FORUM PA Play: “L’Italia e lo Sviluppo Sostenibile”, la rubrica del Ministero dell’Ambiente a FORUM PA 2020 Restart Italia

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A “FORUM PA 2020 Restart Italia”, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha organizzato tre appuntamenti per fare il punto sull’Agenda 2030 in Italia e la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS). Potete rivedere tutti gli appuntamenti

10 Dicembre 2020

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Redazione FPA

Photo by Maksym Diachenko on Unsplash - https://unsplash.com/photos/njQplGWxWWs

Al FORUM PA Restart Italia il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha organizzato tre appuntamenti per fare il punto sulla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS), che rappresenta lo strumento cardine, approvato nel dicembre 2017, per l’attuazione dell’Agenda 2030 in Italia.
La Strategia non è la trasposizione dell’Agenda 2030, ma fa riferimento ai suoi principi guida, ovvero universalità, integrazione delle tre dimensioni della sostenibilità – ambientale, economica, sociale – e inclusione, per portare in nostro paese verso uno sviluppo sostenibile.
La SNSvS, in attuazione di quanto previsto dalla Legge 221/2015 e dall’art. 34 del D.lgs. 152/2006, costituisce il quadro di riferimento nazionale per i processi di pianificazione, programmazione e valutazione di tipo ambientale e territoriale. Su tali basi, il Ministero dell’Ambiente supporta le regioni, le province autonome e le città metropolitane nella costruzione delle strategie regionali e provinciali e delle agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile.

L’Agenda 2030 in Italia e la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile – attori, iniziative, prospettive

Durante il primo appuntamento si è partiti da un focus sull’Agenda 2030 nella sua dimensione europea per poi passare a un approfondimento sulla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile e ad altri due temi rilevanti: uno sul sistema degli indicatori per il monitoraggio integrato e l’altro sul percorso di accompagnamento agli enti territoriali nel processo di avvio delle strategie regionali e provinciali e delle agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile.
Si è parlato di come l’Unione Europea sta affrontando nel complesso processo di implementazione dell’Agenda 2030, adottata nel 2015, un processo che ha completato di fatto l’integrazione tra l’Agenda per lo sviluppo (incentrata sugli obiettivi di sviluppo del Millennio definiti nel 2000 dall’ONU) e l’Agenda ambientale; per poi evidenziare le caratteristiche di questa Agenda trasformativa in quanto universale: si rivolge a tutti gli attori pubblici e privati ed è indivisibile, nel senso che i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile contenuti nell’Agenda 2030 devono essere attuati nella loro integrità.
La sfida nell’attuazione dell’Agenda 2030 si svolge a diversi livelli: a livello nazionale, subnazionale territoriale e europeo. In tutti questi livelli la sfida principale è quella di passare da un approccio settoriale di policy making, di definizione delle politiche, ad un approccio integrato che possa tenere in considerazione le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile.
Si ricorda, infatti, che l’Unione Europea si era dotata di una strategia di sviluppo sostenibile, la strategia di Goteborg, e di un documento di visione per la crescita economica e sociale definita nella strategia di Lisbona nel 2000; questa dicotomia tra dimensione ambientale e dimensione economica-sociale è stata finalmente scardinata dall’adozione dell’Agenda 2030.
Si è cercato di comprendere durante l’evento a che punto oggi è il processo di attuazione dell’Agenda 2030.
In chiusura la descrizione del percorso di costruzione degli indicatori per la SNSvS. Il primo passo per il monitoraggio delle performance dell’Italia nelle aree che compongono la strategia nazionale di sviluppo sostenibile è stata la definizione di un set di indicatori, in linea con gli indicatori definiti dalla Commissione IAEG-SDGs creata dalle Nazioni Unite come recepiti dall’Italia nell’ambito di sistema Istat SDGs con gli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES).
A marzo 2018, su iniziativa del Ministero dell’Ambiente, è stato costituito il Tavolo di lavoro sugli Indicatori per l’attuazione della SNSvS con l’obiettivo di definire un nucleo di indicatori per il suo monitoraggio, al quale hanno partecipato il Ministero dell’Ambiente, il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), l’Istat e l’Ispra.

