Digitalizzazione della cultura: strategia, finanziamenti e strumenti

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Trasformare l’immenso patrimonio culturale italiano in oggetti e servizi digitali è un’opportunità, ma anche una grande sfida. Il PNRR alla Missione 1 Componente 3 prevede un investimento di 500 milioni di euro per digitalizzare quanto custodito in musei, archivi, biblioteche e luoghi della cultura e migliorarne così la gestione, la conservazione e la divulgazione. Una nuova infrastruttura digitale nazionale per raccogliere, integrare e conservare queste risorse digitali, formazione per circa 30mila operatori del settore culturale e 65 milioni di nuove risorse digitali prodotte e pubblicate: questi gli obiettivi al 2025

20 Gennaio 2023

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Redazione FPA

Foto di Zalfa Imani su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/1xp5VxvyKL0

La digitalizzazione del patrimonio culturale italiano, prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, metterà a disposizione almeno 65 milioni di nuovi contenuti digitali, entro la fine del 2025. Si tratta di opere d’arte e artefatti storici e archeologici, monumenti e siti archeologici, documenti e fotografie, libri, manoscritti e materiali audiovisivi. Le stesse esperienze culturali, che oggi sono promosse in forma tradizionale, dunque fisica, e che risultano molto gradite dai cittadini, un domani saranno fruibili in qualsiasi momento, anche da remoto.

Per gli italiani, la cultura è ancora un valore importante: lo dimostrano i risultati di iniziative recentemente al centro del dibattito pubblico, come bonus18app e la #domenicalmuseo, che miravano a ridurre la distanza tra i cittadini di ogni età e il patrimonio culturale, consentendo gratuitamente l’arricchimento intellettuale di cui ogni essere umano necessita. La sola idea che il nuovo Governo potesse fare un passo indietro ha sollevato non poche critiche, pertanto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sta trovando il modo di mantenerle e, anzi, amplificarle.

“Le iniziative che favoriscono la conoscenza del patrimonio culturale sviluppano la consapevolezza di questa immensa miniera e del nostro valore identitario e contribuiscono alla formazione di una società coesa – ha dichiarato il Ministro – Il MiC prevede altre novità per i cittadini e i turisti che durante le festività natalizie intendano fruire della bellezza del patrimonio culturale della nostra nazione”.

Rivoluzione digitale della cultura: protagonisti e investimenti

La cultura, nel suo senso semantico più ampio, è importante per la costruzione della personalità e dell’autonomia intellettuale di ogni singolo essere umano, ma, va sottolineato, rappresenta anche una incommensurabile fonte di prosperità per il paese; pertanto, è un valore che deve essere tutelato e promosso con ogni mezzo. In questo framework, il Ministero della Cultura, attraverso l’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital Library, sta coordinando la creazione di un’infrastruttura nazionale che raccoglierà il capitale culturale italiano, rendendolo disponibile per la fruizione pubblica attraverso piattaforme dedicate.

La Digital Library è nata con l’obiettivo di coordinare e promuovere i programmi di digitalizzazione del patrimonio culturale ed è dotata di autonomia speciale rispetto al MiC. È alla Digital Library, dunque, che spetta il compito di elaborare il Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale e di attuarlo.

Al fine di predisporre il Patrimonio culturale per la prossima generazione, il PNRR (Missione 1, Componente 3, Misura 1) mette a disposizione 1,1 miliardi di Euro per interventi di ristrutturazione degli asset chiave del patrimonio culturale italiano e per la nascita di nuovi servizi. L’obiettivo ultimo è rendere attrattivo, accessibile (sia fisicamente sia digitalmente) e sicuro il patrimonio culturale, in un’ottica generale di sostenibilità.

All’interno di questo corposo finanziamento, 500 milioni di euro sono assegnati alle “Piattaforme e strategie digitali per l’accesso al patrimonio culturale” (Misura 1, Investimento 1.1) e 155 milioni di Euro (Misura 3 – Industria culturale e creativa 4.0 -, Investimento 3.3 – Capacity building per gli operatori delle cultura per gestire la transizione digitale e verde) sono stanziati per il miglioramento dell’ecosistema degli operatori culturali e creativi e per il sostegno della produzione culturale e creativa.

