EDITORIALE

La PA crea valore se…diventa più verde

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Il settore pubblico è fondamentale perché l’Italia possa raggiungere gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU. A che punto siamo secondo i dipendenti pubblici? Ecco i risultati della seconda edizione della nostra ricerca su Green PA

2 Maggio 2019

Gianni Dominici

Amministratore Delegato FPA

Photo by Annie Spratt on Unsplash - https://unsplash.com/photos/FSFfEQkd1sc

Presentando i risultati della seconda edizione della nostra ricerca su Green PA (pratiche di consumo sostenibile al lavoro) c’è una risposta che, in particolare, mi ha colpito. Alla domanda: perché una PA dovrebbe stabilire una propria strategia di acquisti verdi? Il 3,6% degli intervistati ha risposto per risparmiare denaro, il 34% per diminuire l’impatto sull’ambiente ma, la grande maggioranza, il 58% indica che è necessario per dare impulso ad un’economia e ad una crescita sostenibile. 

Ecco, questo è esattamente il punto della questione quando evochiamo la necessità di una PA che crei valore. Il settore pubblico, infatti, è fondamentale perché l’Italia possa raggiungere gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU. E la PA sta facendo passi avanti: crescono gli “acquisti verdi”, si intensificano gli investimenti per riqualificare il patrimonio immobiliare, c’è una buona adesione alla campagna “plastic free” e in generale migliorano i comportamenti individuali negli uffici. Tuttavia la PA italiana non raggiunge ancora la sufficienza nella sostenibilità ambientale: secondo gli stessi dipendenti pubblici il voto medio alle strategie e politiche di sostenibilità della propria amministrazione è “5 meno” (in una scala da 1 a 10) e oltre il 50% le ritiene inadeguate.

L’impatto della PA sulla sostenibilità

I dipendenti pubblici in Italia sono circa 3,2 milioni, la spesa annua delle PA italiane è di 160 miliardi, una massa critica enorme, di persone, di risorse che potrebbero davvero fare la differenza. Se ciascuno degli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici italiani non consumasse 500 fogli, in un anno si ridurrebbero 8.142 tonnellate di carta. Se in tutti gli uffici pubblici si evitasse la plastica monouso si ridurrebbero 410 milioni di bottigliette di plastica e taglierebbero le emissioni di oltre 27 mila tonnellate di CO2 l’anno. Se chi va a lavorare in auto da solo si mettesse d’accordo con un collega, ogni giorno si toglierebbero dalle strade 632 mila veicoli, in un anno si risparmierebbero 370 mila tonnellate di CO2 e 720 milioni di litri di carburante. Se tutti i dipendenti adottassero comportamenti attenti spegnendo PC, luci e climatizzatori, non sprecando carta e differenziando i rifiuti si potrebbe ridurre di almeno il 5% il consumo energetico annuale della PA (più di 1400 KWh per ogni dipendente) e di oltre 70mila tonnellate le emissioni. Se si rendessero “green” tutti i 160 miliardi di euro di acquisti pubblici di servizi, prodotti e forniture si potrebbero risparmiare oltre 8 miliardi di euro e dare vita a una vera economia sostenibile.

Vediamo nel dettaglio i risultati della ricerca.

Comportamenti individuali

Cresce la percentuale dei dipendenti pubblici che ritengono il proprio stile di consumo a lavoro più che sostenibile: il 36,9% (+5,5% rispetto al 2017). La maggioranza però – il 43,1% – ritiene i comportamenti “abbastanza” sostenibili e il 20% si percepisce come “insostenibile”. In generale, migliorano tutti i comportamenti analizzati. Sono ormai abitudini consolidate spegnere le luci quando si va via la sera dagli uffici (lo fa il 93,6% dei dipendenti), stampare fronte-retro (94,5%) e riutilizzare la carta per bozze e appunti (88,3%). I dipendenti pubblici hanno smesso di stampare le email, sono attenti a rileggere e fare correzioni ai documenti prima di stamparli e non lasciano i caricabatterie nelle prese (77,2%). Una percentuale tra il 60% e il 70% è attento a ridurre la produzione di rifiuti e riutilizzare buste, carta e scatole, a utilizzare luce naturale quando è possibile e a evitare dispersioni di calore aprendo porte e finestre in locali climatizzati. Però serve più attenzione nell’uso del PC: la maggior parte non adotta accorgimenti anti-spreco (solo il 32,5% lo spegne quando si assenta dall’ufficio per più di 20 minuti) e solo il 44,5% spegne il condizionatore nella pausa pranzo.

