Il valore del paradigma ESG nell’ambito della PA

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L’applicazione del paradigma ESG al mondo della PA nelle sue varie articolazioni punta a enfatizzare la componente legata alla valorizzazione delle performance di sostenibilità per tutti gli stakeholder, nella fattispecie e prima di tutto per i cittadini.

25 Gennaio 2024

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Mauro Bellini

Direttore Responsabile ESG360

Foto di Greg Rakozy su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/silhouette-fotografia-di-persona-oMpAz-DN-9I

Questo articolo è tratto dal capitolo “Transizione verde” dell’Annual Report di FPA presentato il 18 gennaio 2024. La pubblicazione è gratuita

Quando si parla di obiettivi ESG – Environmental, Social and Governance ci si riferisce normalmente e primariamente al mondo delle imprese private. In effetti, uno dei principali obiettivi delle logiche ESG attiene alla creazione e gestione di rating e indici che permettono di valutare le performance delle imprese relative al raggiungimento di obiettivi ambientali, sociali ed etici.

L’attenzione verso questi indici e il loro utilizzo è sempre più diffuso presso tanti e diversi attori: nel mondo della finanza sono utilizzati per indirizzare investimenti verso le imprese più virtuose, ovvero con maggiori potenzialità in termini di raggiungimento di target di sostenibilità; gli investitori più accorti li osservano con la consapevolezza che le imprese con buone performance ESG sono anche realtà meno esposte ai rischi, più resilienti e in generale più sicure.

Nelle filiere più complesse, come nel caso dell’agroalimentare e del fashion, gli indici di sostenibilità dell’ESG rappresentano un punto di riferimento anche per le strategie di Green Procurement, a sostegno di una sana strategia secondo la quale un’azienda è sostenibile nella misura in cui tutti i suoi acquisti sono ispirati ai principi della sostenibilità. Se da una parte questi valori confermano la naturale vocazione dell’ESG per il mondo delle imprese private, dall’altra permettono di andare oltre questo perimetro d’azione per identificare un vero e proprio paradigma ESG, ovvero un approccio alla valutazione delle performance di sostenibilità, un insieme di principi e un modello di miglioramento continuo che vale per tutte le organizzazioni e che rappresenta già oggi un punto di riferimento anche per le pubbliche amministrazioni.

In particolare, l’applicazione del paradigma ESG al mondo della PA nelle sue varie articolazioni punta a enfatizzare la componente legata alla valorizzazione delle performance di sostenibilità per tutti gli stakeholder, nella fattispecie e prima di tutti per i cittadini, ma anche per le imprese che operano con la PA e per le organizzazioni della società civile attive sui territori impegnate direttamente o indirettamente su questi temi.

Il rapporto tra pubblica amministrazione e paradigma ESG è sempre più determinante per una serie di fattori che possono essere sintetizzati in quattro grandi fenomeni di riferimento:

  • La trasformazione sostenibile della pubblica amministrazione, con impieghi e progetti che puntano al raggiungimento di target specifici di trasformazione ecologica, energetica e sociale delle PA.
  • Lo stimolo e la spinta trasformativa che la pubblica amministrazione è in grado di esercitare verso il mondo delle imprese e le organizzazioni che operano sui territori per indirizzare, sostenere e incentivare il loro coinvolgimento nel raggiungimento di target di sostenibilità.
  • Il ruolo sempre più importante della PA in termini di trasformazione culturale per creare modelli, best practice, percorsi formativi con i quali ripensare attività e servizi consolidati affinché possano contribuire a loro volta al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità.
  • L’attività di misurazione, monitoraggio, controllo, verifica e valutazione che può essere esercitata dagli enti e dalle istituzioni della pubblica amministrazione attivi, anche in modo indiretto, sui temi ambientali e sociali. In questo ambito si colloca l’impegno – strategico – da parte delle PA in termini di adozione e supporto di standard e modelli di misurazione e rendicontazione.

Il lavoro su queste quattro grandi dimensioni affida alla PA un ruolo speciale, certamente svincolato dal giudizio delle società di rating, ma non per questo meno importante. I principi di fondo in base ai quali l’ESG permette di valutare la sostenibilità e l’etica sociale di un’organizzazione valgono anche per le pubbliche amministrazioni, nonostante cambi la ‘call to action’ finale.

Non si tratta, infatti, di fornire indicazioni agli investitori o al mondo della finanza per la composizione di prodotti di investimento, ma di garantire visibilità agli stakeholder sociali come cittadini, associazioni e organizzazioni attive sui territori, in merito ai target di sostenibilità che possono essere abilitati e raggiunti grazie al ruolo delle pubbliche amministrazioni.

I quattro fattori sopracitati sono tutti in misura diversa dei veri e propri ‘cantieri aperti’. Sui primi tre si sono già consolidate pratiche, esperienze e modelli con risultati molto importanti. Sul quarto punto, vale a dire sul tema delicatissimo della misurabilità si stanno concentrando grandi aspettative proprio perché è in grado di accelerare in modo importante i processi trasformativi sia per il mondo pubblico, sia per il settore privato.