Con questi investimenti, da una parte si otterrà il miglioramento della gestione, della conservazione e della divulgazione del patrimonio culturale italiano, attraverso uno strumento tecnologico che consenta ai cittadini e agli operatori di settore di fruire le opere attraverso modalità innovative; dall’altra, si sosterrà la creazione di contenuti artistici e di promozione.

Ai fondi dell’Investimento “Piattaforme e strategie digitali per l’accesso al patrimonio culturale” sono stati aggiungi 1.460 milioni di euro finanziati dal Fondo Complementare. Questo ulteriore tesoretto verrà destinato a:

  • Realizzare l’infrastruttura digitale nazionale per raccogliere, conservare e rendere disponibili le risorse digitali;
  • Aggiornare il personale culturale con nuove competenze digitali;
  • Creare nuovi contenuti culturali e servizi digitali da parte di imprese culturali, creative e start-up.

Recentemente si è chiusa la quarta procedura di gara avviata per l’intervento di digitalizzazione del patrimonio culturale: i beneficiari sono gli oltre 70 istituti afferenti alla Direzione Generale Musei del MiC. L’obiettivo della procedura di gara, volta alla conclusione di Accordi Quadro multilaterali con più fornitori, era l’affidamento agli appaltatori selezionati dei servizi di digitalizzazione.

La proposta di Adobe

La digitalizzazione della cultura implica la creazione dell’infrastruttura nella quale depositare milioni di oggetti culturali in versione digitale. Tuttavia, è altrettanto necessario avere a disposizione strumenti che permettano ai cittadini di fruire l’esperienza culturale nei tempi e attraverso i percorsi che preferiscono. Adobe Experience Manager (AEMMS-GC), risolve due difficoltà:

  1. realizzare milioni di diversi percorsi individuali attraverso una piattaforma di gestione dei contenuti e dell’esperienza, pensata per offrire customer experience digitali multicanale;
  2. creare engagement attraverso tutti gli asset del Digital Marketing.

La soluzione proposta alla PA da Adobe, dunque, si compone di due diversi strumenti: Experience Manager Sites e Experience Manager Assets (DAM). Il primo è in grado di fornire il primo CMS cloud-native, che supporta gli enti culturali nell’ideazione, creazione, gestione e distribuzione dei contenuti culturali, in maniera semplice, veloce e senza necessità di manutenzione o di aggiornamenti manuali. Experience Manager Sites è particolarmente indicato per creare percorsi di fruizione fortemente personalizzati e omnicanale, a partire da contenuti creati e inseriti un’unica volta.
La piattaforma, inoltre, integra nativamente Adobe Analytics e Adobe Target, tool dotati di Intelligenza artificiale e dunque capaci di trarre dai dati ogni informazione utile alla descrizione dei destinatari del servizio e alla predizione dei loro comportamenti e aspettative.

Grazie a ciò, la piattaforma consente agli enti di rivolgersi a numerosi segmenti di pubblico e di targettizzare le esperienze digitali con il minimo sforzo.

Uno studio condotto da IDC attraverso interviste a un campione di clienti Adobe ha rivelato che con l’implementazione di Experience Manager Sites i tempi di realizzazione, delivery e gestione dei servizi digitali si riducono del 66%. Altri dati evidenziati dall’istituto di ricerca sono i valori del ROI (return on investment) a tre anni e a 5 anni: rispettivamente 348% e 498%

Strumenti per rafforzare l’engagement

Il secondo, Adobe Experience Manager Assets (DAM), è una soluzione di marketing digitale. In quest’era di trasformazione digitale, i device utilizzati dai cittadini e i canali di fruizione dei contenuti si moltiplicano con gran velocità. Comunicare un servizio e ogni suo aggiornamento, far conoscere un nuovo contenuto e creare engagement sono attività che divengono sempre più complesse. Con questo strumento gli enti culturali potranno:

  • ridurre del 20% il tempo necessario per il lancio di una campagna di marketing e del 9% quello per il lancio di un nuovo prodotto;
  • aumentare il numero delle campagne in un anno del 5%.

In conclusione, Adobe mette al servizio della PA tutta la sua competenza nella creazione dei servizi digitali personalizzati, garantendo flessibilità massima e integrazione, con i sistemi informatici esistenti.

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