenza pervasiva della Digital Health nella vita quotidiana è evidente per il paziente in medicina umana: basti solo pensare al generale invecchiamento della popolazione e al conseguente aumento dell’incidenza delle patologie croniche, fautrici di esigenze che – anche a causa dell’impatto della pandemia da Covid-19 – hanno condotto ad un’impennata nella progettazione e commercializzazione di app e di sensori indossabili, per il monitoraggio a distanza delle condizioni di salute. Ad uno sviluppo molto meno marcato si è invece assistito per quanto concerne l’aspetto veterinario, sia per quanto concerne gli animali sia da affezione che quelli da reddito.

Il concetto di One Health, dall’altra parte, evoca l’integrazione di tutte le discipline che sorgono lungo l’invisibile filo conduttore che collega la sfera della sanità umana e quella della sanità animale, la cui reciproca interazione acquisisce a sua volta più profondo significato all’interno – anche qui – di un omnicomprensivo ecosistema di salute globale. Fare ricerca in ambito One Health significa chiamare ad una stretta collaborazione figure professionali eterogenee, ad es. medici, infermieri, veterinari, zoonomi, biologi, ed esperti in materia di ambiente e territorio, per far fronte a problematiche come il pericolo di sviluppo di fenomeni di antibiotico–resistenza nella catena alimentare.

Nasce da entrambi i contesti la spinta verso un rapido sviluppo delle conoscenze scientifiche di base, un’accelerazione della ricerca in campo biomedico e un rafforzamento dell’efficacia del settore della sanità pubblica, così come verso concreti passi in avanti in termini di educazione alla salute e conquista di un ruolo più attivo e centrale (empowerment) da parte del cittadino/paziente. Emerge pertanto la necessità di un punto di vista unico, capace da un lato di integrare a livello interdisciplinare la prospettiva dell’informatica medica (con tutte le sue derive legate al mondo del data science) con l’approccio sistemico alle scienze della vita e della salute (dell’uomo, dell’animale, dell’ambiente); dall’altro, di fornire il necessario humus per un fronte di interazione e collaborazione crescente tra le due Health communities che, operando in maniera sistemica sulla triade tecnologia/medicina/ambiente, impatti in ultima analisi sulla dimensione del paziente (indipendentemente dalla sua natura).

Sotto l’aspetto ontologico, il paradigma della One Digital Health – denominato ODH “Steering Wheel – si compone di tre livelli tra di loro intrecciati (due chiavi abilitanti, tre prospettive, cinque dimensioni), cui si aggiunge il fattore tecnologia quale elemento catalizzatore.

Al di là delle due chiavi abilitanti, di cui si è già parlato, le tre prospettive – Individual Health Care and Wellbeing, Population and Society, Innovative Ecosystem – guardano alle modalità attraverso cui il concetto di “individuo” viene a identificarsi all’interno del concetto di “popolazione”, come una popolazione impatta ed interagisce con l’ambiente circostante, e come quest’ultimo si comporti e reagisca di conseguenza. Nella pratica – come nel caso di fenomeni patogenici emergenti, o il verificarsi di epidemie, che interessano sia soggetti umani che animali, e il loro rapporto con l’ambiente circostante – ciò si traduce nella necessità di acquisire in maniera continua e sistematica, attraverso l’impiego di tecnologie digitali, dei data che siano non solo big, ma anche smart e multidimensional; tali dati sono infatti l’input per la costruzione di set di indicatori legati ad aspetti che spaziano dalla medicina veterinaria alle dinamiche industriali, e che pertanto richiedono un’opera di comparazione e armonizzazione, possibile grazie al sistema di interconnessioni che caratterizza le cinque dimensioni prese in considerazione: Education and Citizen Science, Citizen engagement, Human and Veterinary Healthcare, Digital Health Care Transformation 4.0, Environment. L’analisi di questi aspetti attraverso la lente dell’ODH consente infatti di individuare aree di sovrapposizione che, lungi dal presentarsi come dei “doppioni”, consentono anamorficamente di delimitare e far emergere uno spazio di intersezione nel quale a loro volta i due aspetti fondanti di Digital Health e One Health trovano terreno comune, chiudendo così un circolo virtuoso innescato dalla presenza abilitante della tecnologia.

Il paradigma della One Digital Health porta con sé nuove opportunità di inte(g)razione tra dati legati ai contesti umano, veterinario, e ambientale, volti a supportare l’attuazione di azioni peculiari di intervento, assicurando processi di tipo end-to end che siano nello specifico “proactive, predictive, personalized, preventive, and participatory (P5)”. La sfida principale risiede pertanto nel comunicare adeguatamente l’intrinseca complessità di tale paradigma alle nuove generazioni di studenti e professionisti, all’interno di programmi di formazione che abbiano realmente un’impronta di carattere interdisciplinare: lo scopo – e prima ancora la sfida – è di iniettare la necessaria linfa culturale che permetta lo sviluppo di una “coscienza di classe” consapevole dell’inestricabile rete di connessioni tra gli esseri viventi, e del ruolo abilitante della tecnologie per il mantenimento e lo sviluppo di tale economia.

[La versione estesa del position paper “One Digital Health: A Unified Framework for Future Health Ecosystems” è disponibile in versione Open Access al link]

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