Verso una nuova sanità: progetti, tecnologie, visioni dal FORUM PA CAMP Lazio
Puntare sul change management per superare la resistenza al cambiamento, innovare i processi mentre si introducono nuove tecnologie, progettare servizi digitali che mettono al centro l’esperienza utente, lavorare su disponibilità, condivisione, qualità e sicurezza dei dati. Ecco alcuni focus emersi dal FORUM PA CAMP dedicato agli attori dell’innovazione nella sanità laziale, che FPA ha organizzato il 4 ottobre in collaborazione con Dell Technologies, VMware e Intel. È disponibile la registrazione integrale dell’evento
13 Ottobre 2023
Michela Stentella
Direttrice testata www.forumpa.it
Dopo un primo appuntamento nel luglio scorso a Palermo, siamo tornati a incontrare gli attori locali dell’innovazione in un nuovo FORUM PA CAMP, anche questa volta dedicato al tema dell’innovazione in sanità, ma con focus sulla Regione Lazio. Ci siamo incontrati il 4 ottobre a Roma, nella nostra sede del Talent Garden Ostiense, in un appuntamento organizzato in collaborazione con Dell Technologies, VMware e Intel, a cui hanno partecipato i Direttori generali delle Aziende Sanitarie Locali, delle Aziende Ospedaliere/Policlinici, i referenti IT della Regione, i RTD dei diversi enti.
È disponibile la registrazione integrale del FORUM PA CAMP. In questo articolo vi restituiamo qualche spunto emerso dal dibattito e da alcune interviste realizzate nel corso della mattinata.
FORUM PA CAMP: incontriamo gli attori locali dell’innovazione
Ricordiamo brevemente cos’è il FORUM PA CAMP: si tratta di un nuovo format di incontro e confronto, un importante momento di scambio e networking, rigorosamente in presenza, per condividere esperienze e, in un momento successivo, farle conoscere anche fuori dai confini regionali. Ad ogni FORUM PA CAMP segue infatti una puntata del videopodcast FORUM PA Play per rivivere alcuni momenti dell’incontro e commentarli con esperti e referenti nazionali sul tema (stiamo lavorando a questa nuova puntata, che sarà online nelle prossime settimane).
Obiettivo del FORUM PA CAMP è, quindi, scoprire progetti e percorsi di innovazione, mettere in evidenza le priorità e le relative difficoltà di attuazione, condividere idee e proposte ascoltando la voce di chi lavora ogni giorno, in prima persona, per migliorare i servizi offerti a cittadini e imprese. È quello che abbiamo fatto la scorsa settimana in questo secondo incontro dedicato alla Regione Lazio, che ha visto i partecipanti confrontarsi in tre Talk tematici: Healthcare: strategie di Innovazione e trasformazione digitale; PNRR e nuovi strumenti di acquisto; Data Protection e Cybersecurity.
FORUM PA CAMP Lazio: alcuni spunti dai Talk
L’innovazione in sanità non è una scelta, ma una necessità. Ci sono già tanti processi avviati, ci sono le risorse del PNRR, ci sono tecnologie innovative a supporto, ma il percorso è ancora lungo e richiede un vero e proprio cambio di paradigma affinché la trasformazione in atto sia davvero strutturale, abbia effetti di lunga durata e porti un reale cambiamento nella qualità del servizio offerto ai cittadini. Su queste premesse si è sviluppato il confronto tra i partecipanti al FORUM PA CAMP Lazio mettendo in evidenza alcuni temi trasversali a tutti e tre i Talk in agenda.
Tra questi, la necessità di avviare un processo di change management per superare la resistenza al cambiamento che spesso si riscontra anche da parte degli operatori sanitari. Da un lato i tecnologi che lavorano all’interno delle aziende sanitarie devono uscire dalle loro stanze, dall’altro la parte dirigenziale e i medici devono aprirsi alla collaborazione col settore IT ed essere responsabilizzati sul tema del cambiamento tecnologico, che è anche cambiamento culturale e organizzativo. Insomma, investire in tecnologie è fondamentale, ma ancora di più lo è investire sul fattore umano, attuare un cambio di paradigma che consenta, anche attraverso una formazione mirata, di creare un clima di fiducia rispetto ai nuovi strumenti a disposizione. E innovare i processi, perché inserire una nuova tecnologia su processi che non funzionano significa solo trasportare in digitale le inefficienze già esistenti.
