Principio DNSH: dagli obiettivi alla valutazione di conformità, ecco che cos’è e come funziona

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Qualsiasi progetto finanziato nell’ambito dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) deve garantire l’assenza di impatti negativi significativi sull’ambiente secondo il principio Do No Significant Harm (DNSH). Ecco in dettaglio cosa prevede questo principio e come funziona la valutazione di conformità

15 Febbraio 2024

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Claudia Bertozzi

Project Manager, FPA

Foto di Naja Bertolt Jensen su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/banco-di-pesci-in-acqua-BJUoZu0mpt0

Al centro del programma Next Generation EU si trova il Recovery and Resilience Facility (RRF), un dispositivo chiave volto a promuovere una serie di obiettivi ambiziosi. Tra questi, spicca l’impegno a sostenere progetti che mirino a realizzare gli accordi presi con l’Accordo di Parigi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delineati dalle Nazioni Unite e che siano in linea con le direttive del Green Deal europeo. La visione è quella di una ripresa economica resiliente, sostenibile e inclusiva, guidata da investimenti strategici e riforme coerenti e responsabili. In questo contesto, il principio Do No Significant Harm (DNSH) emerge come un pilastro cruciale, stabilendo un criterio non negoziabile per l’assegnazione dei fondi RRF.

Il Principio DNSH: una bussola per navigare verso un futuro più sostenibile

Questo principio implica che qualsiasi progetto finanziato nell’ambito dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) degli Stati membri debba garantire la totale assenza di impatti negativi significativi sull’ambiente. Questa condizione sottolinea l’importanza di un approccio olistico alla ripresa, dove la crescita economica e la protezione ambientale procedono di pari passo.

I Paesi dell’UE devono destinare almeno il 37% dei finanziamenti ricevuti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza a investimenti e riforme che sostengano gli obiettivi in materia di clima. Questo requisito evidenzia la determinazione dell’UE a fare della transizione ecologica non solo un imperativo etico ma anche un pilastro fondamentale della sua strategia di ripresa economica. Con queste misure, l’UE aspira a costruire un futuro in cui la crescita economica si armonizzi con gli obiettivi ambientali, guidando il continente verso un orizzonte più sostenibile e resiliente.

Il Principio DNSH: che cos’è e come funziona

Il Principio DNSH (acronimo di “Do No Significant Harm”) è un principio della politica ambientale europea che richiede di evitare o minimizzare il danno significativo all’ambiente causato dalle attività umane.

Si tratta di un principio centrale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’UE, che mira a garantire la sostenibilità ambientale dei progetti finanziati, ponendosi come un pilastro fondamentale per guidare investimenti responsabili.

Il principio DNSH segna un punto di svolta nelle politiche ambientali, ponendo la tutela dell’ambiente al centro delle decisioni strategiche e operative e rappresentando, di fatto, un catalizzatore per la promozione di pratiche sostenibili e responsabili, in grado di influenzare decisioni economiche e politiche a tutti i livelli.

La sua integrazione all’interno dei progetti assicura non solo il rispetto dell’ambiente ma anche la promozione di un progresso sostenibile, garantendo che ogni azione intrapresa contribuisca positivamente alla sostenibilità ambientale e sociale delle comunità.

Quali sono gli obiettivi ambientali previsti dal DNSH?

Gli obiettivi ambientali previsti dal principio DNSH sono definiti nell’ambito del sistema di tassonomia delle attività ecosostenibili e sono correlati agli accordi internazionali, come l’accordo di Parigi e il Green Deal europeo. I sei principali obiettivi ambientali individuati sono i seguenti:

  1. Mitigazione dei cambiamenti climatici
  2. Adattamento ai cambiamenti climatici
  3. Uso sostenibile o protezione delle risorse idriche e marine
  4. Economia circolare, inclusa la prevenzione, il riutilizzo ed il riciclaggio dei rifiuti
  5. Prevenzione e riduzione dell’inquinamento
  6. Protezione e ripristino di biodiversità e degli ecosistemi

Più in dettaglio, gli obiettivi possono essere declinati operativamente secondo le seguenti modalità, con l’esemplificazione di alcuni possibili casi pratici:

