Il digitale e il lavoro: da pericolo a risorsa. Il confronto a FORUM PA 2020
È sempre più urgente “reinventare” il lavoro, puntando sulla riqualificazione e sulle nuove competenze richieste in un mondo che cambia. E che sta cambiando ancor più velocemente in relazione alla recente emergenza sanitaria. Ne parleremo il 7 luglio al FORUM PA 2020 digitale. Tra gli ospiti, Stefano Scarpetta, Direttore per l’impiego, il lavoro e gli affari sociali dell’OCSE
19 Giugno 2020
Redazione FPA
Nel gennaio scorso, prima che esplodesse l’emergenza legata alla pandemia da Covid19, è stata pubblicata sulla rivista Left un’intervista al sociologo Domenico De Masi, in cui si tornava a sottolineare la necessità di trovare un giusto riequilibrio fra tempi di vita e tempi di lavoro, sfruttando le opportunità offerte oggi dallo sviluppo tecnologico. Proprio De Masi sarà tra gli ospite dell’evento “Il digitale e il lavoro: da pericolo a risorsa” in programma il 7 luglio all’interno dell’edizione digitale di FORUM PA.
Un’occasione per riflettere su un tema che il recente lockdown mondiale ha messo ancor più in evidenza, nel momento in cui ha costretto tutti noi ad adottare, come mai prima d’ora, il digitale in tutti gli aspetti della vita quotidiana. Un evento centrale, quindi, anche per un confronto internazionale, dato che questi temi non possono che essere affrontati a livello globale: interverrà all’evento Stefano Scarpetta, Direttore per l’impiego, il lavoro e gli affari sociali dell’OCSE. In questo periodo di emergenza sanitaria il 61 per cento dei paesi Ocse ha introdotto misure per ridurre l’esposizione dei lavoratori al Covid-19, facilitando ad esempio il telelavoro. Le tecnologie, ormai lo sappiamo, sono state quindi essenziali per consentire il proseguimento delle attività. Ora bisognerà proiettarsi sul post-emergenza e riprendere temi che erano già al centro dell’attenzione: ricordiamo che è del 2018 la nuova strategia per l’occupazione dell’Ocse (Jobs strategy), dopo quelle del 1994 e del 2006, una revisione profonda, anche alla luce dei grandi mutamenti dell’ultimo decennio, dalla crisi economica e finanziaria alla rivoluzione tecnologica e digitale.
Quindi, dicevamo, il digitale come pericolo o come risorsa? Certamente le tecnologie consentono prima di tutto di rivedere i flussi e i carichi di lavoro, delegando gli aspetti più “meccanici” appunto alle “macchine”. Questo, tuttavia, è stato vissuto spesso come una minaccia anziché come un’opportunità, prospettando il rischio di uno sviluppo senza incremento dell’occupazione che potremmo semplificare nella “paura dei robot”.
Quante volte abbiamo letto che l’intelligenza artificiale avrebbe causato la perdita di milioni di posti di lavoro? Eppure, il Report “The Future of jobs” del World Economic Forum (WEF) nel 2018 sottolineava che, se è vero che entro il 2025 robot e macchine svolgeranno più di metà dei lavori attualmente esistenti, è anche vero che ci saranno 58 milioni di nuovi posti di lavoro proprio legati alle nuove tecnologie: posti di lavoro più specializzati, originati dal saldo tra la creazione di 133 milioni di nuove posizioni lavorative e l’automazione di 75 milioni di mansioni.
Dovremmo quindi “reinventare” il lavoro, mettendo al centro la riqualificazione e le nuove competenze richieste in un mondo del lavoro che cambia. E che sta cambiando ancor più velocemente in relazione alla recente emergenza sanitaria: l’accelerazione digitale degli ultimi mesi sta accelerando anche l’impatto dell’intelligenza artificiale e dell’automazione sul mondo del lavoro, come sottolinea un recente studio del Mit Technology Review (Covid-19 and the workforce). Il Mit stima che tra 32 e 50 milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti potrebbero essere sempre più assistiti dalla tecnologia per ridurre i rischi per la salute umana e salvaguardare la produttività in un momento di crisi, a partire dalla sanità. Non possiamo quindi più ignorare le sfide lavorative e i cambiamenti che il futuro ci prospetta: senza una visione di lungo periodo e senza investire sulla formazione di chi deve entrare nel mondo del lavoro e sulla riqualificazione di chi è già dentro (e rischia di uscirne) si potrebbero generare nuove crisi e spaccature sociali.
In questo contesto, nel corso dell’evento di FORUM PA 2020 ci sarà spazio anche per parlare di come il digitale stia ridisegnando spazi, tempi e modi del lavoro, affermando nuove soluzioni come gli spazi di co-working e nuove modalità organizzative e contrattuali, come lo smart working.
Di tutto questo parleremo con: Stefano Scarpetta, Direttore per l’impiego, il lavoro e gli affari sociali dell’OCSE; Mariano Corso, Responsabile Scientifico Osservatorio HR innovation practice; Davide Dattoli, CoFounder e CEO di Talent Garden; il già citato Domenico De Masi, Sociologo e professore di Sociologia del lavoro; Carlo Cafarotti, Assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale. L’evento sarà moderato da Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA.
La partecipazione è gratuita, ma è necessaria l’iscrizione