Tra cloud e assistenza domiciliare. Vitaever allo snodo dell’innovazione sociale

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Il progetto Vitaever, sviluppando una piattaforma su cloud computing per gestire in maniera semplice ed intuitiva i servizi socio-assistenziali a domicilio, ha fatto incetta di riconoscimenti. Su scala europea, la Commissione lo ha inserito nella top10 delle innovazioni sociali, Amazon lo considera nella top5 dei migliori cloud. Perché? Lo abbiamo chiesto agli ideatori di Vitaver, sviluppato dalla start up italiana Nethical in collaborazione con la Fondazione ANT, il più grande ospedale oncologico domiciliare d’Europa. 

3 Giugno 2011

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Chiara Buongiovanni

Articolo FPA

Il progetto Vitaever, sviluppando una piattaforma su cloud computing per gestire in maniera semplice ed intuitiva i servizi socio-assistenziali a domicilio, ha fatto incetta di riconoscimenti. Su scala europea, la Commissione lo ha inserito nella top10 delle innovazioni sociali, Amazon lo considera nella top5 dei migliori cloud. Perché? Lo abbiamo chiesto agli ideatori di Vitaver, sviluppato dalla start up italiana Nethical in collaborazione con la Fondazione ANT, il più grande ospedale oncologico domiciliare d’Europa. 

Chi parla?
Francesco Pannuti, sono CEO di Nethical e mi occupo anche dello sviluppo tecnico. Ho lavorato con Bruno sul progetto Vitaever.
Bruno Iafelice, mi occupo dello sviluppo del business di Nethical. Dal 2009 lavoro con Francesco sul progetto Vitaever.

Presentateci Vitaver. Cosa è?
(Bruno)  Vitaever è un progetto che ha sviluppato una piattaforma cloud computing per gestire in maniera semplice ed intuitiva i servizi socio-assistenziali a domicilio. E’ nato da una collaborazione tra Nethical, una start up italiana, e Fondazione ANT Italia che costituisce il più grande ospedale oncologico domiciliare d’Europa con più di 3300 pazienti seguiti ogni giorno da uno staff di 250 professionisti tra cui medici, psicologi, infermieri, nutrizionisti, farmacisti e personale tecnico. Vitaever aiuta la struttura ad organizzare l’attività dei propri operatori, facilita le comunicazioni e lo scambio di informazioni tra gli operatori e ne ottimizza gli spostamenti sul territorio. Inoltre attraverso report e cruscotti, Vitaever rendiconta puntualmente tutte le attività svolte e le risorse impiegate. La tecnologia Vitaever è distribuita in modalità SaaS (Software as a Service).

Bruno Iafelice e Francesco Pannuti parteciperanno al convegno Il mondo della ricerca di fronte alla sfida dell’innovazione sociale. Riflessioni ed esperienze territoriali, il 22 giugno, a Roma

Ci spieghi meglio cosa permette di fare?
Vitaever permette di risolvere principalmente tre ordini di problemi: pianificare l’attività a domicilio, interagire con gli operatori e volendo con i pazienti, tracciare le attività assistenziali erogate. Nello specifico quando l’operatore inizia la sua giornata, con il suo cellulare accede all’agenda dove trova indicazione di tutti i pazienti da visitare, li geolocalizza e calcola il percorso più breve per raggiungerli. Nel momento in cui arriva a casa del paziente può accedere alle informazioni sanitarie sul paziente, può consultare il suo stato di salute, la terapia che è stata erogata fino a quel momento, quella da erogare, può scambiare informazioni con altri operatori. Ad esempio, il medico può visitare il paziente, cambiare i suoi parametri,  magari variare la terapia in atto e dare indicazioni agli infermieri che dovranno eseguire una terapia diversa. Infine, in fase di rendicontazione, l’organizzazione medica può vedere tutte le attività sostenute, le prestazioni erogate da ogni singolo operatore su ogni singolo paziente. In fase di budgeting può facilmente avere traccia di come sono stati spesi i soldi. L’obiettivo finale è ottimizzare il proprio sistema di assistenza domiciliare.

