“@lbergo diffuso”: banda larga e turismo nei borghi aquilani
Nell’era di internet e della comunicazione globale le distanze si annullano, almeno in senso virtuale: così anche località isolate, come quelle di montagna, possono essere raggiunte con un click. È quello che accadrà in provincia dell’Aquila, grazie a un progetto che abbina, al recupero di borghi e centri storici per trasformare in strutture ricettive edifici attualmente inutilizzati, la realizzazione di un’infrastruttura telematica a banda larga, per permettere al turista di essere sempre informato sulle iniziative (eventi, mostre, percorsi) ed eventualmente di effettuare prenotazioni in alberghi e ristoranti, o acquistare biglietti per spettacoli, visite guidate, e altro ancora.
8 Aprile 2008
Nell’era di internet e della comunicazione globale le distanze si annullano, almeno in senso virtuale: così anche località isolate, come quelle di montagna, possono essere raggiunte con un click. È quello che accadrà in provincia dell’Aquila, grazie a un progetto che abbina, al recupero di borghi e centri storici per trasformare in strutture ricettive edifici attualmente inutilizzati, la realizzazione di un’infrastruttura telematica a banda larga, per permettere al turista di essere sempre informato sulle iniziative (eventi, mostre, percorsi) ed eventualmente di effettuare prenotazioni in alberghi e ristoranti, o acquistare biglietti per spettacoli, visite guidate, e altro ancora.
Il progetto si chiama “@lbergo diffuso” e sono 28, per ora, i Comuni coinvolti, tutti situati nell’alta valle aquilana: Pescomaggiore, Acciano, Barisciano, Cagnano, Campotosto, Capitignano, Carapelle Calvisio, Castel di Ieri, Castelvecchio Calvisio, Fagnano, Fontecchio, Fossa, Lucoli, Molina, Navelli, Ocre, Ofena, Poggio Picenze, Prata D’Ansidonia, Rocca di Cambio, S. Benedetto in Perillis, S. Demetrio Ne’ Vestini, S.Eusanio Forconese, S.Stefano di Sessanio, Scoppito, Secinaro, Tione degli Abruzzi e Villa S.Lucia.
L’iniziativa, che ricade nell’Azione 3.2.2 del Documento unico di programmazione (Docup Abruzzo 2000- 2006) realizzato con fondi comunitari, integra quindi marketing turistico e banda larga. Il nome che gli è stato dato, “@lbergo diffuso”, evoca un tipo di accoglienza molto particolare, pensata per i turisti che amano immergersi nella vita, nella cultura, nelle tradizioni e nell’atmosfera del luogo in cui si trovano, senza rinunciare però a un’ospitalità confortevole e a servizi tipicamente alberghieri (come la colazione, le pulizie, gli spazi comuni).
Si tratta di un “albergo orizzontale”, situato di solito in un centro storico restaurato, con camere e servizi dislocati in edifici diversi, ma inseriti nello stesso nucleo urbano e ad una distanza adeguata: insomma, un albergo a tutti gli effetti, non una rete di appartamenti, ma una struttura ricettiva unitaria. Una formula introdotta in Italia circa 20 anni fa, per la quale, tuttavia, in Abruzzo non esiste ancora una normativa specifica (presente, del resto, solo in 7 Regioni italiane). Anche se, come ci conferma Oreste Cambise, vicepresidente della Provincia dell’Aquila e Assessore alle Finanze e Personale (con competenza in materia di Informatizzazione), sembra che la Regione Abruzzo abbia intenzione di dotarsi proprio di una legge che regoli la materia. Con l’assessore Cambise abbiamo cercato di capire, nel dettaglio, caratteristiche e obiettivi del progetto avviato dalla Provincia.
In cosa consiste l’iniziativa “@lbergo diffuso”?
