Ridurre il consumo di energia: una sfida sempre più attuale, con la PA in prima fila
Risparmiare energia e ridurre le emissioni è un impegno per tutti sempre, ma ancor più ora, in questo contesto di crisi internazionale. Ecco cosa possono fare la pubbliche amministrazioni, che sono tra i maggiori consumatori di energia in Italia
8 Marzo 2022
Carlo Mochi Sismondi
Presidente FPA
L’efficientamento energetico, che vuol dire ridurre al massimo gli sprechi di energia, ma anche razionalizzarne l’impiego, è un dovere per tutti per mitigare il cambiamento climatico e rispettare gli impegni internazionali presi. In questo momento storico diventa però anche una importante reazione alla crisi internazionale e ad un possibile ricatto del Governo russo di fronte alla condivisa opposizione all’invasione dell’Ucraina. Consumare meno energia è quindi non solo un dovere per la sostenibilità dello sviluppo e per la qualità della vita nostra e dei nostri figli, ma diventa ora anche un atto politico di resistenza alla prepotenza.
Efficientamento energetico: il ruolo della PA
In questo percorso le amministrazioni pubbliche sono protagoniste importanti. Le pubbliche amministrazioni sono infatti tra i maggiori consumatori di energia in Italia. Secondo i dati più recenti disponibili, la spesa annua sostenuta dalla PA era, prima dei recenti rincari, pari a circa 9 miliardi di euro (fonte: elaborazioni Consip 2018 su dati Ministero dello Sviluppo Economico, Camera di Commercio di Milano, Arera, Terna, Enea, GME, EEX, TTF).
Tutte le amministrazioni pubbliche – centrali, regionali e locali – sono dunque chiamate a realizzare gli interventi di efficientamento in modo esemplare, nella consapevolezza che azioni di successo agiranno da esempio per il settore privato, indirizzando cittadini ed imprese. Dal 2019 poi tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione devono rispettare i parametri europei adeguandosi allo standard nZEB – nearly Energy Zero Building, “Edifici a Energia Quasi Zero” con livelli di prestazione molto elevati.
Obiettivi, strumenti e modelli di gestione
Come ci ricorda Consip, tuttavia gestire l’aspetto energetico non è cosa semplice. La Pubblica Amministrazione deve infatti, innanzitutto, definire gli obiettivi di miglioramento della propria prestazione energetica e poi individuare gli strumenti necessari per raggiungerli.
Per ottenere questi obiettivi si sono sviluppati negli anni nuovi modelli di gestione che consentono, anche in scarsità di risorse, di fare efficienza. Si tratta di contratti basati sul modello dell’Energy Performance Contracting (EPC), ovvero che mirano a conseguire obiettivi di efficienza energetica attraverso una partnership strategica tra fornitore e amministrazione. Il modello prevede che il fornitore – oltre a garantire il servizio all’amministrazione dietro pagamento di un canone prefissato – realizzi interventi di riqualificazione degli immobili che vengono completamente remunerati dal risparmio energetico generato (minori costi sostenuti per i consumi).
L’EPC consente alle PA di effettuare indirettamente quegli investimenti in efficienza che sovente non risultano sostenibili per vincoli economici o per mancanza di risorse finanziarie. L’incentivo al risparmio energetico del fornitore produce, quindi, vantaggi per le amministrazioni quali la riduzione della spesa corrente, il rinnovamento e l’evoluzione tecnologica di impianti e edifici, uniti alla garanzia di un costante adeguamento normativo.
Sanità, scuola, giustizia e città: dove intervenire per risparmiare energia
Tra i settori maggiormente interessati ai processi di efficientamento ci sono certamente gli ospedali, che sono strutture sì energivore, ma particolarmente delicate in quanto è necessario che gli interventi non turbino l’efficienza dell’assistenza sanitaria. C’è quindi da intervenire sia sulla generazione dell’energia, sia sulla coibentazione degli edifici, sia su un uso più intelligente dell’illuminazione.
Ci sono poi le scuole, che sono oggetto di un importante investimento nel PNRR che si propone di costruire ex-novo circa 195 edifici scolastici, per un totale di oltre 410 mila mq, con conseguente beneficio su circa 58 mila studenti e una riduzione del consumo di energia finale di almeno 50 per cento che permetterà di raggiungere una riduzione delle emissioni annue di gas a effetto serra pari a circa 8.400 tCO2 e un risparmio di circa 3,5 Ktep[1].
Anche le cittadelle giudiziarie sono oggetto di un investimento del PNRR per ridurre i consumi di energia. La misura si pone l’obiettivo di intervenire su 48 edifici entro la metà del 2026 efficientando 290.000 mq (con un risparmio pari a circa 2.500 tCO2 e 0,7 Ktep all’anno).
Infine non secondario è il risparmio che si può ottenere razionalizzando l’illuminazione delle nostre città, sia attraverso sensori intelligenti che regolano l’illuminazione a secondo della presenza o meno di persone e delle condizioni atmosferiche, sia con l’uso di lampade LED, sia rendendo intelligenti i punti di illuminazione.
#road2forumpa2022: scenari, esperienze e un Premio dedicato
Nel prossimo FORUM PA 2022 (14-17 giugno) dedicheremo una sessione importante dei nostri convegni di scenario proprio alle azioni per razionalizzare e ridurre l’impiego di energia nella PA. Vedremo degli esempi virtuosi, ci faremo aiutare dalle imprese più innovative, certi che risparmiare energia e ridurre le emissioni sia un impegno per tutti sempre, ma ancor più ora, in questo contesto internazionale, per le amministrazioni pubbliche che possono e devono essere battistrada in questo percorso.
Con l’iniziativa “PA sostenibile e resiliente 2022”, promossa da FPA in collaborazione con ASviS all’interno della Manifestazione, prosegue poi il percorso avviato nel 2018, con la prima edizione del “Premio PA Sostenibile”, per individuare e valorizzare esperienze, soluzioni e progetti orientati a promuovere la crescita sostenibile e solidale del Paese.
FPA e ASviS vogliono individuare le migliori soluzioni realizzate da amministrazioni (centrali e locali), ma anche da associazioni e start up, al fine di valorizzare, promuovere e sostenere il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e resilienza fissati nell’Agenda 2030 dell’ONU e rilanciati dalle politiche di ripresa per il post-pandemia tracciate dall’Europa.
[1] Ktep è un’unità di misura dell’energia. 1Ktep equivale a un milione di tonnellate di petrolio equivalente.