Acquisti verdi

A tre anni dall’introduzione nel nuovo codice degli appalti dell’approccio del Green Public Procurement (GPP) e dell’obbligatorietà dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) nelle procedure di acquisto si iniziano ad intravedere i primi risultati. Crescono gli acquisti verdi con un “erogato green” attraverso Consip tra il 2014 e il 2017 di 13,5 miliardi di euro. Oggi il 34,6% dei dipendenti dichiara che nella propria PA è stata avviata una politica acquisti attenta all’ambiente e alla sostenibilità (+5,2 punti), anche se solo nel 23% dei casi è formalizzata. La prima ragione – secondo il 58,6% degli intervistati – per stabilire una strategia di acquisti verdi è che questo darebbe impulso ad un’economia e ad una crescita sostenibile, prima ancora che per risparmiare (3,6%), o diminuire l’impatto sull’ambiente dei consumi pubblici (34,4%).

PA paperless

I dati dell’ultimo biennio confermano la tendenza alla riduzione della spesa pubblica per carta, cancelleria e stampati, scesa dai 96 milioni del 2017 a 87 milioni nel 2018 spesi da Ministeri e Presidenza del Consiglio, Comuni, Città Metropolitane, Regioni e Province. Questo deriva anche da un consumo sempre più sostenibile e responsabile: secondo la survey l’86,6% dei dipendenti pubblici non stampa mai le email, il 94% stampa copie in fronte retro o più pagine per foglio, circa 9 su 10 riutilizzano “sempre o frequentemente” i fogli stampati da un solo lato per bozze di stampa e il 79% recupera anche buste e scatole.

Plastic free

Entro il 2021 una direttiva europea impone di vietare l’uso di piatti, posate, cannucce e bastoncini cotonati monouso e la PA dovrà correre ai ripari, perché oggi solamente negli uffici del 16,2% dei dipendenti pubblici i distributori automatici utilizzano bicchieri in materiale riciclato e riciclabile. Sono in lieve aumento le persone che abitualmente bevono acqua del rubinetto (42,4%) e che in pausa pranzo utilizzano piatti o porta pranzo lavabili o riutilizzabili (72,1%). E sono già oltre 300 però università, scuole, ministeri, regioni e soprattutto Comuni che hanno aderito alla “Plastic Free Challenge”, campagna lanciata a giugno 2018 dal Ministro dell’Ambiente per liberare gli uffici dalla plastica, promuovendo attività di sensibilizzazione e informazione.

Energia

Secondo i dati più recenti di Consip, la spesa annua per la bolletta energetica della PA è di oltre 7,5 miliardi di euro. Gli investimenti per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare pubblico – considerando le risorse dei Programmi Prepac e il Conto Termico – ammontano a 234 milioni di euro, a cui sommare gli oltre 400 milioni del Pon Metro: numeri significativi che hanno permesso di rispettare l’obbligo di riqualificazione del 3% annuo della superficie degli immobili della PA centrale. Ma anche i comportamenti di consumo responsabile nell’illuminazione, climatizzazione e uso degli apparecchi possono produrre una riduzione dal 5 al 15% della spesa in bolletta e delle emissioni.

Per l’illuminazione, è invariata (36,3%) rispetto al 2017 la percentuale dei dipendenti che ha lampadine a basso consumo negli uffici, ma 7 su 10 in ogni caso sono attenti a spegnerle quando non servono, cercando di sfruttare l’illuminazione naturale. Per la climatizzazione, la temperatura negli uffici deve essere intorno ai 19°, ma appena il 50% dei dipendenti pubblici non supera la soglia, anche se il 75,2% del panel è attento “a tenere porte e finestre chiuse per evitare la dispersione di calore”. In estate, il 55,5% non spegne mai il condizionatore quando esce per pranzo.

Nell’uso del PC è ancora alta la percentuale di chi non lo spegne durante assenze dall’ufficio di oltre 20 minuti (67,5%).

Mobilità

Il 44,1% dei dipendenti pubblici va normalmente al lavoro in auto (qualche punto in meno del 2017) e tra questi il 39% in macchina da solo mentre il 5,2% condivide l’auto con colleghi o amici. Diminuisce rispetto al 2017 la percentuale di chi va in ufficio servendosi dei mezzi pubblici (27,6%), ma cresce la percentuale di chi sceglie la bicicletta (9%) e a piedi (12,1%). A scegliere la mobilità soft sono dunque solo due dipendenti su 10, ma nella maggior parte dei casi (39,3%) dietro questa scelta c’è il piacere di una pedalata o una camminata e nel 36% l’attenzione all’ambiente. Al contrario, chi va in macchina da solo lo fa perché nel 54% dei casi non ha alternative e nel 38,9% risparmia tempo.

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