Sanità e digitale, un binomio dal potenziale enorme. Lo Scenario a FORUM PA Restart Italia

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Nel contesto di emergenza pandemica che stiamo vivendo ormai da mesi, che ruolo riveste la riflessione sulla digitalizzazione del sistema sanitario e sugli impatti che questa potrà avere nel medio e lungo periodo? Ne abbiamo parlato nel convegno di scenario di FORUM PA Sanità, all’interno della manifestazione “FORUM PA Restart Italia” a cui ha partecipato il Vice Ministro della Salute Pierpaolo Sileri

5 Novembre 2020

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Mauro Tommasi

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La seconda ondata della pandemia Covid-19 sta mettendo nuovamente sotto stress il sistema sanitario nazionale, già messo a dura prova dalla prima ondata. In questo contesto, che ruolo riveste la riflessione sulla digitalizzazione del sistema sanitario? Ne abbiamo parlato in occasione del convegno di Scenario di FORUM PA Sanità “Dopo il Coronavirus, quale prossima normalità per il SSN?”, inserito nei cinque giorni   della manifestazione “FORUM PA Restart Italia”. Un appuntamento che ha visto tra l’altro la partecipazione del Vice Ministro della Salute Pierpaolo Sileri, il quale ha messo in evidenza i vantaggi che la digitalizzazione sanitaria può apportare sia nel breve che nel medio-lungo periodo. “Digitalizzare sarà innanzitutto utilissimo dal punto di vista economico medico”, ha spiegato Sileri, permettendo agli operatori di fare riferimento allo storico del paziente nel creare una diagnosi, evitando così esami non necessari e ricoveri impropri. Certamente per farlo servono risorse, sicuramente quelle del Recovery Fund, ma è fondamentale che venga coinvolta l’industria. “Vi parlo da medico”, ha detto il Ministro, affrontando la questione del taglio degli investimenti in sanità avvenuta negli anni. La grande occasione però, rappresentata da questo nuovo ciclo di investimenti non può essere persa: la formazione continua mediata dalla tecnologia può permettere ai nuovi medici di innovarsi e permettere allo stesso tempo alla politica sanitaria di mettere in piedi un sistema di previsione medica in grado di guidare gli investimenti futuri e rispondere ai bisogni dei cittadini. 

Pierpaolo Sileri: Per rivoluzione digitale necessario coinvolgere imprese, personale e pazienti

Quando si parla di digitalizzazione nel mondo sanitario, molto si può apprendere dal recente passato, così come ricordato dal professor Mariano Corso, docente al Politecnico di Milano oltre che presidente e direttore scientifico di P4I, in apertura dello Scenario. “L’emergenza Covid non ha fatto altro che mettere in evidenza delle fragilità già ampiamente denunciate” ha affermato Corso in apertura, ovvero il crescente divario tra risorse disponibili e bisogni del cittadino, un baricentro operativo spostato troppo sugli ospedali, e una forte disomogeneità in termini di accesso ai sevizi sul territorio. “Il futuro della sanità deve essere digitale”, ha continuato Corso, ricordando le lezioni apprese dalla gestione della prima ondata: si è capito che i modelli di cura orientati al territorio sono indispensabili e che possono e devono essere potenziati; ci si è resi conto che per i pazienti cronici il digitale è fondamentale per mantenere la continuità della cura; si è fatta impellente la necessità di raccogliere e valorizzare i dati riguardanti la salute tramite il sistema di fascicolazione sanitaria elettronica; ed infine si è imparato che la frammentazione della governance dei sistemi può essere affrontata e semplificata grazie ad un’organizzazione digitale.

Ecco altri spunti emersi dal dibattito. Serena Battilomo, della Direzione generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica presso il Ministero della Salute, ha rimarcato quanto al ministero si voglia far evolvere la sanità grazie al digitale, usandolo per gestire la pandemia tramite strumenti di monitoraggio e altre pratiche come la telemedicina, ma anche guardando al futuro e lavorando a progetti che possano attrarre i fondi europei. Una grande svolta, accelerata dalla crisi, è e sarà, ha continuato la Battilomo, il fascicolo sanitario elettronico, che grazie al decreto rilancio è ora applicabile a tutti i cittadini: si tratta sempre di dati visibili solo al paziente, ma utili in forma anonimizzata per i governi per prendere decisioni. Sulla stessa linea Antonietta Cavallo, dal MEF, che ha posto l’attenzione sia sulla raccolta dati ma soprattutto sull’incombenza di standardizzare i processi intervenendo velocemente, così da semplificare l’iter decisionale. L’approccio seguito dal MEF ben si sposa con questo principio volto alla rapidità nel reperire dati che siano confrontabili fra regioni: un chiaro esempio è quello del sistema tessera sanitaria. Considerazioni, queste ultime, che ben si sposano con un altro tema espresso da William Frascarelli della divisione strategica di Consip, ovvero quello dell’importanza del procurement pubblico quale attuazione di progettualità, in un modello di governance dove la fornitura di qualità deve essere uno dei cardini.

Francesco Ferri, presidente di Assinter Italia, ha portato poi la voce dei territori sul tema del rapporto Stato-regioni. “Il livello centrale e quello regionale devono assolutamente collaborare”, ha sottolineato Ferri. Assinter svolge un ruolo fondamentale di cerniera tra il pubblico e il privato nell’ammodernare il sistema sanitario seguendo le linee guida europee, ovvero quelle della facilità di accesso, della condivisione con gli attori coinvolti e della standardizzazione e sicurezza del dato.

In questo senso risulta inevitabile il coinvolgimento del mondo delle imprese: Davide Brandini, Head of Public Sector di Vodafone ha ricordato quanto il mandato di Vodafone di fornire connettività per migliorare la società passi necessariamente dal garantire l’assorbimento dei picchi di utilizzo della rete, e dal semplificare le procedure. “Il ruolo del privato deve essere quello di facilitare l’interazione tra le regioni, innescando innovazione e rapidità” ha aggiunto Nicola Mangia, di DXC Italia, dando spazio anche al tema della conservazione dei dati, ben affrontato da Salvatore Luzzo, il quale ha descritto col termine di catalizzatore digitale il ruolo di Aruba.it, azienda di cui è responsabile sviluppo, e che offre alle amministrazioni, anche quelle sanitarie, un servizio di conservazione dei dati certificato dalle istituzioni. A chiusura del tavolo dedicato alle aziende, Giorgio Moretti, CEO di Dedalus Group, ha ragionato sul tema dell’accompagnamento alle amministrazioni: una volta chiuso il percorso della fascicolazione elettronica, in futuro ci si dovrà concentrare sulla creazione di veri e propri portali della conoscenza, sulla falsa riga del Clinical knolwdge program già in funzione in Francia e di cui Dedalus è fautore.

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