FORUM PA Lombardia: Reddito di autonomia, una nuova opportunità di inclusione sociale
Supporto e sostegno, anche economico, a famiglie e persone in condizione di disagio e precarietà economica non sono strumenti volti ad integrare il reddito, ma a favorire l’autonomia sociale ed economica e garantire alla persona opportunità di inclusione sociale. Questa la visione alla base del Reddito di autonomia, la cui sperimentazione è partita ad ottobre in Lombardia: un pacchetto di misure che va a costituire il secondo step della riforma del servizio socio-sanitario avviata dalla Regione con la Legge regionale 11 agosto 2015 n. 23. Queste misure sono state approfondite oggi in occasione del FORUM PA Lombardia.
28 Gennaio 2016
Michela Stentella
È partita ad ottobre in Lombardia la sperimentazione del “Reddito di autonomia” , un pacchetto di misure a favore di persone in condizione di disagio e precarietà economica che va a costituire il secondo step della riforma del servizio socio-sanitario avviata dalla Regione con la Legge regionale 11 agosto 2015 n. 23. Una riforma che coinvolge, infatti, non solo il sistema sanitario regionale, ma anche le politiche sociali, le politiche per l’autonomia, le politiche per l’ambiente e per migliori stili di vita. Le misure approvate ad ottobre si concentrano su tre tipologie di destinatari – famiglie, anziani e disabili, disoccupati – e si concretizzano in 5 linee di intervento per le quali sono stati stanziati 250 milioni di euro, che vanno dal bonus affitti, bonus bebè e abolizione del super ticket ambulatoriale per le famiglie, all’assegno di autonomia per anziani e disabili, a contributi per il Progetto Inserimento Lavorativo (PIL) per i disoccupati.
Questo percorso intrapreso dalla
Regione è stato approfondito oggi in occasione del
FORUM PA Lombardia in una delle sessioni di lavoro dedicata proprio
a “Il Reddito di Autonomia e le misure innovative destinate alle persone e alle
loro famiglie in ambito sociale, lavorativo e abitativo”.
“La sfida da cogliere – sottolinea
Giovanni Daverio, Direttore
Generale Reddito di autonomia e inclusione sociale della Regione
Lombardia – sarà quella di disegnare un nuovo welfare sociale che veda la
centralità del reddito di autonomia, accanto alla rete regionale dei servizi e
interventi sociali, quale promozione della capacità della famiglia e della
persona di diventare protagonista della propria autonomia. In questo senso
supporto e sostegno, anche economico, non sono strumenti volti ad integrare il
reddito, ma a favorire l’autonomia sociale ed economica e garantire alla
persona opportunità di inclusione sociale”.
Si tratta di misure sempre più
urgenti perché, come ricorda Daverio, l’analisi del trend, riferito ad una
serie di dati di contesto sulle famiglie negli ultimi anni (reddito
disponibile, capacità di far fronte a spese impreviste, numero di famiglie che
vivono al di sotto della soglia di povertà ecc) evidenzia come la crisi
economica abbia prodotto un incremento della vulnerabilità sociale e aumentato
quindi, il rischio di scivolamento nella povertà. Allo stesso tempo, è cambiata
la platea dei destinatari degli interventi di policy, le situazioni sono ormai
troppo frammentate e imprevedibili per poter pensare di continuare a riproporre
soluzioni standardizzate. Nell’attuale contesto di crisi economica, il welfare
che conosciamo è il prodotto di una società che non esiste più. La risposta a
una situazione di disagio e di sfiducia non può essere solo assistenziale, ma deve
offrire opportunità e leve di evoluzione insieme a una risposta immediata ai
bisogni. Si tratta di attivare le risorse personali e comunitarie, per
realizzare un reale percorso di uscita dalla condizione di bisogno.
