Bologna, ex stabilimenti a nuova vita: chiese laiche ad uso culturale
Nell’era delle Smart Cities, dell’app e dell’informazione in tempo reale, mentre città e sistemi urbani si orientano ad una sempre più incalzante virtualizzazione di relazioni e consumi, è frequente assistere alla trasformazione od accantonamento di numerosi sistemi o convenzioni. Siti di produzione e grandi stabilimenti industriali risultano fra le prime architetture a risentire di simili trasformazioni.
28 Novembre 2013
Ing. Alessandro Cecchini
Nell’era delle Smart Cities, dell’app e dell’informazione in tempo reale, mentre città e sistemi urbani si orientano ad una sempre più incalzante virtualizzazione di relazioni e consumi, è frequente assistere alla trasformazione od accantonamento di numerosi sistemi o convenzioni. Siti di produzione e grandi stabilimenti industriali risultano fra le prime architetture a risentire di simili trasformazioni: gigantesche "scatole" che per anni hanno servito sistemi economici attualmente non più sostenibili, sono oggi svuotate, in attesa dell’attribuzione di un nuovo contenuto.
Nute Partecipazioni, società orientata alla valorizzazione e riconversione di architetture industriali di pregio, è proprietaria, fra gli altri, di un importante stabilimento a Quarto Inferiore (Granarolo, Bologna)- ex polo produttivo La Perla Fashion Group. Le particolari condizioni di mercato, unitamente alle singolarità della struttura, hanno recentemente portato l’amministrazione della società a maturare l’intenzione di trasformare, attraverso interventi assolutamente da definire, questo stabile da 15.000 m^2 in un edificio a finalità culturali e ricreative.
YAC su richiesta della proprietà ha indetto, in collaborazione con le Università di Roma e Bologna, Unindustria, CNA, The Plan Magazine, SPACE TO CULTURE: un concorso internazionale di idee che si svolgerà fra novembre 2013 e marzo 2014. Con un montepremi di 15.000 euro e la presenza, in giuria, di rappresentanti di e numerose realtà professionali di spicco quali OMA, studio Dogma, Claudio Nardi, Enrico Iascone e Nicola Leonardi, il concorso si prefigge di scrivere in maniera assolutamente contemporanea ed originale il futuro di questo edificio.
Commissionato nel 1968 e realizzato nel 1971 dall’architetto Pier Luigi Cervellati – a fronte di una felice sovrapposizione fra sensibilità della famiglia Masotti e la professionalità dell’architetto – l’edificio in oggetto è coerente espressione di un pensiero che lega, in maniera indissolubile, la qualità dell’ambiente architettonico alla qualità della vita o del lavoro che in esso possa essere condotta. Il progetto infatti – e la successiva realizzazione- si orientava ad una garanzia di benessere e confortevolezza affatto misurata sugli standard dell’epoca: assicurando in uffici, catene produttive e servizi, metrature e superfici aero-illuminanti ben superiori ai minimi normativi. Nella fabbrica, che l’Arch. Cervellati definì “chiesa laica”, si producevano collezioni di costumi da bagno, abbigliamento mare e da sera, la cui raffinata direzione artistica era affidata al talento di Olga Cantelli Masotti. Il successo di questa parte della produzione fu immediato e travolgente, tale assicurare il posizionamento a livello di top label non solo sul mercato italiano, ma su tutti i principali mercati europei ed extraeuropei (America, Russia, Medio Oriente, ed Asia).
Lo stabile in questione gode di un posizionamento assolutamente strategico, in grado di garantire un bacino d’utenza di straordinarie dimensioni: a soli 13 minuti di macchina dalla stazione di Bologna il sito può aspirare alla genesi di un grande attrattore, pensato per operare su scala nazionale/internazionale ed in grado raccogliere, in funzione della singolarità della propria offerta, interesse e partecipazione di un bacino d’utenza simile a quello descritto.
SPACE TO CULTURE ambisce a riformulare in chiave contemporanea il concetto canonico di “edificio ad uso culturale”: da mero contenitore di manufatti, a luogo ospite di comunità attive e dinamiche, che in un unico luogo possano produrre, esporre e fruire cultura. Il polo culturale/ricreativo che Nute Partecipazioni desidera realizzare, dovrà fungere da collettore internazionale di arte e cultura, luogo strettamente connesso ad un network globale di realtà ludico/intellettuali. Obiettivo del concorso sarà quello di definire una struttura in grado di attirare attenzione ed investimenti di un numero quanto più ampio di stakeholders: dalla fondazione estera che desideri avere, a un passo da Bologna, un proprio temporaneo distaccamento, alla scuola che desideri fornire un luogo di pregio per le produzioni/esposizioni dei propri studenti; dal privato alla ricerca di un luogo per strutturare il proprio svago e tempo libero, all’artista che ricerchi uno spazio dove produrre ed esporre le proprie creazioni.
Prospettiva assolutamente futuribile, tale vision trova felice realizzazione in strutture analoghe al The Public di Will Alsop. In tal senso questo contenitore si trasformerebbe in un unicum nazionale; gioco di scatole cinesi, spazio affittabile e componibile attraverso una semplice applicazione su smart phone: ultima reale frontiera di un’architettura sempre più smart e programmatica, evanescente ma solidamente radicata nelle contemporanee ed imprescindibili logiche di temporalità e personalizzazione della fruizione.