One Health, digital: rivedi i quattro Scenari di FORUM PA Sanità 2022

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A FORUM PA Sanità 2022 (26-27 ottobre) ci siamo confrontati su come realizzare un sistema sanitario più sostenibile, inclusivo e sicuro grazie alla leva della trasformazione digitale. Sono ora disponibili tutte le registrazioni degli eventi di scenario

3 Novembre 2022

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Redazione FPA

Stefano Corso - https://www.flickr.com/photos/forumpa/52458937526/in/album-72177720303219090/

L’innovazione nel mondo della salute riflette la capacità di avere un’ottica di sistema e trovare le interconnessioni tra tecnologia, organizzazione, infrastrutture, competenze. Per due giorni a FORUM PA Sanità 2022 (26 e 27 ottobre) abbiamo guardato all’approccio One Health, che richiede lo sforzo di più discipline, all’interno delle scienze della salute umana, animale e ambientale, di lavorare assieme in una visione globale, e abbiamo cercato di tracciare il link tra questo approccio e la digitalizzazione. Le risorse del PNRR destinate alla Missione 6 salute permettono diversi interventi a livello di sistema, bisogna però lavorare sulla capacità di collegamento e di comunicazione tra le azioni da porre in essere.

Connected Care: il percorso di salute del cittadino in un contesto globale e integrato

FORUM PA Sanità 2022 si è aperta con uno scenario che ha messo al centro lo stato di attuazione del percorso verso una sanità digitale realmente connessa. Partendo dalla definizione di “Connected care”, data dall’Osservatorio Sanità Digitale Politecnico di Milano, come “modello di cura” che disegna attorno al cittadino l’ecosistema dei servizi, reso possibile dalla tecnologia e dall’accesso ai dati, e che permette l’empowerment di cittadini e attori del sistema di cura”, sono stati analizzati alcuni dati di fatto a livello centrale. Ecco alcuni spunti emersi dal dibattito.

È dello scorso ottobre il Decreto interministeriale che assegna alle regioni le risorse riconducibili alla linea di attività M6C2 1.3.1 (b) “Adozione e utilizzo FSE da parte delle regioni” per un importo pari a euro 610.389.999,93, secondo due direttrici evidenziate da Gandolfo Miserendino – Dirigente del settore sanità digitale Dipartimento per la Trasformazione Digitale: una tecnologica, destinata al potenziamento dell’infrastruttura digitale dei sistemi sanitari; l’altra di change management, destinata all’incremento di un mix di competenze tecnologiche, manageriali e soft skills dei professionisti del sistema sanitario. Parlare di sanità digitale significa anche parlare di infrastrutture di carattere nazionale già esistenti e abilitanti i processi di cambiamento del sistema sanitario. A livello nazionale, sono state pubblicate le Linee guida di attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e anche qui il Sistema di Gestione delle Deleghe di accesso e consultazione del FSE, affidato al caregiver informale per minori e soggetti sottoposti a tutela, è lo stesso integrato in altri servizi online della pubblica amministrazione, così come l’accesso al FSE avviene attraverso applicativi già progettati per altre misure: SPID, CIE o Tessera Sanitaria-Carta Nazionale dei Servizi (TS-CNS). Andrea Belardinelli, Dirigente del settore Sanità Digitale e Innovazione Regione Toscana, ha menzionato il claim “Toscana Salute: 100% sanità digitale”, lanciato lo scorso aprile per il raggiungimento di un sistema sanitario più vicino al cittadino. La Regione Toscana ha previsto un ulteriore ampliamento e completamento di alcune piattaforme informatiche centralizzate che gestiscono i dati sanitari, istituendo il Laboratorio Unico Regionale di Sanità Pubblica. Manuela Tamburo de Bella, ha ribadito l’impegno di Agenas nello stabilire dei tempi attuativi molto rigorosi. In quest’ottica, è stata aperta lo scorso ottobre la Procedura per l’affidamento della concessione per la progettazione, realizzazione e gestione dei servizi abilitanti della Piattaforma Nazionale di Telemedicina, con l’obiettivo di: favorire l’interconnessione tra i servizi sanitari regionali e le piattaforme nazionali (nell’intento di coniugare 21 sistemi sanitari); favorire l’implementazione omogenea dei percorsi di telemedicina su tutto il territorio nazionale facilitando la presa in carico della popolazione più fragile, acuta e cronica, da parte delle cure territoriali, favorendo così l’interconnessione tra i diversi setting assistenziali; migliorare l’accessibilità ai servizi sanitari dei cittadini/pazienti. Per Antonio Corrado, Partner KPMG Advisory, il tema centrale è quello della localizzazione delle risorse umane, in termini di qualità e quantità, considerata come una delle barriere della trasformazione digitale. Appare necessario intervenire sul processo di change management e sulla formazione delle risorse umane, perché senza le idonee risorse umane e le loro competenze la riforma territoriale della sanità sarà un’occasione persa. Per Monica Calamai, Direttore Generale AUSL di Ferrara, occorre una visione chiara e globale di Connected Care che si traduca in programmazione sanitaria e ponga l’attenzione sulla misurazione costante del dato. Tonino Aceti, Presidente Salutequità, evidenzia l’utilità della comunicazione in ambito sanitario portando i dati del Rapporto Nazionale OsMed sulle criticità rilevate nell’aderenza alle terapie: le persone con bassa aderenza sono aumentate soprattutto nei territori dove il livello di digitalizzazione dei servizi è più basso. Per Giovanni Arcuri, Direttore ICT, Tecnico ed Innovazione Tecnologica Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, nell’ambito della Connected Care occorre passare da un modello di data rich a un modello di data driven e questo presuppone anche un cambio di paradigma di assistenza verso la value based healthcare, lo spostamento della responsabilità di budget e il monitoraggio del follow up. Giorgio Moretti, Presidente Dedalus, evidenzia come insieme il DM 77 sulla riforma del territorio e il DM 70 sulla riforma della rete ospedaliera permettono un ridisegno globale del modello di sanità connessa, ma occorrono decisioni strutturali nazionali sull’utilizzo di codifiche.

