Politica di Coesione UE: il progetto Talea di Bologna per l’innovazione urbana

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Soluzioni ecologiche e innovative implementate nei contesti urbani europei rispondono alle sfide climatiche e potenziano l’inclusività e la cooperazione transnazionale. Un esempio è il progetto “Talea – Green Cells Leading The Green Transition”, che si inserisce nel quadro delle politiche europee di coesione e riceve supporto dal programma European Urban Initiative – Innovative Actions (EUI-IA). Ne abbiamo parlato con Miles Gualdi, coordinatore dell’Unità Progetti europei e internazionali del Comune di Bologna e project manager del progetto

31 Gennaio 2025

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Patrizia Fortunato

Content Editor, FPA

Foto di CHUTTERSNAP su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/vista-dallalto-delledificio-con-gli-alberi-IfmqOuOkaOA

Unità spaziali delle dimensioni di cento per cento metri si trasformano in “cellule verdi”, reintegrando nuovi spazi pubblici nell’area urbana della città di Bologna. Si tratta di spazi ecologici che il progetto “Talea – Green Cells Leading The Green Transition”, intende implementare.

“Rendere le città più ecologiche” è una delle tre priorità urbane del secondo bando del programma European Urban Initiative – Innovative Actions (EUI-IA). Le altre due sono “turismo sostenibile” e “sfruttare i talenti nelle città in declino”. È in risposta a questa call che nel 2023 Bologna, in qualità di autorità urbana capofila, ha presentato Talea: uno dei 22 progetti ammessi al finanziamento stanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale – FESR 2021-2027 nel quadro dell’EUI-IA, su 112 proposte candidate da 21 Stati membri dell’UE.

La città ha puntato sulla resilienza climatica e urbana, coordinando – per la realizzazione delle cellule verdi – un partenariato che include la Fondazione IU Rusconi Ghigi, l’Università di Bologna, la Fondazione Bruno Kessler, Cineca, R2M e R3GIS.

European Urban Initiative – Innovative Actions: l’iniziativa europea a supporto della dimensione urbana

La Commissione Europea ha riservato una quota del Fondo europeo di sviluppo regionale all’Iniziativa Urbana Europea, destinata al finanziamento di progetti sperimentali in ambito urbanistico e indirizzata alle autorità urbane. Una quota, messa a bando e gestita dalla Regione Hauts-de-France, autorità di gestione del Programma dell’Unione Europea EUI. Per il ciclo 2021-2027, l’EUI dispone di una dotazione complessiva del FESR pari a 450 milioni di euro. Di questi, 120 milioni sono destinati a questo secondo bando.

Con un massimo di 5 milioni di euro di cofinanziamento del FESR per ciascun progetto eletto[1] , da realizzare entro un termine massimo di 3,5 anni, l’Iniziativa Urbana Europea finanzia l’80% del valore complessivo di progetti capaci di tradurre concretamente i valori del New European Bauhaus: sostenibilità, inclusività ed estetica.

‘Valori’ che il progetto Talea sintetizza, sviluppandosi lungo tre direttrici chiave: transizione ecologica, infrastrutture tecnologiche e reti partecipative.

Impatto dei Fondi di Coesione su sviluppo urbano: ecologia, tecnologia e partecipazione

Partiamo dall’inizio. Dalla descrizione della proposta progettuale, verificando la sua coerenza con i valori del paradigma del Nuovo Bauhaus Europeo ed esplorandola lungo le sue tre componenti principali. A guidarci è Miles Gualdi, coordinatore dell’Unità Progetti europei e internazionali del Comune di Bologna e project manager di Talea Green Cells, il progetto formalmente avviato il 1° dicembre 2024, dopo una fase preparatoria di sei mesi.

Talea e la transizione ecologica: un modello di sostenibilità urbana

Vulnerabilità alta, impatti alti.

Le emissioni di gas serra continuano ad aumentare le temperature globali, con proiezioni che indicano un ulteriore innalzamento fino al 2100 e oltre se non si interviene. Il riscaldamento globale ha già prodotto un incremento medio di circa 1°C rispetto al periodo preindustriale, e potrebbe raggiungere 1.5°C intorno al 2040 se le tendenze attuali dovessero persistere. Sono questi i dati dell’ultimo rapporto di sintesi (Sesto Rapporto di Valutazione, AR6) del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel On Climate Change – IPCC), che evidenzia la necessità urgente di azioni per mitigare i cambiamenti climatici.

È noto agli urbanisti che, nelle città, la temperatura tende ad essere più alta rispetto alle aree suburbane o rurali, a causa dell’intensiva urbanizzazione e della conseguente concentrazione di opere di cementificazione. Questo porta ad un maggiore assorbimento di calore diurno e a una minore dispersione notturna, intensificando il fenomeno delle isole di calore urbano.

Bologna è significativamente colpita dall’aumento delle temperature, con proiezioni per il 2021-2050 che prevedono ondate di calore più prolungate: da 2 a 6 giorni consecutivi, secondo i dati dell’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna (Arpae).