Per affrontare questa situazione, è stata quindi adottata la dgr 4155/2015 che introduce il pilastro aggiuntivo delle politiche regionali in ambito sociale in termini di reddito di autonomia e inclusione con specifico riferimento alle situazioni di vulnerabilità economica e sociale e alle nuove forme di povertà. “Quella tratteggiata – conclude Daverio – è un’evoluzione del sistema sociale regionale in senso inclusivo e propulsivo quale strumento di lotta alla povertà, ma anche contrasto della precarietà, sostegno ai giovani per un inserimento nel mondo del lavoro adeguato alla propria formazione, sostegno della famiglia nel ciclo di vita con misure innovative che affianchino la rete consolidata delle unità d’offerta sociali rispondendo ai nuovi bisogni della famiglia con progetti individualizzati e mirati allo sviluppo del protagonismo familiare. La vera sfida del welfare di domani si gioca nella compartecipazione della persona, delle famiglie, dei corpi intermedi, delle imprese alla realizzazione di servizi di welfare”.
Politiche attive del lavoro, dell’istruzione, della formazione, del diritto allo studio
Date queste
premesse, nell’ambito della sperimentazione del Reddito di Autonomia trova naturale
collocazione il sostegno ai percorsi di inserimento lavorativo, quale fattore
di benessere e inclusione sociale.
“Le misure di inserimento e reinserimento
lavorativo, di persone che si trovano in situazioni di svantaggio, devono
favorire il superamento della situazione di assistenza e di dipendenza passiva,
all’interno di un mercato del lavoro più dinamico e inclusivo – sottolinea
Gianni Bocchieri, Direttore Generale Istruzione,
Formazione e Lavoro – Regione Lombardia –. Occorre cioè assicurare un maggiore
supporto ai beneficiari che si trovano in condizioni di particolare svantaggio
per l’inserimento lavorativo, attraverso il potenziamento dei servizi al lavoro”.
Il modello
di “Dote Unica Lavoro” consente di accompagnare le persone lungo tutto l’arco
della vita attiva in percorsi di riqualificazione e inserimento lavorativo,
progettati in considerazione delle caratteristiche e delle esigenze del singolo
individuo introducendo una specifica misura di “reddito d’autonomia”
(denominato
“Progetto di inserimento lavorativo – PIL) strettamente collegato all’erogazione dei
servizi e destinato a sostenere la persona nel proprio percorso.
Politiche abitative di sostegno
ai nuclei familiari in difficoltà
Passare da un modello di intervento pubblico
basato sulla creazione di offerta abitativa (edilizia residenziale pubblica e
sociale) ad un modello di intervento orientato al sostegno della domanda
abitativa, differenziando l’intervento rispetto alla diversa intensità del
disagio sociale ed abitativo delle famiglie. Questa la strada che la Regione
Lombardia ha intrapreso e che caratterizza le più recenti politiche abitative,
costituendo uno dei cardini del Pdl “Disciplina regionale dei servizi
abitativi” recentemente approvato dalla Giunta regionale. In questa logica, il
Bonus Affitti, quale strumento di contrasto della
marginalità e della vulnerabilità sociale, affianca altre linee di sostegno
della domanda abitativa delle fasce più fragili della popolazione fornendo alle
politiche di welfare la possibilità di raggiungere target diversi.
“Il servizio abitativo – spiega Gian
Angelo Bravo,
Direttore Generale Casa, Housing Sociale, Expo 2015 e Internazionalizzazione delle imprese della Regione Lombardia – non si
risolve soltanto o semplicemente nell’alloggio (lo spazio fisico), ma trova il
suo nuovo baricentro nella presa in carico della persona o della famiglia e
nell’offerta di soluzioni abitative che seguono l’evoluzione delle condizioni e
dei bisogni dell’individuo. In questa nuova configurazione il servizio
abitativo si integra con gli altri servizi territoriali, di inclusione sociale
e lavorativa, in quanto finalizzato a promuovere l’autonomia economica e
sociale degli individui e dei nuclei familiari in condizioni di temporanea
difficoltà economica”.
“In tale nuovo contesto – conclude Bravo – non
sarà più sufficiente misurare l’efficacia del Bonus Affitti con il semplice
riferimento al trasferimento monetario alle famiglie/persone a ristoro o a sostegno
del disagio economico. Accanto ad una maggiore autonomia occorre sostenere le
famiglie nello sviluppo di una corresponsabilità verso il superamento della
condizione di disagio, anche attraverso lo sviluppo di reti sociali più mature
e consapevoli”.
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