“L’altra PA”. Cinema e finanziamenti pubblici: come funziona l’industria dei film

Avete mai fatto caso a tutte quelle scritte e quei loghi che appaiono all’inizio o alla fine di un film? Leggiamo spesso “Finanziato da…” oppure “Film realizzato grazie al contributo di…”. Spesso non ci facciamo caso, ma per le produzioni cinematografiche questi emblemi e queste citazioni rappresentano una grande fetta dei finanziamenti che consentono l’ideazione e la produzione di un film.

I film o le serie, che escano al cinema o siano fruibili solamente in streaming, hanno costi elevatissimi. Basti pensare che nel 2023 il costo totale dei film prodotti in Italia ha superato i 700 milioni di euro. E come fanno le produzioni a finanziare questa industria?

Attraverso finanziamenti pubblici e privati: quelli pubblici vengono erogati dal Ministero della Cultura, dalle regioni e da altri enti. Quelli privati, invece, sono investimenti dei produttori stessi, attraverso apporti finanziari diretti e societari, oppure provenienti da entità private (banche, sponsor etc.).

Nel 2024, abbiamo assistito a una riforma di questo settore, che è ancora in via di definizione: per evitare la proliferazione di film piccoli, finanziati con soldi pubblici, ma che non vedevano mai l’uscita in sala, il Ministero della Cultura ha deciso di suddividere l’erogazione dei finanziamenti in base al budget: film con oltre 3,5 milioni di euro di budget e film sotto questa cifra. Naturalmente, questa riforma potrebbe mettere in seria difficoltà le piccole case di produzione, che rischiano di non riuscire a portare nessun film in sala e quindi di non accedere ai finanziamenti.

Siamo di fronte a un grande cambiamento e di questo abbiamo parlato con Silvia Giulietti, produttrice indipendente e regista, in questa prima puntata della rubrica video “L’altra PA” all’interno del percorso FORUM PA OFF.

Credits:

• Autore e montatore: Maurizio Costa
• Riprese: Rachele Maria Curti.