Interventi urbanistici mirati a contrastare le isole di calore devono però tenere conto di come questo fenomeno impatti in modo differente sulle fasce di popolazione più svantaggiate per età, salute e status socio-economico, e promuovere la loro partecipazione il più possibile.

“L’aspetto urbanistico rappresenta per noi un elemento di innovazione del tessuto urbano”

Miles Gualdi

L’obiettivo su cui Bologna è concentrata, “rendere le città più ecologiche”, rafforza la resilienza delle comunità. Gli spazi pubblici, le aree verdi, le piazze affollate, le strade vivaci, favoriscono l’incontro, la scoperta e l’innovazione, come insegna l’urbanista Jane Jacobs con il suo approccio allo sviluppo urbano basato sul concetto di città aperta.

Talea e le infrastrutture tecnologiche: innovazione per una città intelligente

A Bologna, le cellule verdi fungono da tessuto connettivo fisico e digitale. Il secondo pilastro su cui poggia il progetto è quello tecnologico, con le sue implicazioni data-driven.

“Siamo assolutamente consapevoli del fatto che un intervento urbanistico, perché possa essere di successo – afferma Miles Gualdi – deve essere programmato, monitorato e valutato usando tecnologie all’avanguardia per la rilevazione dei dati, l’elaborazione e la restituzione delle informazioni”.

L’amministrazione si è avvalsa per questo di tre partner tecnologici: la Fondazione Bruno Kessler, che coordina il progetto dal punto di vista tecnologico e collabora strettamente con il Comune di Bologna, oltre che con Cineca, per sviluppare il gemello digitale (i dati e i risultati di Talea confluiranno nel Digital Twin della città, ampliandone il potenziale di impatto, scalabilità e integrazione); e due soggetti privati – R2M e R3GIS – che si occupano rispettivamente una dell’elaborazione di modelli per lo studio del verde urbano e l’altra dello sviluppo di apparecchiature tecnologiche per la misurazione e la raccolta dei dati.
“Nella fase di design delle cellule verdi, i partner tecnologici raccoglieranno ed elaboreranno i dati affinché la progettazione sia data-driven. Durante il monitoraggio, i dati saranno fondamentali per verificare l’andamento delle condizioni ambientali con l’avanzamento dei lavori e per effettuare una valutazione finale, rafforzata da dati specifici”.

Talea e le reti partecipative: coinvolgere la comunità per un futuro condiviso

Le mappe della fragilità climatica, basate su indicatori di potenziale vulnerabilità demografica, sociale ed economica e integrate nel Piano Urbanistico Generale di Bologna, sono strumenti che l’amministrazione usa per una progettualità aperta, continua e adattabile monitorando e rispondendo alle trasformazioni in atto nel territorio urbano. Accanto a queste, c’è anche il coinvolgimento attivo dei cittadini.

Il terzo pilastro del progetto è la partecipazione. Le cellule verdi saranno progettate e implementate attraverso un processo di co-progettazione.  

Tre gli orizzonti di partecipazione. Il primo è quello che coinvolgere la comunità locale nel definire le tipologie di intervento nelle tre aree prioritarie.

“Nella fase di pre-progetto, abbiamo esaminato – precisa Gualdi – dove si incentravano le proposte presentate nei patti di collaborazione e nel bilancio partecipativo delle precedenti edizioni, identificando le aree più critiche di intervento”. Aree che hanno suscitato una fortissima attenzione da parte della cittadinanza e in cui esiste già una consolidata tradizione di collaborazione con la popolazione, con l’associazionismo, con i gruppi informali di residenti presenti sul territorio.

Gli interventi previsti si realizzeranno in tre diverse localizzazioni della città. In particolare, si prevede di lavorare su alcuni assi stradali del centro storico, dove il progetto Talea si integra con la strategia Impronta Verde, che presuppone interventi sul verde e lo spazio pubblico per un totale di 17 milioni di euro, nell’ambito del Piano Operativo di Bologna e del Programma PN Metro Plus e Città Medie Sud 2021-2027.

La partecipazione attiva inizierà questa primavera. Come sottolinea Gualdi, le aree pilota verranno trasformate con soluzioni naturali già sperimentate in altri contesti e replicabili. Il tipo di interventi non è stato descritto nei dettagli, verrà definito attraverso un percorso partecipativo in cui i cittadini potranno scegliere da un menu di possibilità: dalla piantumazione alla depavimentazione, fino all’impiego di pareti verdi.

Il secondo orizzonte di partecipazione riguarda la raccolta dei dati attraverso un approccio di citizen science. La rilevazione dei dati avverrà non solo tramite stazioni meteorologiche e attrezzature fisse, ma anche con il supporto della comunità. Ai cittadini verranno fornite strumentazioni per monitorare parametri come il traffico e la temperatura, oltre che per valutare gli interventi. Laboratori partecipati, aperti a tutta la cittadinanza, favoriranno la formazione di gruppi per l’attività di citizen science.

