TDLab fa tappa a #SCE2014: prospettive smart per il Turismo Digitale

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Viaggiare l’Italia, così come ogni altro luogo al mondo, è oggi profondamente cambiato. “Il turismo è senza dubbio l’economia che più si è trasformata per effetto della digitalizzazione – ci racconta Edoardo Colombo, responsabile del gruppo di lavoro Interoperabilità di TDLab (Laboratorio per il Turismo Digitale) – l’orizzonte è cambiato nelle modalità con cui si scelgono le destinazioni, ma anche nel modo in cui si viaggia e si fruisce dei luoghi”. Se ne parla a #SCE2014.

2 Settembre 2014

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Martina Cardellini

Viaggiare l’Italia, così come ogni altro luogo al mondo, è oggi profondamente cambiato. “Il turismo è senza dubbio l’economia che più si è trasformata per effetto della digitalizzazione – ci racconta Edoardo Colombo, responsabile del gruppo di lavoro Interoperabilità di TDLab (Laboratorio per il Turismo Digitale) – l’orizzonte è cambiato nelle modalità con cui si scelgono le destinazioni, ma anche nel modo in cui si viaggia e si fruisce dei luoghi”. Se ne parla a #SCE2014.

Nel 1813 Goethe scrive nel suo Viaggio in Italia: “Con la pianta alla mano ho cercato di spingermi, fra il più intricato labirinto, fino alla Chiesa dei Mendicanti. Qui ha sede il Conservatorio […] Il Palladio si richiama in tutto a Vitruvio; per questo mi sono procurato anche l’edizione del Galliani; ma quest’in folio è troppo pesante per il mio bagaglio”. Oggi non avremmo problemi di peso né di orientamento: il testo di Palladio lo scarichiamo e lo teniamo in tasca, e anche tra le calli di Venezia siamo accompagnati dalla voce guida di Google Maps che, come una mano invisibile, ci porta a destinazione.

Il viaggiatore è oggi sempre più alla ricerca di autenticità e questo desiderio lo orienta verso alcune scelte mentre lo porta a escluderne drasticamente altre. È un processo che sta completamente ridisegnando il profilo dell’esperienza del viaggio, così come il suo significato. Quanto siamo capaci in Italia di interpretare questi cambiamenti in corso? Siamo in grado di comprendere le nuove dinamiche emergenti, invece di ostacolarle giocando il ruolo di spettatori scettici? Sembra che ancora una volta sia necessaria una svolta culturale, nonché un’importante maturazione di una cultura del digitale, perché ci sia un riconoscimento del patrimonio come bene comune e il desiderio di partecipare nel valorizzarlo. Inoltre diversi studi e ricerche, come L’economia della cultura in Europa, confermano quanto il fermento culturale sia oggi un fattore determinante nella scelta di un territorio. Sembra che cultura e turismo siano strettamente interrelate.

Un laboratorio per non improvvisare

Il turismo è storicamente una vocazione d’eccellenza del nostro paese, e ha da sempre giocato un ruolo importante nell’economia nazionale. Oggi circa il 10% dell’occupazione italiana è impegnata in questo ambito e complessivamente il turismo pesa quasi il 9% dell’intero PIL. Eppure potrebbe fruttare molto di più: sembra infatti che nel settore si lasci un po’ troppo spazio all’improvvisazione. Ma quanto ci costa improvvisare? Secondo Edoardo Colombo di TDLab “è necessaria un’iniziativa, che sia il più possibile centrale, che faciliti l’accesso al mercato, permetta di fruire al meglio dei luoghi, e regolamenti l’intermediazione e la commercializzazione dell’offerta”. Il turismo rappresenta un asset strategico per rilanciare l’economia dell’intero paese, ma c’è bisogno di una strategia nazionale per rinnovarsi, riguadagnare la competitività persa negli ultimi anni e tornare a concorrere alla pari con le altre mete europee.

Proprio in questo scenario di crisi e cambiamento, lo scorso aprile il Mibact ha dato vita al Laboratorio per il Turismo Digitale (TDLab). Il laboratorio ha il compito di definire e favorire l’attuazione di una strategia digitale per il turismo in Italia. Il progetto ha durata di un anno e seguirà un timing molto stringente. I prodotti realizzati a conclusione del percorso saranno utilizzati per definire il piano strategico del turismo nazionale che sarà attuato dalla nuova agenzia Enit. Il TDLab è stato strutturato in tre gruppi di lavoro, ognuno dei quali si concentra su uno specifico ambito: interoperabilità, promozione e commercializzazione, sviluppo digitale. Entro la fine di ottobre, in occasione del Forum Europeo del Turismo che si terrà a Napoli, il gruppo di lavoro dovrà definire delle linee di intervento per intervenire in modo efficace sul ritardo digitale del settore turistico italiano.

Il turista è un cittadino

“Il turismo, nell’ambito della smart city, è spesso dimenticato – afferma Colombo – in fondo anche il viaggiatore è un cittadino che fruisce del territorio. Tuttavia nella progettazione della smart city si pensa generalmente solo al cittadino tradizionale”.

Mentre in Europa così come in America, ci racconta, ci sono esempi mirabili di progettazione intelligente anche in questo ambito. “La Spagna, per esempio, ha creato sul vino un formidabile meccanismo attrattivo turistico”. Se siete interessati potete visitare La Rioja.  L’Italia in questo è decisamente in ritardo. Non abbiamo ancora maturato la convinzione di quanto sia ormai importante, anche in questo settore, pianificare strategicamente piuttosto che abbandonarsi allo spontaneismo.

Avremo occasione di approfondire il discorso a Smart City Exhibition, 22-24 ottobre a Bologna. TDLab sarà presente per mettere a fuoco il tema e analizzarne gli aspetti più complessi e problematici. L’incontro sarà anche un momento per apprendere quanto il laboratorio ha già portato avanti in direzione di una strategia digitale innovativa per l’intero paese.

 

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