Efficienza Energetica negli Ospedali: un tema centrale anche in emergenza
I presidi ospedalieri italiani durante l’emergenza Covid-19 hanno dovuto fronteggiare profondi cambiamenti a volte strutturali, riconvertendo molti dei propri reparti in tempi estremamente rapidi. Questo ha portato anche notevoli variazioni nei consumi energetici, data la necessità di utilizzare gli impianti al massimo delle potenzialità, garantendo al contempo tutte le precauzioni necessarie alla sanificazione. Edison ci spiega come si possono garantire confort e sicurezza dei pazienti, raccontandoci il lavoro svolto con l’Ospedale San Bortolo di Vicenza
12 Novembre 2020
A cura di Edison
L’emergenza sanitaria, con cui stiamo convivendo nell’ultimo anno, ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica il ruolo degli Ospedali e il lavoro quotidiano di medici e infermieri.
Garantire la piena efficienza e la continuità del servizio negli ospedali è fondamentale ogni giorno, ma è un obiettivo ancor più sfidante nei periodi di crisi, quando occorre fronteggiare profondi cambiamenti a volte strutturali che si traducono anche in notevoli variazioni dei consumi. È quanto accaduto ai presidi ospedalieri italiani nei mesi di maggiore emergenza 2020, quando le strutture hanno dovuto riconvertire molti dei propri reparti in tempi estremamente rapidi, utilizzando i propri impianti al massimo delle potenzialità e garantendo al contempo tutte le precauzioni necessarie alla sanificazione.
Le strutture Ospedaliere: al massimo delle potenzialità e dei consumi nei periodi di emergenza
Gli ospedali sono strutture sanitarie complesse, che possono essere composte da più di un edificio e sono caratterizzate da elevati consumi energetici. Secondo le stime, l’energia arriva a incidere per circa il 5% sul fatturato del mondo sanitario.
L’energia viene utilizzata nei diversi ambienti sotto forma di energia termica, frigorifera ed elettrica: in primo luogo c’è da soddisfare le necessità di riscaldamento o il raffrescamento degli ambienti, così come le operazioni di sterilizzazione, disinfezione e raffreddamento di macchinari speciali. Tenendo in considerazione questa diversificazione negli impieghi, è possibile tracciare i diversi profili di consumo afferenti alle diverse aree delle strutture ospedaliere. Le prime in ordine di consumi sono le aree che hanno alti valori di ricambio dell’aria, cioè le “zone ad alta densità di cura”. Ne fanno parte ad esempio i reparti di terapia intensiva, quelli che sono stati maggiormente sollecitati durante l’emergenza, e che hanno impianti di raffreddamento/riscaldamento particolarmente energivori. Nella classifica dei consumi seguono le diagnostiche da laboratorio, con un elevato numero di apparecchiature biomediche dalla forte richiesta di energia. Vi sono infine le degenze e gli ambulatori, dove la maggior parte dei consumi è legata alla necessità di mantenere un livello di temperatura e illuminazione adeguate.
Edison: flessibilità e rapidità di risposta per il confort e la sicurezza dei pazienti
Stante questa complessità di esigenze sono fondamentali flessibilità e rapidità di risposta da parte del partner tecnologico che si occupa della manutenzione degli impianti e delle attività di efficientamento all’interno delle strutture ospedaliere.
Edison propone un supporto costante ai referenti delle strutture nell’ambito dell’implementazione della strategia di risparmio energetico e che passa attraverso diverse azioni: interventi integrati di efficientamento sul sistema edificio-impianti; ottimizzazione degli impianti di climatizzazione e telecontrollo, installazione di nuovi impianti di cogenerazione e trigenerazione e di impianti rinnovabili per una generazione distribuita.
Ad accomunare i diversi interventi c’è un unico obiettivo: massimare il confort e la sicurezza dei pazienti, garantendo il microclima ideale di ogni ambiente ed adottando le più evolute tecnologie di trattamento dell’acqua calda sanitaria a fini anti legionella.
Il caso dell’ULSS 8 Berica, Veneto
L’ULSS 8 Berica è convenzionata con Edison dal 2009. I servizi vengono erogati a 6 ospedali con un bacino di utenza di oltre 60 comuni e quasi 500.000 abitanti, con un totale di 1362 posti letto e di 869.730 mc per il Distretto Est e 361.834 mc per il Distretto Ovest gestiti.
I principali interventi hanno coinvolto l’Ospedale San Bortolo di Vicenza e hanno riguardato la centralizzazione del gruppo frigorifero e la riqualificazione della centrale termica, che si può considerare il vero cuore tecnologico dell’Ospedale.
L’energia termica rappresenta, infatti, più dei 2/3 del totale dei consumi energetici di una struttura sanitaria. Basti pensare che processi e attività come ventilazione, riscaldamento, aria condizionata, acqua calda, lavanderia, cucina, fisioterapia, attrezzature mediche, sterilizzazione e sanificazione, sono tutte assicurate dall’energia termica.
La riqualificazione della centrale attraverso l’installazione di 3 generatori di vapore ad alto rendimento ha permesso di migliorare le condizioni di qualità e di confort dell’aria, garantire temperature e microclima adeguati per ogni ambiente ospedaliero e ottimizzare i consumi in funzione delle esigenze dei diversi reparti.
Per ottimizzare approvvigionamento energetico e consumi di energia si è poi deciso di percorrere la strada dell’autoproduzione attraverso la realizzazione di un impianto di trigenerazione. L’impianto funziona tramite un cogeneratore abbinato a un gruppo frigorifero ad assorbimento che permette di soddisfare una triplice esigenza: produrre vapore, acqua calda, generare energia elettrica e, nel periodo estivo, trasformare l’energia termica in energia frigorifera per usi di condizionamento.
Il dimensionamento dell’impianto ha permesso di garantire in determinate fasce orarie l’autosufficienza energetica di determinati reparti rispetto alla rete elettrica. Non solo. Gli interventi di efficientamento nel loro complesso hanno permesso di ridurre i consumi energetici di circa il 15%, di abbattere le emissioni inquinanti e di aumentare i livelli di affidabilità e di sicurezza degli impianti.
Durante il periodo dell’emergenza, le principali esigenze a cui si è dovuto far fronte in maniera rapida ed efficace sono state inoltre la garanzia della continuità del servizio e il supporto nella costruzione di nuove aree di cura con la creazione di nuovi posti letti per la terapia intensiva e subintensiva. Per rispondere a queste necessità si è intervenuti con modifiche alla filosofia impiantistica, per adattare le strutture alle nuove esigenze.
Sempre presso l’Ospedale San Bortolo di Vicenza in particolare è stata ristrutturata la Palazzina Infettivi, riqualificando l’ultimo piano dell’edificio per un volume totale di 1.350 mc, eseguendo il rifacimento degli impianti di aerazione secondo le norme tecniche riferite all’Emergenza Covid, a garanzia della sicurezza di tutti i fruitori della struttura: pazienti personale coinvolto, medici, infermieri e manutentori preposti alle operazioni periodiche di sostituzione dei filtri.