Inclusione sociale e lavorativa delle vittime di tratta e grave sfruttamento

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Online la sintesi video del laboratorio a cui hanno partecipato il Presidente Carlo Flamment e il Direttore generale Marco Villani.

28 Gennaio 2014

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Redazione FORUM PA

Online la sintesi video del laboratorio a cui hanno partecipato il Presidente Carlo Flamment e il Direttore generale Marco Villani.

"Alla base della lotta alla povertà e alla discriminazione sociale delle vittime di tratta c’è la capacità istituzionale delle Regioni. Abbiamo un welfare squilibrato in difesa dei diritti esistenti e poco mirato a tutelare i nuovi diritti emergenti e a gestire il cambiamento. Per questo motivo è necessario potenziare i servizi sociali e garantire l’inclusione delle vittime di tratta per affrontare nel modo migliore questa sfida epocale. Fondamentale il ruolo di Formez PA: accompagnare le Regioni e portare sul territorio le linee guida della Programmazione 2014-2020". Così il Presidente di Formez PA Carlo Flamment intervenendo il 23 gennaio 2014 al laboratorio sul tema dell’inclusione sociale e lavorativa delle persone vittime di tratta o grave sfruttamento presso la Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati.

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Durante la giornata di lavoro è stata data una visibilità ampia dei progetti in fase di attuazione per prevenire e contrastare la tratta di esseri umani in Europa e in Italia, un fenomeno in crescita. Nel nostro paese, infatti, tra il 2008 e il 2010 il numero delle vittime è passato da 2,7 a 3,9 unità su 100 mila abitanti. Per contrastare il fenomeno è necessario definire attività di prevenzione e contrasto, potenziare le reti transnazionali con i paesi di provenienza e transito e sviluppare attività inclusive per le vittime, agevolando, quando necessario, i rientri accompagnati.
Secondo i dati Eurostat, citati durante i lavori, tra il 2008 e il 2010 il 58% – 66% delle vittime di tratta è sfruttata a fini sessuali (96% donne), il 23 – 28% a fini lavorativi (75% uomini).

Interessante il dato presentato da Katarzyna Cuadrat Grzybowska, Coordinatore dell’ufficio Anti-Tratta della Commissione Europea, sulla provenienza della maggior parte delle vittime di tratta: il 61% delle vittime, infatti, ha cittadinanza europea e proviene soprattutto da Romania e Bulgaria.

Intervenendo ai lavori pomeridiani del laboratorio, Marco Villani, Direttore Generale di Formez PA, ha sottolineato che "alle politiche di inclusione sociale, la Programmazione 2014-2020 dedica uno dei suoi obiettivi tematici, finalizzato all’incremento dell’occupabilità delle persone maggiormente vulnerabili vittime di violenza o grave sfruttamento e a rischio di discriminazione. L’azione comunitaria nel periodo 2014-2020 – ha proseguito Villani – dovrà compiere un importante sforzo finalizzato all’ottimizzazione degli interventi da pianificare, senza perdere quanto fatto finora. Reti ed esperienze che devono agire principalmente a favore delle comunità nei loro paesi di origine. E’ infatti lì – ha concluso Villani – che bisogna combattere i ritardi culturali ed economici, con minori costi anche sociali e strumentali, e con maggiore profitto nelle realtà e nei cuori".

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Ai lavori del laboratorio transnazionale hanno partecipato rappresentanti della Commissione europea, delle Amministrazioni centrali maggiormente coinvolte nell’attuazione di politiche di inclusione sociale e lavorativa delle vittime della tratta (Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e Dipartimento per le Pari Opportunità), delle Amministrazioni regionali, che sul tema hanno maturato esperienze di rilievo, nonché del Governo rumeno che ha avviato relazioni fruttuose con il nostro Paese per azioni di prevenzione del fenomeno della tratta di esseri umani. L’adesione di tante istituzioni (europee, nazionali e regionali) ai lavori, insieme al patrocinio concesso dalla Presidente della Camera dei Deputati all’iniziativa, testimoniano la centralità riconosciuta al tema insieme alla volontà di intervenire in modo efficace per affrontarlo. Alla sessione pomeridiana ha partecipato, tra gli altri, l’on. Serenella Pellegrino che ha portato la testimonianza del Centro di Identificazione e di Espulsione (CIE) di Gradisca.

LEGGI IL CONTRIBUTO DEL VICEMINISTRO DEL LAVORO MARIA CECILIA GUERRA

Il laboratorio transnazionale, che si inserisce nell’ambito dei progetti DIESIS Obiettivo Competitività regionale e Occupazione e DIESIS Obiettivo Convergenza – finanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Direzione Generale per il Terzo Settore e le Formazioni sociali, ha istituito un confronto tra gli attori istituzionali che, a diversi livelli, sono impegnati nella programmazione di progettualità specifiche, anche a valere sulle risorse comunitarie per il settennio 2014-2020, sul tema dell’inclusione sociale e lavorativa delle vittime della tratta.

L’incontro ha rappresentato un momento di condivisione dei risultati raggiunti dagli interventi realizzati a livello regionale, nazionale ed europeo nel corso della programmazione 2007-2013, nonché un’occasione di riflessione intorno a percorsi di lavoro futuri in una duplice ottica:
– mantenimento e sviluppo di reti transnazionali con i paesi di provenienza e di transito, onde definire con loro attività congiunte, di prevenzione e contrasto al fenomeno ma anche di sviluppo di attività inclusive per le vittime, favorendo anche dei rientri accompagnati;
– sviluppo di una progettazione condivisa nella nuova programmazione del Fondo Sociale Europeo 2014-2020 non solo di percorsi di inserimento lavorativo, ma anche di azioni di cooperazione che modifichino le condizioni strutturali delle aree di provenienza delle vittime, onde contrastare i fenomeni sociali di povertà e mancanza di opportunità che sono prevalentemente la causa della fragilità delle vittime.

In questa ottica, il laboratorio è stato costruito secondo due chiavi di lettura:

– confronto tra politiche europee, nazionali e regionali

– confronto sulle buone pratiche attraverso la presentazione di quanto è stato realizzato nel contesto transnazionale, nazionale e regionale.

Per contrastare questo fenomeno in Italia è stato attivato un sistema di protezione a partire dal 2000, coordinato e cofinanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità, che prevede un’assistenza delle persone trafficate basata su tre fondamentali pilastri di azione (emersione, identificazione e prima assistenza, inclusione sociale).

Le misure adottate dal nostro Paese vanno ora inserite nella cornice delineata da due importanti atti di livello comunitario:
– la direttiva 2011/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime, che il nostro Paese si appresta a recepire
– la Strategia Europea per l’eradicazione della tratta di esseri umani (2012-2016) che definisce le priorità che l’Unione europea dovrebbe privilegiare per affrontare la questione della tratta di esseri umani.

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Guarda lo spot realizzato dalla Provincia Autonoma di Trento: LA SILENZIOSA TRATTA DELLA VERGOGNA

 

Fonte: Formez PA

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