Il terzo orizzonte di partecipazione riguarda la comunicazione, finalizzata a promuovere una consapevolezza diffusa. Oggi Bologna è una città affaticata dai cantieri, dai lavori pubblici. Sviluppare una comunicazione partecipativa che coinvolga residenti e stakeholder, condividendo con loro l’importanza degli interventi nelle diverse aree, è fondamentale. “Questa, unita a un’efficace strategia di comunicazione rivolta a tutta la cittadinanza, contribuirà a motivare la pazienza e il sostegno al progetto”, sottolinea Gualdi.

A spingere una città verso la transizione verde e sociale sono proprio i cittadini, che rivendicano il “diritto alla città” (parafrasando il titolo di un libro di Henri Lefebvre). Non è calando soluzioni dall’alto che si introduce una policy urbana per lo sviluppo della città, ma consultando le comunità che dovranno adottarle, stabilendo relazioni e creando significati insieme. In questo, le politiche di coesione aiutano. Lo dimostra la stessa composizione del consorzio impegnato nella realizzazione di Talea: un’autorità urbana più prossima ai cittadini, l’università con il proprio know-how, le aziende tecnologiche e non solo. Il progetto adotta un approccio multi-governance e multidisciplinare, coinvolgendo diverse professionalità.

Diverse azioni si muovono sotto una stessa cornice: attitudine alla collaborazione interistituzionale e multilivello, e coerenza tra le politiche locali e gli obiettivi globali di sostenibilità. Bologna fa parte della rete delle C40, una collaborazione globale di sindaci delle principali città del mondo, unite nell’implementare politiche e programmi che riducano le emissioni di gas serra entro il 2030 e limitino il riscaldamento globale a 1.5°C. È anche tra le “100 Climate-Neutral and Smart Cities by 2030”, una missione lanciata dalla Commissione Europea nel 2022 nel quadro del programma Horizon Europa.

European Urban Initiative: le Transfer Cities al centro dell’innovazione urbana e prospettive future

La replicabilità delle soluzioni proposte è una caratteristica distintiva del programma EUI.

Bologna intraprende con Riga (Lettonia), Cluj-Napoca (Romania) e Marsiglia (Francia), come “Transfer Cities“, un processo di trasferimento e adattamento delle soluzioni Talea nei rispettivi contesti urbani, ciascuno caratterizzato da proprie sfide climatiche, socio-economiche e culturali.

Le tre città sono state selezionate in base a specifici parametri. Si tratta di città di dimensioni medio-grandi, caratterizzate da tessuti urbani differenti, per consentire uno studio sulla replicabilità delle soluzioni in contesti molto diversi: da una città mediterranea e densamente popolata come Marsiglia, a città con infrastrutture verdi molto sviluppate, come Riga e Cluj-Napoca.

Questa collaborazione transnazionale offre un’opportunità unica per testare l’efficacia di tali soluzioni in ambienti eterogenei. Marsiglia, Riga e Cluj-Napoca osserveranno le attività svolte a Bologna e quelle che verranno sviluppate nel quadriennio, proponendo un’analisi critica delle azioni replicabili e di quelle da modificare per rispondere alle specificità locali. Le “Transfer Cities” avranno l’opportunità di osservare direttamente gli interventi urbanistici pianificati durante una serie di visite programmate. Arriveranno a Bologna il 13-14 febbraio per visitare le tre aree individuate.

“Spiegheremo – afferma Gualdi – quali sono le caratteristiche socioeconomiche e urbanistiche di quelle aree e perché le abbiamo scelte. Torneranno a giugno, quando avremo il progetto di fattibilità tecnica ed economica, e potremo presentare le caratteristiche degli interventi urbanistici che realizzeremo. Ritorneranno alla fine del progetto per toccare con mano i cambiamenti effettivamente avvenuti. Avranno un anno e mezzo per condurre uno studio di fattibilità nei loro contesti. E alla fine dovranno produrre un report”.

Questi incontri forniranno quindi l’occasione per condividere conoscenze e approcci, facilitando un dialogo continuo su come le infrastrutture verdi e le politiche di adattamento possano essere implementate.

L’importanza del progetto “Talea” non si misura unicamente attraverso l’implementazione fisica delle soluzioni, ma anche attraverso la capacità di generare un cambiamento duraturo nelle politiche urbane delle città coinvolte. La sfida dell’iniziativa comunitaria Urban Innovative Actions è stata ambiziosa, promuovendo governance partecipativa, sostenibilità e inclusione nell’ecosistema urbano. Il progetto “Talea” è dunque un esempio di come le politiche di coesione possano trasformare le città europee in centri di innovazione ecologica, tecnologica e sostenibilità urbana.

#EUStories

L’articolo è realizzato nell’ambito della campagna di comunicazione ‘COINS – COhesion INnovation Stories: con l’Europa innoviamo l’Italia’, co-finanziata dall’Unione Europea. Il punto di vista e le opinioni espresse sono solo dell’autore e non riflettono necessariamente quelle dell’Unione Europea, che non ne può essere considerata responsabile.


[1] Il costo complessivo del progetto Talea è di oltre 6 milioni di euro, di cui circa 5 milioni (80%) finanziati dal Programma EUI, mentre il restante 20% sarà coperto dagli altri partner del consorzio.

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