Rispetto alla trasformazione sostenibile della pubblica amministrazione il paradigma ESG è già ben avviato. Se si segue l’ordine dell’acronimo ESG si può osservare che in termini di azioni ambientali la PA, sia a livello centrale che a livello locale, ha iniziato a svolgere un ruolo determinante nella promozione e nella implementazione di politiche orientate alla sostenibilità a più livelli. Il grande tema dell’efficienza energetica in relazione all’enorme parco immobiliare della PA va esattamente in questa direzione così come le scelte di sfruttare le potenzialità di questo parco con infrastrutture e progetti volti ad aumentare l’utilizzo di energie rinnovabili, in particolare del solare. Un altro ambito di estrema importanza è rappresentato dal grande lavoro di ottimizzazione delle risorse e di riduzione degli sprechi grazie anche all’adozione sempre più diffusa di sistemi per la gestione ambientale.

Passando dalla E alla S ovvero alla componente Social si entra in un ambito che corrisponde alla missione naturale della pubblica amministrazione che attiene all’impegno per garantire il benessere, la salute, l’equità sociale e i diritti a tutti i cittadini. In questo ambito rientrano tutte quelle attività sulle quali si è accesa l’attenzione in questi ultimi anni come le politiche di inclusione sociale, di accessibilità, di contrasto alle disuguaglianze e alle discriminazioni e dove rientra naturalmente anche una azione sempre più decisa sul piano dell’istruzione per evitare i rischi di un cultural divide che peserebbe sullo sviluppo sociale ed economico del Paese.

Non meno importante, anche se forse meno evidente, il ruolo della PA sui temi della G di Governance che attengono alle azioni per la trasparenza, per la diffusione di pratiche ispirate a un comportamento etico e a un governo della cosa pubblica ispirata a principi di condotta etica e alla trasparenza.

Il secondo fattore ESG vede la PA impegnata a stimolare e abilitare la trasformazione sostenibile delle imprese e dei territori. L’integrazione dei criteri ESG nelle politiche pubbliche si concretizza, ad esempio, nelle pratiche legate al Green Procurement che costituiscono una potente leva di indirizzo. Un altro fattore abilitante è rappresentato dalle strategie di sviluppo avviate mediante il cosiddetto PPP: partenariato pubblico-privato. Questa forma di collaborazione-cooperazione tra soggetti pubblici e privati con l’obiettivo di finanziare, costruire e gestire infrastrutture o erogare servizi di interesse pubblico in forma collaborativa, si sta rivelando un solido strumento di orientamento verso l’adozione di pratiche sostenibili. Nell’ambito energetico la realizzazione di infrastrutture abilitanti per la creazione di comunità energetiche rinnovabili (CER) rappresenta un esempio molto concreto del ruolo attivo della PA nell’instradare, collaborare e supportare il mondo privato, con benefici diretti per le comunità locali.

Il terzo punto attiene alla trasformazione culturale e comportamentale di cittadini e imprese. Il Paradigma ESG esprime valore nella misura in cui entra in tutte le case e ispira realmente i comportamenti. Non basta portare l’efficienza energetica negli edifici pubblici, solo per fare un esempio, ma occorre diffondere un comportamento responsabile presso tutti coloro che utilizzano queste risorse. È questa una delle sfide più impegnative che rientrano nella S di Social e sulla quale la PA può e deve fare la differenza.

Il tema di una formazione scolastica che sappia comprendere e indirizzare sempre di più questi valori è uno dei tasselli di questo mosaico che si compone anche di best practice e di quella capacità di indirizzo che solo la PA è in grado di trasferire e garantire grazie alla capillare presenza nei territori e grazie all’esercizio di una relazione intensa e continuativa con cittadini e imprese. Un impegno pedagogico, si potrebbe dire, che porta benefici su tutte le dimensioni dell’ESG.

Il quarto punto è anche quello sul quale il dibattito è per tante ragioni più acceso e riguarda la grande sfida di misurare e rendicontare la sostenibilità. Su questo piano la PA può fare tanto e occorre lavorare per definire una vera e propria strategia. I termini della questione possono essere ricondotti alla necessità della PA di misurare e rappresentare in modo chiaro e preciso i risultati raggiunti per creare, in modo trasparente, le condizioni di un miglioramento continuo che possa essere facilmente osservato e valutato dai cittadini. La valutazione della qualità di un servizio pubblico, per fare un esempio, sempre di più dovrà essere espressa non solo per la sua efficacia, per la sua efficienza, per la sua sicurezza, ma anche per la sua sostenibilità, per l’inclusione, per la sua stessa trasparenza.

L’altra dimensione riguarda le necessità delle pubbliche amministrazioni di porsi come un attore che stimola e che esige questa misurabilità dalle imprese, ma anche dai cittadini per garantire una reale diffusione di queste pratiche. Ultimo, ma non meno importante, la PA è chiamata a contribuire a due sfide decisive: sostenere lo sviluppo e la diffusione di standard e pratiche di misurazione e di rappresentazione dei risultati che siano effettivamente accessibili e al contempo, predisporre e diffondere gli strumenti e i servizi di conoscenza e di accesso affinché tutti li possano effettivamente utilizzare e apprezzare.

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