  • Riduzione delle emissioni di gas serra: riguarda la riduzione dell’impatto dei progetti sul clima puntando, ad esempio, su progetti che utilizzano tecnologie rinnovabili o che migliorano l’efficienza energetica.
  • Adattamento ai cambiamenti climatici: gli interventi devono promuovere la resilienza climatica, sviluppando ad esempio infrastrutture in grado di resistere agli eventi climatici estremi.
  • Uso sostenibile delle risorse idriche: questo obiettivo si concentra sulla gestione e la protezione delle risorse idriche, promuovendo progetti che implementano sistemi di raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana.
  • Transizione verso un’economia circolare: sono incoraggiati i progetti che promuovono il riutilizzo e il riciclo dei materiali, riducendo al massimo gli sprechi.
  • Prevenzione e controllo dell’inquinamento: gli interventi devono mirare a ridurre l’inquinamento in tutte le sue forme. L’installazione di sistemi di filtrazione avanzati in impianti industriali può essere un caso pratico di attuazione.
  • Protezione e ripristino della biodiversità: quest’ultimo obiettivo riguarda la conservazione degli ecosistemi naturali e delle specie, ad esempio attraverso progetti di riforestazione o di creazione di corridoi ecologici.

Cos’è la valutazione DNSH e come si svolge

La valutazione di conformità al principio DNSH si basa su sei obiettivi ambientali precedentemente indicati e le misure devono essere valutate in relazione al loro impatto su ciascuno di essi. La valutazione del rispetto del principio DNSH coinvolge diverse fasi e procedure, che sono descritte dettagliatamente nella “Guida Operativa per il Rispetto del Principio di Non Arrecare Danno Significativo all’Ambiente”. La guida può èssere scaricata qui.

La Guida nasce con l’obiettivo di supportare gli enti governativi nelle fasi di pianificazione, raccolta dati e controllo, offrendo indicazioni su criteri tassonomici, normative pertinenti e fattori chiave per dimostrare la conformità ai criteri DNSH. La guida include:

  • una mappatura delle iniziative previste nel PNRR, con lo scopo di collegare ogni iniziativa alle corrispondenti attività economiche necessarie per l’attuazione dei progetti;
  • schede descrittive per ogni area di intervento (ad esempio, costruzione di edifici, impianti fotovoltaici, piste ciclabili), che hanno lo scopo di offrire agli enti responsabili delle iniziative PNRR e agli esecutori un compendio delle informazioni operative e normative necessarie per identificare i criteri tassonomici, ovvero i requisiti DNSH, includendo riferimenti legislativi, requisiti DNSH e criteri di verifica;
  • liste di controllo per la verifica in ogni area di intervento, che sintetizzano gli aspetti chiave di verifica menzionati nelle relative schede.

In generale, la valutazione DNSH comporta i seguenti passaggi:

  1. Identificazione delle misure: è necessario individuare le misure, gli investimenti o le riforme che devono essere valutati in relazione al principio DNSH.
  2. Valutazione degli effetti: occorre valutare gli effetti diretti e indiretti primari di ciascuna misura su ciascuno degli obiettivi ambientali definiti dal DNSH.
  3. Valutazione semplificata o sostanziale: se la misura è considerata a impatto nullo, trascurabile o in grado di contribuire in modo completo o sostanziale alla realizzazione di un obiettivo ambientale, la valutazione DNSH può assumere una forma semplificata. Altrimenti, se la misura richiede una valutazione sostanziale del rispetto del principio DNSH per almeno uno degli obiettivi, si procede alla fase successiva.
  4. Liste di controllo (checklist): per ciascuno degli obiettivi ambientali, vengono considerate le domande corrispondenti ai requisiti legali della valutazione DNSH. Le risposte a queste domande devono concludersi con una valutazione negativa (“no”), indicando che non viene arrecato un danno significativo all’obiettivo ambientale specifico.
  5. Documentazione: è obbligatorio fornire una valutazione sostanziale del rispetto del principio DNSH, identificando il tipo di evidenza a supporto dell’analisi.

La Guida Operativa fornisce ulteriori dettagli su ciascuna di queste fasi, oltre a una serie di strumenti pratici strumenti pratici, come le schede di autovalutazione, per facilitare l’intero processo di valutazione DNSH.

È importante consultare periodicamente sia la guida che gli allegati, per tener traccia di ogni possibile integrazione o aggiornamento.