Rivedi lo Scenario Connected Care: il percorso di salute del cittadino in un contesto globale e integrato di FORUM PA Sanità 2022, 26 ottobre

Quale governance per una One Health, digital?

Durante questo secondo scenario Quale Governance per una One Health, digital? si è posta l’attenzione sulle implicazioni legate al paradigma One Health dal punto di vista del digitale. In prima battuta è stato dato un inquadramento teorico del tema, ponendo la salute del genere umano in stretta connessione al benessere dell’intero pianeta e di tutte le altre specie animali e vegetali. Già nel 2015 con il varo dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile, nell’obiettivo 3, era stata posta la necessità di garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età. È emerso poi il ruolo fondamentale che l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) sta avendo nel cercare di condurre il percorso di digitalizzazione del sistema sanitario in un’ottica il più possibile unitaria. Dunque è stato affrontato il tema di una governance partecipata e responsabile al posto dell’attuale frammentazione dei luoghi decisionali ed operativi. Antonio Fortino, Direttore Dipartimento Area Sanitaria Agenas, ha evidenziato come il cosiddetto DM 77 sulla riforma del territorio è completamente intriso di concetti che si rifanno a una visione olistica integrale della salute; nel testo normativo vengono infatti richiamati concetti, quali la centralità dell’analisi epidemiologica, l’integrazione socio-sanitaria, l’approccio comunitario e il coinvolgimento attivo di attori non sanitari intorno alle case della salute. È significativo il fatto che in un unico atto programmatorio si rompano i tradizionali silos prevenzione-territorio-ospedale, a cui si associano i livelli assistenziali di assistenza, e si uniscano “prevenzione e territorio”. Fortino evidenzia anche una seconda novità nel DM 77 che riguarda le funzioni del dipartimento di prevenzione, pur restando nell’alveo disegnato dalla legge di riordino del Servizio sanitario nazionale (Decreto legislativo 502/92, del 30.12.1992); viene infatti connotato in maniera nuova e indirizzato alla prevenzione sanitaria, ambientale e climatica, il che apre la strada all’approccio “One Health”. Umberto Agrimi, Direttore Sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria Istituto Superiore di Sanità,  ci ha aiutato a capire quelle che sono le interazioni tipiche tra salute umana, salute animale e sicurezza alimentare. La One Health  richiede il riconoscimento del nesso tra danno ambientale, politiche strutturali e salute, e di andare verso una politica di iniziative orientate ai cosiddetti co-benefits di Paolo Vineis. Giancarlo Bizzarri, Amministratore Unico PuntoZero Scarl, ha evidenziato tre direzioni da seguire per supportare l’attuazione del paradigma One Health: avere sistemi interoperabili; implementare al meglio l’osservatorio epidemiologico regionale; attuare percorsi formativi per le direzioni aziendali.

