Il Ministero dell’Ambiente “sherpa” sulla via della città sostenibile

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In occasione del convegno Riuso ed efficienza energetica per una rigenerazione urbana sostenibile sarà presenteil Ministro Gian Luca Galletti. In attesa dell’incontro a Smart City Exhibition gli abbiamo chiesto di esporci il suo punto di vista in merito al ruolo che gioca il suo dicastero nello sviluppo dei territori urbani del Paese. Dall’intervista emerge che il Ministero dell’Ambiente dovrà necessariamente avere un ruolo di primo piano nel futuro di contesti non soltano naturali, ma anche urbani. Il ruolo del Ministero è quello di sherpa culturale e tecnologico che deve guidare sulla via della sostenibilità ambientale lo sviluppo metropolitano”.                                                    

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6 Ottobre 2014

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Martina Cardellini

In occasione del convegno Riuso ed efficienza energetica per una rigenerazione urbana sostenibile sarà presenteil Ministro Gian Luca Galletti. In attesa dell’incontro a Smart City Exhibition gli abbiamo chiesto di esporci il suo punto di vista in merito al ruolo che gioca il suo dicastero nello sviluppo dei territori urbani del Paese. Dall’intervista emerge che il Ministero dell’Ambiente dovrà necessariamente avere un ruolo di primo piano nel futuro di contesti non soltano naturali, ma anche urbani. Il ruolo del Ministero è quello di sherpa culturale e tecnologico che deve guidare sulla via della sostenibilità ambientale lo sviluppo metropolitano”.                                                    

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Storicamente la città, ambiente artificiale per eccellenza, nasce in contrapposizione al contesto naturale rispetto al quale si differenzia profondamente. È ancora vero tutto ciò?

Non sono portato a vedere necessariamente una contrapposizione fra ambiente cittadino e ambiente naturale. Le città sono i luoghi dell’uomo che non è estraneo alla natura, ma ne è parte. Ci sono ambienti naturali radicalmente modificati: penso alla laguna di Venezia, che rappresenta uno straordinario esempio di ambiente "artificiale" trasformato dall’uomo. Ciò detto, ovviamente ci sono state in varie realtà d’Italia esagerazioni, abuso di cementificazioni che hanno deturpato paesaggi di pregio e alterato equilibri delicati, mi riferisco ad esempio ai corsi dei fiumi e i canali "tombati" dentro le città, con le conseguenze gravi che purtroppo constatiamo tanto spesso. Oggi credo però sia ormai forte la consapevolezza che la cultura del "consumo" del territorio sia perdente sotto ogni punto di vista.     

Una maturazione culturale in ambito ambientale è funzionale allo sviluppo di territori urbani migliori e più attenti alla qualità di vita dei cittadini?

Questa è la sfida culturale e urbanistica dei prossimi decenni. Abbiamo capito tutti che la dimensione di sviluppo cittadino degli anni ’60-’70-’80 ha prodotto in molti casi grandi periferie esteticamente discutibili ma anche socialmente invivibili. Una delle imprese che la classe dirigente di questo paese, governo nazionale ma soprattutto enti locali, deve farsi carico è la riqualificazione del costruito rendendolo ambientalmente e socialmente sostenibile.  

Può il Ministero dell’Ambiente diventare un alleato nello sviluppo dei contesti urbani? 

Il Ministero dell’Ambiente dovrà avere un ruolo fondamentale nella programmazione dello sviluppo anche urbano del futuro. Anzi, in qualche modo ce l’ha già. L’unica attività edilizia che negli ultimi anni non è andata in crisi è stata quella delle eco-ristrutturazioni, cresciute grazie agli eco-incentivi fiscali. Il discorso però è più generale, riguarda il modo di programmare le costruzioni, gli approvvigionamenti di energia, la mobilità. Tutto il complesso della vita cittadina.   

Qual è quindi il ruolo oggi del Ministero dell’Ambiente e quali sono i principali obiettivi che ci si è dati rispetto ai prossimi territori metropolitani?

Il ruolo del Ministero è quello di sherpa culturale e tecnologico che deve guidare sulla via della sostenibilità ambientale lo sviluppo metropolitano, indicando soluzioni a basso impatto energetico e ad inquinamento zero per restituire vivibilità alle nostre città e renderle sempre più ecofriedly.

Cosa si sta già muovendo nelle città italiane? Può raccontarci alcuni esempi di progetti e iniziative in corso?

Oltre ai citati incentivi per le eco-ristrutturazioni che stanno orientando verso il recupero degli immobili, piuttosto che verso una nuova cementificazione, l’attività edilizia, il ministero dell’ambiente sta promuovendo in molte città italiane progetti di mobilità sostenibile come il car e il bike sharing e la realizzazione di piste ciclabili, finanzia la ricerca in materia di soluzioni tecnologiche legate alle rinnovabili e alla geotermia in ambito urbano come soluzioni per il riscaldamento ed il raffrescamento degli immobili, promuove con agevolazioni mirate la realizzazione di impianti energetici di piccole dimensioni e di smart grids in grado di ottimizzare servizi e consumi. E’ un lavoro a 360 gradi che punta ad un duplice obiettivo: migliorare l’ambiente delle nostre città e la qualità di vita di chi ci abita. 

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