100 città impegnate per diventare eco-città

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Running ahead of oneself

by Dan Foy

La pianificazione strategica è un mezzo che fornisce alle comunità gli strumenti e le condizioni per effettuare un percorso verso il “bene comune”, il che, visto in un’ottica di lungo periodo equivale a sostenere che una pianificazione è strategica solo se consente uno sviluppo sostenibile.

29 Aprile 2008

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA
Running ahead of oneself

by Dan Foy

La pianificazione strategica è un mezzo che fornisce alle comunità gli strumenti e le condizioni per effettuare un percorso verso il “bene comune”, il che, visto in un’ottica di lungo periodo equivale a sostenere che una pianificazione è strategica solo se consente uno sviluppo sostenibile.

Utilizzando le parole della commissione Bruntland nel rapporto su ambiente e sviluppo del 1987 (vera pietra miliare sulle sfide a cui è chiamata l’umanità in termini di sostenibilità ambientale ed energetica) “Lo sviluppo sostenibile è – infatti – quello che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle prossime generazioni di soddisfare i propri bisogni”.
I territori, ed i Comuni in particolare, sono tra i più diretti interessati a questo processo, chiamati in prima persona ad essere guide responsabili di un percorso di cambiamento che inverta la tendenza in atto da decenni allo sfruttamento incontrollato delle risorse del Pianeta. Per compiere questo passo è necessaria, però, una condivisione di intenti e di visioni. È proprio a questo che mira il progetto di una carta dei valori delle eco-città. Un documento metodologico e di indirizzo che consenta alle Giunte Comunali di deliberare agevolmente provvedimenti politici orientati a trasformare la propria città in una ECO-CITTA’.

Il 13 maggio a FORUM PA cento rappresentanti (un numero simbolico, ma dettato anche da un’esigenza logistica) di altrettante realtà comunali italiane si incontreranno in una sorta di convegno-laboratorio con l’obiettivo, non solo di confrontarsi, ma di uscire da quella tavola rotonda con un documento concreto.
Durante una chiacchierata Roberto Lorusso, curatore dell’evento e anima del progetto, ci ha raccontato il percorso che ha portato all’idea di questo incontro-laboratorio e gli obiettivi che lo hanno guidato.

Cosa si intende con il termine eco-città? È qualche cosa di realizzabile in concreto?
Il concetto di eco-città è ormai diffuso in tutta Europa e sul territorio europeo si trovano importantissimi esempi. Penso a Friburgo, forse l’eco-città per eccellenza, dove già trenta anni fa venne costruita la prima casa alimentata ad energia solare e dove oggi i pannelli solari sono la prima fonte di riscaldamento. Dopo aver deciso di abbandonare le fonti di energia fossili e inquinanti, la comunità di Friburgo ha scelto l’energia solare anche per le automobili, a cui i cittadini rinunciano, comunque, volentieri a favore delle biciclette e dei mezzi pubblici (per lo più su rotaia), puntuali, efficienti e non particolarmente costosi. Sempre a  Friburgo sono sorti i primi, importantissimi, eco-quartieri, come quello di Vauban, dove l’idea di una vita e di un lavoro sostenibili sono realtà. Quartieri in cui le case sono autosufficienti, dove c’è tanto verde e spazi appositamente studiati per bambini, ragazzi e anziani e dove non circolano auto. Quartieri in cui le decisioni legate allo sviluppo del territorio sono prese dai cittadini stessi, rappresentati in Consiglio comunale dal Forum, un’associazione fra residenti che organizza corsi di aggiornamento sulle tematiche della sostenibilità e garantisce mutua assistenza. In Italia il concetto di sostenibilità si è imposto negli ultimi dieci anni e ci sono città modello, come Ferrara, Venezia, Morbegno (le prime che mi vengono in mente). È alla loro esperienza che si deve guardare per capire che è possibile per ogni città diventare una eco-città.

Quali sono gli obiettivi del convegno-laboratorio del prossimo 13 maggio?
Il laboratorio vuole essere un momento di condivisione e di riflessione sulla possibilità di trasformare la propria città in una eco-città. In particolare sarà importante il contributo degli amministratori che già hanno deliberato per realizzare il cambiamento e il miglioramento del proprio territorio, ma altrettanto importante sarà ascoltare i dubbi di chi ancora è scettico su cosa fare e su come farlo. Il mio ruolo sarà quello di “facilitatore”, farò, cioè, in modo che gli amministratori riescano a comunicare tra di loro e a imparare qualcosa. In particolare ci terrei al fatto che i partecipanti capiscano un concetto fondamentale: per avviare un cambiamento verso la sostenibilità si deve creare, innanzitutto, una comunità. Una città sostenibile non è solo quella in cui si investe in bio-architettura o in mezzi di trasporto a basso impatto ambientale, ma è soprattutto quella in cui si è creata una comunità capace di co-creare una visione di un futuro migliore, di condividere obiettivi e di partecipare attivamente alle azioni strategiche. Insomma, il laboratorio del 13 maggio sarà l’occasione per far capire agli amministratori che deliberare misure per la sostenibilità ambientale e sociale è possibile, è facile e che si deve farlo mediante la partecipazione attiva.

Cosa si propone di essere la “carta dei valori”?
In realtà non è una carta dei valori che redigeremo il 13 maggio, ma una Carta delle eco-città, nella quale gli amministratori potranno trovare una specie di elenco delle misure da adottare per poter intraprendere il cammino verso la sostenibilità. Quello che gli amministratori dovranno sottoscrivere è un programma, una guida di misure da deliberare nel campo della mobilità, dell’edilizia pubblica o delle opere pubbliche, per trasformare la città in una eco-città.

Il laboratorio è a numero chiuso (max cento partecipanti) e su invito. E’ possibile chiedere un invito con una mail a convegni@forumpa.it che riporti in oggetto "laboratorio ecocittà".

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