I criteri di valutazione del rispetto del DNSH includono l’analisi dell’impatto ambientale, la valutazione della sostenibilità a lungo termine e l’assenza di effetti negativi significativi. È inoltre fondamentale che i progetti dimostrino un contributo positivo verso gli obiettivi ambientali stabiliti.

Per questo motivo la valutazione per la conformità al DNSH richiede un approccio integrato che tenga conto come un progetto vada ad impattare su tutti gli obiettivi ambientali. Le checklist di controllo vengono periodicamente revisionate e aggiornate proprio a questo scopo, con un focus specifico sulle priorità legate all’ambiente e alla sostenibilità.

Ad esempio, alcune recenti modifiche alle checklist del DNSH hanno determinato l’esclusione delle caldaie a gas in determinati progetti, evidenziando di contro un focus rinnovato sull’efficienza energetica e sulle energie rinnovabili.

Nelle checklist, ogni punto di controllo è associato a specifici criteri di valutazione. Per il criterio della riduzione delle emissioni di gas serra, un punto di controllo potrebbe essere – ad esempio – la quantificazione delle emissioni evitate grazie all’implementazione del progetto.

La revisione dettagliata di ogni singolo elemento evidenzia come debbano essere strutturati i progetti e quali criteri specifici debbano soddisfare per essere conformi al DNSH e, quindi, finanziabili.

Quando è obbligatoria la relazione DNSH

La relazione DNSH è obbligatoria per tutti gli investimenti e le riforme finanziati dal PNRR e dal Fondo di Ripresa e Resilienza dell’Unione Europea. In particolare, la relazione DNSH deve essere redatta per dimostrare il rispetto del principio di non arrecare un danno significativo all’ambiente (DNSH) in relazione a ciascuna misura finanziata.

La relazione deve essere redatta dalle amministrazioni preposte alla gestione degli investimenti e delle riforme, in collaborazione con gli esperti ambientali e i soggetti attuatori delle misure, in conformità con le linee guida e le metodologie definite dalla Commissione Europea e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

La relazione DNSH deve essere presentata in diverse fasi del processo di attuazione delle misure, a partire dalla selezione dei progetti fino alla rendicontazione. In particolare, la relazione deve essere presentata al momento della presentazione del progetto, della valutazione della fattibilità, della selezione del progetto, della definizione del piano di attuazione, della rendicontazione e della verifica finale.

Gli audit DNSH: cosa sono e come si svolgono

Gli audit DNSH sono processi di verifica e controllo finalizzati a garantire il rispetto del principio di non arrecare un danno significativo all’ambiente (DNSH) nei progetti e nelle iniziative finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dal Fondo di Ripresa e Resilienza dell’Unione Europea. Si tratta di audit condotti per assicurare che le misure e gli investimenti siano conformi ai requisiti ambientali e alle normative stabilite.

Durante gli audit DNSH vengono esaminati i documenti, i processi e le attività legate all’attuazione delle misure, al fine di valutare il rispetto dei vincoli DNSH e l’impatto ambientale complessivo delle iniziative. Gli audit possono essere condotti da enti di controllo, autorità competenti o enti terzi incaricati di verificare la conformità ambientale dei progetti.

Gli audit DNSH possono inoltre includere ispezioni sul campo, revisione dei documenti di progetto, valutazione dell’impatto ambientale, monitoraggio delle attività e rendicontazione. L’obiettivo principale degli audit DNSH è garantire che le misure e gli investimenti siano in linea con gli obiettivi ambientali e che non arrechino un danno significativo all’ambiente.

È importante sottolineare che il rispetto dei vincoli DNSH e il superamento degli audit sono entrambi fattori cruciali per l’approvazione e il finanziamento dei progetti da parte della Commissione Europea e per garantire la conformità alle normative ambientali e agli standard internazionali.

Appare chiaro è che il Principio DNSH è da considerarsi vitale per il successo dei progetti nel quadro del PNRR. Il suo impatto va oltre la conformità normativa, contribuendo in maniera significativa agli obiettivi globali di sostenibilità e promuovendo un modello di sviluppo più rispettoso dell’ambiente. L’adozione del DNSH rappresenta un impegno collettivo verso il futuro.

La sua corretta implementazione è essenziale non solo per il successo dei singoli progetti, ma anche per il progresso verso un modello di sviluppo sostenibile a lungo termine.

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