Il paziente ha acceso alla piattaforma Vitaever?
Forniamo, alle organizzazioni mediche che vogliono sfruttarla, la possibilità di far accedere gli assistiti alle informazioni che li riguardano, attraverso Vitaever. Quindi attraverso il web, dunque un portatile o un cellulare, l’accesso è aperto a tutti gli operatori, i medici, gli infermieri e opzionalmente anche ai pazienti. Ovviamente il più delle volte saranno non i pazienti ma i familiari ad accedere, avendo così la possibilità, ad esempio, di visionare l’agenda: quale operatore, in quali giorni verrà a erogare quale prestazione a casa loro. Cosi possono seguire l’andamento della terapia e dell’assistenza, ma possono anche interagire con l’organzizzazione. Ad esempio, possono comunicare che “l’appuntamento di lunedì alle 10,00 non va bene e deve essere spostato lunedì alle 15,00”. 

Perché è su cloud?
(Francesco) Il cloud è un insieme di tecnologie hardware e software che permette di utilizzare risorse in remoto. Le grandi, piccole e medie aziende si avvalgono di questo paradigma per ottimizzare i costi in termini di infrastruttura e manutenzione della stessa, proprio perché non si richiedono spese di manutenzione né di aggiornamento hardware. Di fatto, si tratta di aggregazioni di macchine che possono essere virtualizzate e utilizzate a consumo, questo è il grande concetto del cloud. La nuvoletta funziona come un servizio a cui accedo attraverso interfacce web che posso andare a configurare secondo quelle che sono le mie esigenze. Ad esempio, posso andare sul pannello di controllo di Amazon  – a cui Vitaver si appoggia –  e dire “oggi voglio usare i 3 server per un ora, mezz’ora, 10 minuti per fare questa azione piuttosto che quest’altra". Naturalmente, nel caso di Amazon si parla di elastic cloud, di una nuvoletta che si può espandere in maniera dinamica a seconda di quelle che sono le esigenze in campo. Faccio ancora un esempio pratico. Noi ad oggi abbiamo 30 clienti. Se domani 150 utenti nuovi si registrano al nostro servizio,  le macchine che abbiamo oggi non potrebbero reggere questo sistema ma, appoggiandoci ad una infrastruttura come Amazon, l’infrastruttura stessa scala automaticamente permettendo a tutti gli utenti di avere la stessa qualità del servizio. Per questi motivi abbiamo scelto questa tecnologia per sviluppare Vitaever.

Quale è il vostro approccio alla questione “sicurezza dei dati”?
Nel campo della sanità la questione della sicurezza del dato è molto sentita, ma in riferimento al cloud la vera questione, ciò che interessa il cliente finale, non è la localizzazione per sé ma il trattamento del dato. I limiti del cloud sono quelli intrinsechi al web in generale, per cui è chiaro che, quando io trasferisco dati, devo avere la garanzia che il dato sia trattato in maniera corretta. Come era per i servizi ASP adesso il SAS e il CC presentano i classici limiti della programmazione web con l’aggiunta del problema della localizzazione  a cui gli operatori stanno lavorando. Nel caso di Vitaever, i nostri dati sono localizzati in Irlanda, dunque all’interno dell’unione Europea e questo, a nostra volta, ci permette di dare al cliente finale la garanzia che i suoi dati della “certezza della localizzaione” oltre che di un trattamento del dato consono alle esigenze di privacy. 

