L’intervista di Gianni Dominici a Marco Fratoddi, direttore della rivista Sapereambiente, sul tema della ripresa del nostro paese e sulle sfide future in materia di cambiamento climatico. L’emergenza sanitaria dettata dalla pandemia Covid19 ha riportato l’attenzione non solo sui temi strettamente collegati alla sanità pubblica e agli investimenti in ricerca, ma ha anche sottolineato ancora una volta la necessità di un nuovo modello di sviluppo economico volto ad affrontare l’enorme problema del cambiamento climatico
16 Marzo 2021
Redazione FPA
La storia ci ha insegnato che grandi shock portano con sé dei cambiamenti, talvolta momentanei, volti semplicemente al superamento della crisi in questione, talvolta duraturi, provocando un vero cambio di paradigma. La speranza che accomuna molti, in questi mesi, è proprio che questa pandemia possa portare dei cambiamenti sistemici, verso un modello di sviluppo diverso.
In questa puntata Gianni Dominici intervista Marco Fratoddi, giornalista professionista e formatore, direttore responsabile di Sapereambiente, rivista lanciata alla vigilia del primo lockdown di un anno fa. Docente di Scrittura giornalistica al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Cassino, dove tiene un corso sulla semiotica della notizia ambientale e le applicazioni giornalistiche dei nuovi media, Fratoddi fa parte degli “Stati generali dell’innovazione” dove segue in particolare le tematiche ambientali.
“Il cambiamento climatico era e resta la sfida del nostro tempo” esordisce Fratoddi, sottolineando quanto questi mesi di difficoltà ci abbiano permesso di riflettere non solo sui temi strettamente collegati alla pandemia, ma anche sui futuri modelli di convivenza civile, che dovranno necessariamente avere come orizzonte quello tracciato dagli Accordi di Parigi, ovvero il contrasto al cambiamento climatico.
“In materia di formazione culturale sui temi della sostenibilità – spiega Fratoddi – non è la cittadinanza ad essere indietro, ma le rappresentanze, sia a livello mediatico che a livello di governance”. L’emergere della sharing economy, nonostante la brusca frenata legata alle necessità del distanziamento sociale, e la diffusione dei mezzi condivisi di mobilità sostenibile sono una prova del fatto che un cambiamento dal basso in questo senso è possibile.
“Serve investire in formazione – conclude Fratoddi – specialmente quando si parla di PA, per far sì che le parsone si sentano arricchite di conoscenza mentre sono al servizio della cittadinanza”. Ovviamente un cambio di paradigma presuppone anche un’accelerazione verso la decarbonizzazione dei processi e verso un modello di convivenza civile più sostenibile, magari partendo da una nuova cultura agroalimentare.