Sacconi: cambiare, con le Regioni, criteri nomina manager Asl
Credo che insieme alle Regioni dovremo cambiare i criteri di nomina dei direttori generali delle Asl. Lo ha detto il ministro del lavoro, salute e delle politiche sociali Maurizio Sacconi in un’intervista a Il Sole 24 Ore."Il problema ha sottolineato il ministro – non è chi li nomina, cioè i governatori, ma la rigorosa selezione di criteri e requisiti per evitare discrezionalità eccessiva”. E comunque "la figura monocratica dei direttori generali s’è rivelata in sé positiva".
5 Giugno 2008
Redazione FORUM PA
Credo che insieme alle Regioni dovremo cambiare i criteri di nomina dei direttori generali delle Asl. Lo ha detto il ministro del lavoro, salute e delle politiche sociali Maurizio Sacconi in un’intervista a Il Sole 24 Ore."Il problema ha sottolineato il ministro – non è chi li nomina, cioè i governatori, ma la rigorosa selezione di criteri e requisiti per evitare discrezionalità eccessiva”. E comunque "la figura monocratica dei direttori generali s’è rivelata in sé positiva".
Per quanto riguarda la spesa sanitaria, secondo Sacconi, essa "è caratterizzata da un grave dualismo in termini di resa con una profonda frattura Nord-Sud. Abbiamo il meglio e il peggio che si possa trovare in un Paese industrializzato. Il problema – sottolinea il ministro – è di razionalizzare questa spesa.
Serve assolutamente un benchmark di quantità e qualità dei servizi da garantire omogeneamente in tutto il Paese. Per questo intendo rafforzare la governance del Ssn. Penso ad un metodo di coordinamento aperto, col contributo delle Regioni più efficienti. I LEA non possono essere una scusante per ottenere ripiani a piè di lista: devono essere un benchmark quali-quantitativo dei servizi. Per far questo penso che l’attuale Patto per la salute vada applicato interamente, come finora non è accaduto: le sanzioni non sono un credibile deterrente".
Per Sacconi è indispensabile fare chiarezza sui conti "perché siamo alla vigilia del federalismo fiscale che – assicura – non sarà punitivo verso i più deboli, non arriverà dall’oggi al domani e garantirà a tutti la copertura dei livelli essenziali di assistenza. Ma sarà un federalismo che vuole responsabilizzare le regioni più deboli".
Infine gli ospedali. "Penso che in una logica federalista sia giusto riconoscere alle autonomie regionali modelli flessibili di auto organizzazione – conclude Sacconi – per cui gli ospedali potranno essere trasformati in fondazioni, società per azioni, a seconda degli attori e delle caratteristiche del territorio".
FONTE: Regioni.it