Mobilità sostenibile: la ricetta di general motors
Sono molte le definizioni che ricorrono per quanto riguarda Smart Cities. Per GM, la definizione non può prescindere dall’avere «good business sense» e riguardare principalmente la «smart mobility». Secondo una di queste definizioni, una città può considerarsi «smart» quando investimenti in capitale umano e sociale e in infrastrutture di comunicazione tradizionali (trasporti) e moderne (ICT) si combinano per alimentare uno sviluppo economico sostenibile ed un’elevata qualità di vita, con una saggia gestione delle risorse naturali, attraverso un governo partecipato della cosa pubblica.
24 Ottobre 2012
Redazione FORUM PA
Sono molte le definizioni che ricorrono per quanto riguarda Smart Cities. Per GM, la definizione non può prescindere dall’avere «good business sense» e riguardare principalmente la «smart mobility». Secondo una di queste definizioni, una città può considerarsi «smart» quando investimenti in capitale umano e sociale e in infrastrutture di comunicazione tradizionali (trasporti) e moderne (ICT) si combinano per alimentare uno sviluppo economico sostenibile ed un’elevata qualità di vita, con una saggia gestione delle risorse naturali, attraverso un governo partecipato della cosa pubblica.
General Motors vede in Smart Cities la logica applicazione del proprio modo di fare business: progettare, costruire e vendere i migliori veicoli del mondo in modo ambientalmente responsabile, economicamente accessibile e socialmente inclusivo. In una parola, la sostenibilità.
Per General Motors il successo passa attraverso il rispetto dell’ambiente in tutto quello che facciamo. Ad esempio, per quanto riguarda l’attività manifatturiera, abbiamo introdotto una serie di iniziative per rendere sempre più leggera l’impronta che lasciamo nel mondo. Che cosa vuole dire? Vuol dire che oltre cento dei nostri impianti, sia produttivi che di ingegneria (centri di ricerca e sviluppo) non consegnano nulla in discarica. In altre parole, non vengono prodotti scarti che non siano riutilizzati, riciclati o trasformati all’interno dello stabilimento.
L’obiettivo dell’iniziativa “landfill free” (liberi dalla discarica) prevede che nostri 125 siti (100 di produzione e 25 non) siano a zero rifiuti entro il 2020. Al tempo stesso, stiamo attenti a quello che consumiamo. Entro il 2020 vogliamo ridurre l’energia necessaria per produrre un autoveicolo dai 5,12 MWh del 2000 a 2,07 MWh: meno del 50%. Non solo. Ad oggi produciamo circa 60 MW da fonti rinnovabili. L’obiettivo è di arrivare al doppio entro il 2020: 125 MW prodotti da fonti rinnovabili per i nostri siti. L’attenzione per l’ambiente riguarda, ovviamente, anche i nostri prodotti, sia durante la loro vita utile che al momento della loro demolizione.
La strategia di GM è volta a rendere sempre più ecosostenibili i propri veicoli perché sempre meno inquinanti e più rispettosi dell’ambiente anche a fine vita pur mantenendoli sostenibili economicamente. Tutte le tecnologie sono applicate in modo ottimale per fornire la risposta giusta alle esigenze del mercato di riferimento: motori tradizionali, eppure innovativi, ibridi con diversi livelli di elettrificazione, biocombustibili e gas, tutto rientra nella logica di una mobilità ambientalmente, economicamente e socialmente sostenibile. Al tempo stesso, le tecnologie vengono sfruttate per rendere i veicoli più efficienti e più sicuri come prodotto (es. Opel Eye, nuovi motori Diesel e benzina, ibridi, sicurezza attiva e passiva) non solo a favore dei passeggeri, ma anche prestando attenzione agli utenti deboli in modo da predisporli ad essere parte integrante di un sistema di trasporto in linea con le esigenze di una smart society. Se da una parte c’è l’attenzione alla riduzione dei consumi sul veicolo, dall’altra, con l’applicazione di intelligenze sempre più sofisticate, il veicolo diventa elemento attivo del sistema di trasporto, in grado di dialogare con l’infrastruttura e, potenzialmente, con gli altri veicoli per garantire un livello di sicurezza mai raggiunto prima e un’efficienza di sistema, sfruttando i servizi di infomobilità.
Un ulteriore aspetto riguarda i veicoli elettrici, di per sé progettati per dialogare con le reti (energetiche, informatiche, di trasporto) e che possono sfruttare al meglio la propria integrazione in rete utilizzando informazioni e servizi ad alto valore aggiunto. Un esempio di tutto ciò è il centro di ingegneria General Motors Powertrain a Torino, inserito all’interno del prestigioso Politecnico. Infatti, il centro, oltre a sviluppare innovativi propulsori Diesel per tutto il Gruppo GM attraverso l’opera di circa 500 tra ingegneri, ricercatori e tecnici specializzati, è all’avanguardia nel recupero energetico. Infatti l’elettricità autoprodotta con il funzionamento delle 15 sale prova motori copre il fabbisogno energetico dei mezzi di calcolo presenti nel sito e, con l’introduzione del terzo turno, il fabbisogno soddisfatto da forniture esterne si ridurrà ulteriormente. Quindi, se il risultato del lavoro porta a propulsori sempre più efficienti e meno inquinanti, lo stesso lavoro ha un’impronta sempre più lieve sull’ambiente.