L’Italia e lo Sviluppo Sostenibile: Agenda 2030 e la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile

Il ruolo degli attori non statali

Durante l’incontro “L’Agenda 2030 in Italia e la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile – il ruolo degli attori non statali” è stato affrontato il tema dell’attuazione dell’Agenda 2030 in Italia come viaggio collettivo, analizzando il ruolo e il potenziale che la società civile ha in questo viaggio.
L’Agenda 2030, un documento che nel 2015 ha segnato la convergenza di tutti gli stati del mondo verso degli obiettivi assolutamente ambiziosi da raggiungere per il 2030, è il risultato di un percorso politico che parte dalla conferenza di Rio + 20, riformula gli obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite (2000-2015) e porta un nuovo quadro di riferimento per lo sviluppo sostenibile per tutti i paesi, ispirato al principio dell’integrazione e del bilanciamento delle sue dimensioni: ambientale, sociale, economica. Altra dimensione non meno rilevante è quella istituzionale, ovvero di fattibilità da parte delle amministrazioni di integrare la propria azione all’interno di un quadro di lavoro condiviso.
La società civile anche nella costruzione di Agenda 2030 ha avuto un ruolo fondamentale a livello di Nazioni Unite. Infatti, nelle Nazioni Unite c’è la partecipazione dei cosiddetti major groups, cioè la società civile organizzata per gruppi di interesse, che hanno seguito il lavoro delle Nazioni Unite dell’Agenda 21 (uno lavoro che ha guardato alla mobilitazione delle popolazioni dal basso delle comunità locali, sia in una dimensione globale che locale).
L’Agenda 2030 interiorizza, dunque, questo percorso e lo rende operativo attraverso un dialogo con diverse componenti della società civile. La stessa ispirazione ha portato a livello nazionale a lavorare alla configurazione di uno strumento di coordinamento dell’Agenda 2030 nel nostro paese, che è appunto la Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile.
Per assicurare il più ampio coinvolgimento della società civile e degli attori non statali nel processo di attuazione e revisione della SNSvS, come previsto dal dettato normativo, è stato costituito nel 2019 il Forum Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, il cui obiettivo principale è di accompagnare l’attuazione della SNSvS e contribuire ai processi di revisione triennale.
Il Forum suddiviso nei 5 gruppi di lavoro, che afferiscono alle aree di azione dell’Agenda 2030 – Pianeta, Persone, Prosperità, Pace e Vettori di sostenibilità della SNSvS -, rappresenta lo spazio entro il quale favorire la collaborazione, lo scambio di informazioni e il networking tra gli attori della sostenibilità.
Durante l’evento è stata avviata la registrazione di alcuni interventi delle organizzazioni giovanili realizzati l’8 ottobre nell’ambito del Festival per lo Sviluppo Sostenibile, che offre un panorama delle attività in corso di realizzazione, raccogliendo le voci coinvolte per contribuire alla riflessione nell’ambito del processo di revisione triennale della SNSvS.

L’Agenda 2030 e la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile: ruolo degli attori non statali

La Coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile

L’analisi del tema di questo incontro è stato la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile nel percorso di attuazione dell’Agenda 2030.
Per cogliere gli aspetti trasformativi dell’Agenda 2030 è necessario un passaggio da un approccio prettamente settoriale ad un approccio sistemico degli obiettivi e dei target, capace di cogliere le interrelazioni tra i temi e di affrontarne i nessi. Questa natura integrata e universale ha sin dall’adozione dell’Agenda 2030 promosso processi di revisione dei principali sistemi di governance, sia nel settore pubblico che nel settore privato, al fine di rafforzarne le strutture e cambiare il modo di operare di amministrazioni centrali e di aziende e garantire una maggiore coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile.
Con il diffondersi dell’epidemia da COVID-19 e la necessità di arginare la conseguente crisi economica e sociale, gli sforzi, sia a livello nazionale che europeo, si sono concentrati sull’adozione di nuovi documenti strategici e meccanismi di sostegno, come il Recovery and Resilient Facility (RRF), a cui gli Stati Membri dovranno rispondere con rispettivi piani nazionali.
Durante l’evento sono stati condivisi gli obiettivi e le attività del progetto avviato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (MATTM), in collaborazione con l’OCSE e la Commissione Europea, sulla “Coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile”, che ha l’obiettivo di definire un piano di azione per la coerenza delle politiche nazionale entro giugno del 2021: integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) nei processi decisionali italiani per rafforzare il cambiamento di paradigma” (Progetto PCSD)

La Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile: la Coerenza delle politiche per la sostenibilità

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