L’idea di fondo del progetto, che si inserisce all’interno di un piano più generale di marketing territoriale della Provincia dell’Aquila, è quella del recupero di borghi antichi in chiave turistica. Case cantoniere e vecchi fabbricati verranno ristrutturati, adattati alla ricettività e “messi in rete”. Per ora il progetto coinvolge 28 Comuni dell’alta valle aquilana, ma l’obiettivo è di estenderlo anche ad altri. A questo aspetto di recupero urbanistico e creazione di nuove strutture ricettive, si lega poi il supporto offerto dallo strumento informatico: la ricettività verrà garantita, favorita e pubblicizzata tramite un sito web, accessibile sia con un normale pc in rete da ogni parte del mondo, sia attraverso totem informatici che verranno installati nei Comuni che ne faranno richiesta. Saranno così consultabili in rete, in tempo reale: lo stato della ricettività nei singoli Comuni, i prezzi, le caratteristiche, le iniziative, la struttura di ogni borgo e così via.
Quali saranno i prossimi passi per la realizzazione del progetto?
Verrà realizzata prima la parte informativa e poi quella infrastrutturale, per la quale è necessario un po’ più di tempo, mentre i totem sono praticamente già pronti per essere installati. A fine marzo abbiamo avuto un incontro con i Comuni per cercare di risolvere le ultime questioni pratico-operative; entro fine aprile o maggio vorremmo concludere la fase delle autorizzazioni amministrative e mettere a dimora i totem. La fase infrastrutturale, invece, dovrebbe concludersi entro settembre, anche perché, trattandosi di un progetto che rientra in un piano di marketing più vasto realizzato con risorse europee, dovrà essere rendicontato alla Regione Abruzzo entro fine anno. Attualmente è previsto un primo intervento su 5 vecchie case cantoniere dismesse, di cui la Provincia ha anche la proprietà, che saranno riadattate e interamente dedicate alla ricettività. La seconda tranche coinvolgerà altri 5 immobili, messi a disposizione da 5 Comuni diversi, e di cui la Provincia acquisirà l’usufrutto ventennale. Per questi primi 10 immobili individuati il valore è di circa 1 milione di euro di investimento in beni materiali e circa 160-200mila di investimento in infrastrutture telematiche. Il modo in cui poi saranno gestiti è ancora oggetto di discussione e sono ipotizzabili varie soluzioni: gestirli direttamente come Provincia, oppure attraverso una nostra azienda di servizi, o, ancora, darli in gestione a una società che potrà essere completamente pubblica, pubblico-privata o interamente privata regolata da canoni di concessione.
In ogni caso, l’organizzazione e la gestione degli immobili recuperati sarà secondo i canoni dell’albergo diffuso?
Certamente. Noi in Abruzzo abbiamo già un borgo, Santo Stefano di Sessanio, recuperato e interamente messo ad albergo diffuso, grazie ad investimenti privati. Nulla vieta di replicare questo schema, ed è quello che stiamo cercando di fare, anche mettendo in rete borghi diversi.
Quali opportunità di sviluppo territoriale vi aspettate da questo progetto?
In Abruzzo, mentre le province costiere di Pescara, Chieti e Teramo, sono già ad alta vocazione turistica, nelle zone interne c’è ancora molto da fare. Noi crediamo molto nelle bellezze naturali di questa parte del territorio abruzzese: la nostra regione non è solo mare, anche le zone interne hanno tutte le potenzialità per stare dentro ai percorsi turistici internazionali. Questo progetto ci aiuterà a sviluppare questi aspetti.
L’altra ambizione che abbiamo è arginare, per quanto possibile, lo spopolamento dei borghi montani e un modo per realizzarla può essere proprio quello di spezzare l’isolamento, velocizzare le comunicazioni con il resto del mondo tramite il web, recuperare il patrimonio architettonico e portare risorse per sviluppare la vocazione turistica.
Non bisogna dimenticare che con i totem in questi paesi arriva la banda larga, che altrimenti non sarebbe mai arrivata. Per il momento possiamo metterla a disposizione degli enti pubblici, quindi dei Comuni, che ora viaggiano ancora a 56K! Poi, una volta creata l’infrastruttura per la banda larga, tutti potranno usufruirne, ovviamente pagando il servizio. Per questo l’iniziativa “@lbergo diffuso” è legata anche a un altro progetto, “Intema 2000 – Innovazione e Tecnologie nelle aree Montane Abruzzesi per gli anni 2000”, che è un progetto di e-gov, presentato lo scorso anno a FORUMPA, per l’erogazione di servizi integrati on line a cittadini, professionisti e imprese locali.