Rivedi lo Scenario Quale Governance per una One Health, digital? di FORUM PA Sanità 2022, 26 ottobre

Health Data & data governance

La grande quantità di dati disponibili, prodotti all’interno dei Sistemi Sanitari regionali, degli Istituti Zooprofilattici, delle Agenzie per l’ambiente e di tutte le organizzazioni o istituzioni che si occupano di sanità, veterinaria e ambiente viene usata in maniera limitata esistendo un gap comunicativo tra i vari dipartimenti di una stessa organizzazione e tra i diversi comparti. Pertanto è necessario superare i silos e portare la sovranità del dato in seconda linea, rafforzando le piattaforme basate sul funzionamento di un’infrastruttura centralizzata. Al centro del convegno Health Data & data governance la valorizzazione del dato, l’adeguamento dei database e degli strumenti di archiviazione. Ci troviamo in un momento di transizione essenziale e nell’ottica One Health è necessario avere un progetto del sistema sanitario basato sull’interoperabilità dei dati sanitari alla luce del quale intervenire, compiere azioni che devono essere coordinate tra di loro, superare la frammentazione fra applicazioni e basi dati diverse. È necessario consolidare la data-driven governance, ovvero rendere utili i dati clinici registrati nel Repository Sanitario Nazionale in un percorso di integrazione, estrazione e analisi in cui è quasi ininfluente la differenza tra i proprietari del dato (azienda ospedaliera o territoriale). Vanno costruiti dei protocolli trasversali che in qualche modo colleghino anche i processi, si è infatti parlato dell’importanza del Digital Twin per governare i processi di funzionamento nelle aziende sanitarie.

Un focus sul tema anche in questo articolo.

Rivedi lo Scenario Health Data & data governance di FORUM PA Sanità 2022, 27 ottobre

Quali competenze per la transizione digitale e organizzativa del Sistema Salute?

Il paradigma One Health, porta inevitabilmente un cambiamento che richiede nuove competenze, nuovi attori, nuove professionalità e di questo abbiamo parlato durante lo scenario Quali competenze per la transizione digitale e organizzativa del Sistema Salute?. Nel parlare dei gap che abbiamo nel nostro paese in tema di competenza, sul versante tecnologico e organizzativo, più volte è stata menzionato lo mismatch tra competenza e professionalità dovuto anche a una carenza da parte dell’università. Le ragioni, secondo Maria Laura Costantino, Presidente Corso di Laurea MedTech – Politecnico di Milano, sono legate a diversi fattori: invecchiamento della popolazione, ovvero a un problema di bilancio tra popolazione malata e anziana, che ha bisogno di cure, e personale che deve fornire queste cure; ingresso ingente di apparecchiature e macchine ad alta tecnologia che entrano negli ospedali senza che ci siano le competenze adeguate ad utilizzarle; sostenibilità della cura e delle apparecchiature, medicina di genere. Pier Sergio Caltabiano, Direttore della Formazione CEFPAS, è intervenuto ponendo alcuni temi che suggerirebbe al nuovo ministro della Salute per andare verso l’equità di accesso alla riqualificazione del personale in grado di agire la leva digitale. Infatti, ritiene che: le competenze legate alla digitalizzazione debbano essere innescate e contaminate con le discipline cliniche; si debba lavorare sulla capacità e sulla motivazione dei medici a trovare una utilità connessa a digitalizzare i processi professionali, partendo dal fatto che il 60% di tutti gli infermieri e medici italiani ha più di 55 anni; si debba definire la mappa delle competenze nel sistema sanitario, prima ancora che intervenire sulle soft skill di comunicazione di base. Il confronto si è poi spostato sul tema della leadership come nuova dimensione per le professioni sanitarie, sul tema degli indicatori della performance organizzativa e individuale, e sulla valutazione delle competenze. Nel corso dello scenario, abbiamo incontrato anche i vincitori del Premio FORUM PA Sanità 2022.

Rivedi lo Scenario Quali competenze per la transizione digitale e organizzativa del Sistema Salute? di FORUM PA Sanità 2022, 27 ottobre

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