FORUM PA Play: “Lavoro&Welfare”, la rubrica a FORUM PA 2020 Restart Italia
A “FORUM PA 2020 Restart Italia”, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, insieme ad ANPAL, INAIL, INAPP e INPS, ha organizzato una serie di appuntamenti per analizzare il mondo del lavoro, duramente colpito dall’emergenza pandemica, e orientare le scelte delle amministrazioni. Potete rivedere tutti gli appuntamenti
17 Dicembre 2020
Redazione FPA
In questo periodo di incertezza si è definito un nuovo concetto di lavoro flessibile che è lo smart working, che ha permesso di assicurare il mantenimento delle attività nel corso della pandemia facendo emergere in maniera evidente i punti di forza di questo tipo di lavoro. Emersa come misura di contenimento del rischio, sia individuale che collettivo, questa forma di lavoro accessibile ha sicuramente evitato la sospensione dell’erogazione dei servizi da parte delle pubbliche amministrazioni e la riduzione della produttività in alcuni settori del privato.
L’emergenza, determinata dal Coronavirus, ha messo a dura prova l’organizzazione del lavoro e della società ed è su questo tema che il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, insieme ad ANPAL (Agenzia Nazionale per la il Lavoro e la Formazione), INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) e INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale), ha organizzato una serie di appuntamenti al FORUM PA Restart Italia.
Il Feg, un fondo europeo per ricollocare i lavoratori di aziende in crisi
Durante l’incontro sono state delineate le caratteristiche principali del “Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione” (FEG), finalizzato a ricollocare i lavoratori di aziende in crisi e a intervenire in maniera tempestiva con una funzione di supporto al momento della crisi.
Sono state date delle anticipazioni sul Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul Fondo per il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (il cui negoziato era quasi concluso durante l’evento).
Ogni stato membro dispone di una dotazione annua massima, che per la programmazione 2021-2027 vedrà un cofinanziamento di circa 197 milioni di euro l’anno; è un importo complessivo attribuito in maniera preventiva, nel senso che la quota di FEG che spetterà a ogni stato membro dipenderà dalle domande di intervento che ciascun stato presenterà alla Commissione europea.
Tra le principali novità previste c’è l’abbassamento della soglia a 250 esuberi, mentre attualmente il numero minimo di esuberi per poter accedere al FEG è di 500; inoltre, c’è la possibilità di ricorrere al Fondo per crisi dovute all’impatto dei processi di automazione e digitalizzazione sulla forza lavoro.
Le domande vengono presentate da ANPAL (che è Autorità di Gestione) su richiesta delle regioni che assumono il ruolo di organismo intermedio, protagoniste nella progettazione e gestione degli interventi.
Attualmente e fino al 31 dicembre 2020 la base giuridica del FEG per il periodo 2014-2020 è il Regolamento (UE) n. 1309/2013.
Gli effetti della pandemia sul mondo del lavoro
L’incontro a cura del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e INAIL, dal titolo “Gli effetti della pandemia sul mondo del lavoro: uno studio sullo smart working e un’analisi dei dati statistici sugli infortuni da Covid-19”,
ha permesso di illustrare l’esperienza di INAIL: sia in termini di indagini e studi di questa nuova forma di lavoro nella PA che in termini di informazione e misure di prevenzione dei rischi professionali, in cui può incorrere chi lavora in smart working.
Si è proseguito, quindi, con un focus sulla norma relativa alla sicurezza sul lavoro nell’ambito dello smart working (Legge n. 81/2017, art. 22).
Si è parlato del rischio su lavoro da covid-19 (legge n.18/2020, art. 42) e delle 2 circolari INAIL (n. 13 del 3 aprile 2020 e n. 22 del 20 maggio 2020), in cui l’Istituto ha chiarito che i casi di infezione su lavoro da covid-19 sono trattati allo stesso modo degli altri infortuni e/o malattie professionali compreso anche il periodo di quarantena.
L’ultima parte dell’evento è stata riservata all’analisi dei dati statistici relativi agli infortuni sul lavoro, dovuti al contagio da coronavirus che ha consentito di individuare i settori di rischio maggiormente colpiti e le professioni più esposte.
Durante tutta la sessione sono stati lanciati i video spot di una campagna informativa sulle misure a sostegno del reinserimento lavorativo dei disabili da lavoro.
Progetti ed esperienze di innovazione tecnologica
Nessuno si aspettava che potesse insorgere una seconda ondata dei casi di contagio, ma oggi è necessario andare oltre le misure implementate in prima istanza per mitigare gli effetti dell’epidemia, oltre le misure a sostegno del tessuto economico-produttivo previste dal Decreto Cura Italia, e acquisire le informazioni che vengono dal mercato per orientare le scelte dell’amministrazione e diventare pilastri della ripartenza.
Il nostro Paese sembra aver messo finalmente a fuoco l’importanza delle tecnologie digitali che hanno permesso di attivare lo smart working, con le varie accezioni, senza il quale tante iniziative non avrebbero retto l’impatto. Anche la cittadinanza si è dimostrata pronta verso l’utilizzo dei servizi digitali e da diverse realtà private è giunta la richiesta di competenze digitali; il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ne prende atto e cerca di costruire azioni mirate in questa direzione, avvia esperienze di innovazione tecnologica, accelerando la digitalizzazione delle imprese.
Smart working: da soluzione emergenziale a nuovo paradigma del lavoro?
La sessione INAPP “Smart working: da soluzione emergenziale a nuovo paradigma del lavoro? Rischi e opportunità per il dopo Covid” si è aperta con un focus sui primi risultati di uno studio condotto recentemente sull’impatto che lo smart working ha sulla distribuzione dei redditi. La valutazione di impatto delle politiche in atto in relazione allo smart working, stima anche i potenziali rischi in ottica di genere; l’impatto si manifesta nei differenziali salariali di genere (gender pay gap).
L’analisi mira a fornire utili spunti ai policy maker che stanno progettando le strategie da adottare nel mercato del lavoro, necessari soprattutto nel caso in cui lo smart working emergenziale dovesse tramutarsi in smart working ordinario.
Si è poi passati all’analisi del crowd work, ossia del lavoro tramite piattaforme digitali. Dalle caratteristiche di tutti i soggetti che guadagnano tramite piattaforme digitali alla loro condizione e ai loro profili: informazioni ottenute attraverso la rilevazione 2018 INAPP-PLUS (Participation, Labour, Unemployment, Survey).
L’incontro ha consentito, inoltre, di analizzare gli strumenti di regolazione del lavoro digitale in Italia.
Il Piano di innovazione e trasformazione digitale dell’Inps
La sfida del presente e del prossimo futuro è nella digitalizzazione dei servizi e nella crescita delle competenze. È in quest’ottica che l’INPS ha elaborato il Piano di innovazione e trasformazione digitale 2020-2022, che recepisce gli indirizzi del Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione 2020-2022 e del Piano per l’innovazione 2025 del MID.
La digital business strategy, su cui si basa il percorso di trasformazione digitale già avviato nell’Istituto, agisce su diverse linee di innovazione, come il modello dei servizi, gli assetti organizzativi, le tecnologie, la digitalizzazione dei processi, la formazione e l’innesto di competenze necessarie.