Per mettere a sistema l’innovazione un altro tema centrale è il collegamento tra le diverse strutture sul territorio e il rapporto con gli interlocutori, primi fra tutti i cittadini. In questo si inserisce la riflessione sulla telemedicina che va messa a sistema e che deve innestarsi su una rete territoriale che funziona e che non lasci nessuno indietro. Insomma, una sanità che utilizza le tecnologie innovative non in quanto fini a se stesse, ma per mettere al centro il paziente. In questo senso, è emersa anche la riflessione su come la tecnologia può in realtà rendere più umana la sanità, per esempio liberando i medici da alcune attività, così da recuperare tempo per il rapporto col paziente. Mentre diventa sempre più importante progettare servizi digitali a misura di paziente, user friendly, accessibili, che restituiscono un’esperienza d’uso analoga a quella che siamo abituati a vivere nell’utilizzo quotidiano di strumenti come le più comuni chat, spesso impropriamente utilizzate anche per scambi professionali e anche in ambito sanitario.
In questo si inserisce la riflessione sui dati, patrimonio essenziale per far funzionare tutto il sistema, oltre che per supportare e valorizzare la ricerca scientifica che ha bisogno di tantissimi dati e di strumenti efficaci per fare rete tra i diversi istituti di ricerca, a livello mondiale. Disponibilità, condivisione e qualità del dato sono quindi temi imprescindibili, come è emerso nel corso di tutta la mattinata di dibattito. E naturalmente sicurezza del dato, elemento di grande attenzione soprattutto in questo contesto, in cui si parla di dati sensibili e in cui è necessario trovare soluzioni che consentano da un lato di mantenere il dato confidenziale, dall’altro di garantire l’accessibilità al dato da qualunque dispositivo. Mettere in pratica quanto già previsto dalla normativa a livello di privacy by design/security by design; andare verso le soluzioni standard compliant dal punto di vista normativo (Polo strategico Nazionale), ma lavorare anche qui e ancora una volta sul fattore umano che è il potenziale anello debole.
Per scoprire in dettaglio le esperienze e i temi emersi, potete scaricare (gratuitamente) la registrazione completa dei tre Talk.
I commenti dei partecipanti
A margine del FORUM PA CAMP abbiamo raccolto il commento di alcuni partecipanti, tra partner dell’evento e ospiti dei talk.
Stefano Calabrese, Direzione Regionale per l’Innovazione Tecnologica e la Trasformazione Digitale – Regione Lazio: “Oggi è emerso un aspetto importante, che è la necessità di far interfacciare due mondi, quello dei sistemi informativi e quello della dirigenza sanitaria, che spesso sono separati da una barriera culturale. Dobbiamo riuscire ad avvicinarli, perché altrimenti abbiamo delle grandi difficoltà a portare avanti la trasformazione e il cambiamento. Poi ci siamo soffermati molto sul tema dei dati, dato che Fascicolo Sanitario, cartella clinica e telemedicina presuppongono tutti interoperabilità e scambio di dati per poterli rendere consultabili sia da parte del medico che da parte della struttura sanitaria che ha preso in carico il paziente prima o dopo l’intero percorso, sia da parte dello stesso cittadino. Ci sono tantissime iniziative in questo momento in corso e tra queste non trascurerei la parte infrastrutturale, perché è fondamentale dove il dato viene custodito. C’è in questo momento un importante progetto di migrazione al cloud di Regione Lazio e di tutte le Aziende Sanitarie (che per la maggior parte non hanno un data center qualificato), progetto chiaramente basato sui bandi del Dipartimento trasformazione digitale che riguardano il PNRR. Siamo in una fase ancora preliminare di progettazione, abbiamo chiesto il finanziamento e ci sono quasi 50 milioni di euro per la regione Lazio e per le aziende sul bando multimisura. Adesso si tratterà di mettere a terra questa progettazione”.
Fabrizio Liberatore, Sales Director Public Sector di Dell Technologies: “La rivoluzione digitale in sanità è un dato di fatto. Ormai i dati sanitari raddoppiano ogni 3 mesi e rappresentano più del 30% dei dati globali, sono quelli che crescono di più con un ritmo del 35%. L’intelligenza artificiale, l’Iot medicale sono realtà e non faranno che generare nuovi dati e quindi rendere questo settore il più appetibile dal punto di vista degli investimenti sul digitale. Questo però accresce la complessità, perché per sfruttare pienamente tutto le potenzialità del digitale bisogna non solo fare le giuste scelte tecnologiche, che ormai sono mature, ma soprattutto ripensare l’organizzazione e ripensare i flussi e la governance degli enti pubblici. Ecco quindi le criticità che ancora rilevo in questo percorso: la mancanza di standardizzazione dei sistemi informativi, nel tempo abbiamo costruito talmente tanti strati applicativi e processi che hanno reso molto difficile l’interoperabilità dei dati; le necessità di costruire infrastrutture moderne e sicure, che ci aiutino ad essere resilienti; la mancanza di competenze soprattutto da parte degli operatori sanitari; la resistenza al cambiamento, perché si può costruire il miglior Fascicolo Sanitario Elettronico ma se poi questo non viene utilizzato per problemi di sicurezza o per problemi di scarsa facilità d’uso diventa inutile”.