Perché Vitaever è una innovazione sociale?
(Bruno) Vitaever è stato selezionato dalla Commissione europea tra i 10 esempi di social innovation, cioè tra quei progetti che meglio rappresentano un modo di fare innovazione che abbia un grande impatto sociale. Io credo che sia perché con Vitaever siamo partiti da un problema concreto, complesso e diffuso: la sostenibilità e la qualità delle cure socio-assistenziali a domicilio. Abbiamo capito che un problema grande è legato all’organizzazione di questa attività assistenziale, che coinvolge medici, infermieri , operatori domiciliari di vario profilo, sparsi su un territorio molto vasto. Vitaever, dal punto di vista del business, attraverso il cloud genera un modello economico, che si adatta alle diverse dimensioni dell’organizzazione, ma allo stesso tempo ha anche un forte impatto sociale, perché permette di gestire servizi di assistenza domiciliare diversamente non gestibili. Di fatto gli operatori distribuiti sul territorio usando un cellulare senza dotarsi di hardware costoso possono utlizzare tutte le funzionalità di Vitaever, con i vantaggi di cui abbiamo discusso.

Dunque, per dirla con la Commissione è utile, migliora la relazione tra chi eroga e chi fruisce del servizio, crea relazioni nuove?
Si, ti rispondo per punti.
E’ utile in particolare per due classi di beneficiari: chi ne beneficia direttamente, quindi le organizzazioni mediche che lo usano e le persone destinatarie del servizio di assistenza, quindi i pazienti e le loro famiglie. Infatti, da un lato permette di attivare servizi a bassissimo investimento dal punto di vista tecnologico, dall’altro affronta un problema sociale molto rilevante: riuscire a erogare servizi di assistenza domiciliare di qualità a pazienti cronici, il cui numero è in forte crescita per il fenomeno dell’ageing (invecchiamento della popolazione) che tutti conosciamo.
Nel fare questo Vitaever migliora la relazione tra chi offre il servizio e chi ne fruisce. Il punto fondamentale è proprio questo: Vitaever non vuole tagliare i costi della sanità, non vuole tagliare il tempo dei medici o degli operatori, vuole ottimizzare non semplicemente per pianificare le loro attività con le nuove tecnologie, ma per far sì che possano dedicare meno tempo alle attività organizzative e più tempo all’assistenza dei pazienti.
Vitaever crea nuove relazioni, nell’immediato perché avvicina i pazienti e le loro famiglie all’organizzazione erogatrice di servizi e nel lungo termine perché permette la transizione verso un nuovo modello di di assistenza sanitaria che potenzi l’attività domiciliare, sgravando cosi gli ospedali dell’attività assistenziale e lasciandoli come punte di eccellenza integrate. Disegna un nuovo sistema di relazioni, in cui i medici eroghino un’assistenza diffusa sul territorio. La nostra idea è mettere la tecnologia Vitaever a disposizione di questo nuovo modello.

Quando avete concepito Vitaever eravate consapevoli di essere degli innovatori sociali?
(Francesco) E’ dura capire che sei un innovatore mentre lo sei! Dentro di me ho sempre avuto un po’ questa sensazione ma non perché mi ritengo una persona particolare o migliore delle altre…perché ho sempre vissuto l’ambiente dell’assistenza domiciliare “dall’interno”. Le esperienze  dei miei genitori, di mia sorella, mi hanno molto formato da un punto di vista sociale e penso che questo sia stato il grande valore aggiunto. Accanto a questo penso che l’esperienza che ho maturato a fianco di una delle più grandi organizzazioni che fanno assistenza domiciliare, cioè l’ANT, ha sicuramente fatto la differenza. Questo secondo me ha fatto l’innovazione.  
(Bruno) Per quel che mi riguarda ho iniziato la mia attivita professionale non come innovatore ma come inventore. Ho fatto ricerca per alcuni anni n italia e all estero. Come innovatori, direi, che vogliamo portare sul mercato qualcosa che abbiamo creato e testato,  per renderlo fruibile a tutti. Il nostro sogno è non solo innovare l’assistenza domiciliare della fondazione ANT o delle varie organizzazioni che fanno questo lavoro in Italia. Ma noi, con Vitaever, vogliamo innovare l assistenza domiciliare di tutte le organizzazioni, nei diversi contesti di sviluppo, nelle aree diverse del pianeta!

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