Michelangelo Bartolo, Coordinatore Gruppo di Lavoro della telemedicina – Regione Lazio: “Abbiamo bisogno di piattaforme di telemedicina semplici e intuitive sia per i sanitari che per i pazienti e i caregiver. Ma soprattutto i servizi di telemedicina non sono nuove specialità mediche, sono semplicemente nuove modalità di fare cose antiche. La telemedicina non si sostituisce assolutamente alla medicina tradizionale, è uno strumento in più, che talvolta anzi rafforza anche il rapporto tra il medico e il paziente. Oggi è emerso molto forte il tema del change management: qualsiasi cambiamento incontra delle resistenze e ha bisogno di tempo per essere recepito. Bisogna considerare nuovi percorsi organizzativi e ci deve essere, come dicono le nuove linee guida, un centro erogatore e un centro servizi, una persona che risponde e che risolve eventuali problemi, serviranno quindi nuove professionalità e nuove competenze”.
Rodolfo Rotondo, Business Solution Strategist Director di VMware: “Le persone, i pazienti, hanno sempre più desiderio di avere delle opzioni di interazione digitale con la sanità, ma spesso lo fanno usando l’email o tramite whatsapp, che non sono strumenti formali di comunicazione con la sanità. Eppure le persone sono disposte anche eventualmente a cedere i propri dati per poter interagire in maniera più fruibile e agile. Il tema dei dati è molto importante, questi rappresentano da una parte un valore fondamentale per applicare ad esempio modelli di intelligenza artificiale, ma dall’altra parte c’è la necessità di garantire un rapporto di fiducia con il paziente che si basa sulla salvaguardia e la riservatezza di queste informazioni. In Italia negli ultimi 4 anni gli incidenti Cyber sono raddoppiati, secondo i dati Clusit già nel primo quarto del 2023 il 17% degli incidenti sono legati al mondo sanità, di cui oltre il 60% incidenti gravi. Dobbiamo da un lato garantire privacy e sicurezza e dall’altro poter usare i dati per garantire le migliori cure ai pazienti. Bisogna trovare il giusto equilibrio, anche considerando i grandi sviluppi che avremo sul tema dell’intelligenza artificiale”.
Claudia Curci, Dirigente della UOC Sistemi e tecnologie informatiche e di comunicazione – ASL ROMA 1: “L’esperienza svolta in questi mesi in ASL Roma 1 su alcuni progetti strategici, come l’implementazione della cartella clinica, le centrali operative territoriali e la digitalizzazione delle sale operatorie, mi ha portato a individuare come principale fattore di insuccesso la resistenza al cambiamento e come principale fattore di successo, invece, la formazione puntando su hard skills ma soprattutto su soft skills per cercare di creare un clima di fiducia in chi è restio a usare nuovi strumenti tecnologici e ha timore di non saper gestire il paziente con queste nuove modalità. C’è poi il tema della Customer Experience, considerando che nell’ambito sanitario il ‘cliente’ è da un lato il cittadino e dall’altro, all’interno dell’azienda, il personale sanitario. E infine il tema del coinvolgimento degli stakeholder del progetto, creando un approccio collaborativo, per esempio attraverso gruppi di lavoro composti da personale sanitario, quindi medici e infermieri, e tecnici del progetto che deve essere realizzato per capire come questo si cala nella realtà e se ha bisogno di aggiustamenti che devono essere necessariamente fatti in corso d’opera per poi raggiungere l’obiettivo finale”
Marco Bressi, RTD – Istituto Superiore Sanità: “Oggi abbiamo parlato di resistenza al cambiamento, io come RTD naturalmente la vedo in prima persona, perché in questo ruolo si va ad agire più che sulle tecnologie su quelli che sono i processi che poi vanno a sfruttare le tecnologie. L’informatica diventa l’asset necessario per raggiungere determinati risultati e questi li devi necessariamente avere già in testa prima di partire. Le resistenze in questo contesto sono fisiologiche, la cosa principale secondo è proprio cercare di condividere l’obiettivo, il traguardo che vogliamo raggiungere. Se manca la spiegazione e si dice solo ‘ da domani bisogna fare così’, i famosi anticorpi al cambiamento si sviluppano più rapidamente. Invece è necessario cooptare le persone, coinvolgerle nelle scelte”.