La Regione Lazio a FORUM PA 2022: rivedi la Rubrica in tre puntate

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Tre i temi scelti dalla Regione Lazio per la Rubrica a FORUM PA 2022: gli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nel territorio, il potenziamento della rete dei centri per l’impiego e il ruolo del difensore civico nella società digitale. Rivedi le puntate

1 Agosto 2022

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Redazione FPA

Photo by Marc Schulte on Unsplash - https://unsplash.com/photos/a2g3LM0cGFg

La Regione Lazio ha quest’anno partecipato a FORUM PA in uno spazio dedicato alla presentazione delle azioni inserite nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR, il Piano che consentirà al paese di ripartire. Tre gli appuntamenti di questa edizione 2022.

PNRR Missione 2, Componente 4, Investimento 2.1b – Il Piano degli interventi riguarda la realizzazione di nuovi interventi per mitigazione del rischio idrogeologico nel territorio della Regione Lazio

In apertura un focus sulle misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico (previste nella Missione 2, Componente 4, Investimento 2.1b del PNRR). In particolare sono stati presentati i criteri ispiratori del Piano degli interventi per mitigazione del rischio idrogeologico nel territorio della Regione Lazio, le tipologie degli interventi previsti e le ricadute che questi possono avere sul territorio.

Dopo una breve presentazione, un approfondimento sull’approccio sistemico adottato per ogni intervento, ragion per per cui si tende ad una corretta ponderazione tra gli effetti che si desiderano, dal punto di vista della sicurezza idraulica, e il rispetto delle norme ambientali e paesaggistiche introdotte nella legislazione italiana. Un maggior elemento di controllo è dato dall’introduzione all’interno del PNRR del principio Do No Significant Harm (DNSH), il quale prevede che gli interventi finanziati non arrechino nessun danno ai sei obiettivi ambientali individuati nell’accordo di Parigi (Green Deal europeo): mitigazione dei cambiamenti climatici; adattamento ai cambiamenti climatici; uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine; transizione verso l’economia circolare, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti; prevenzione e riduzione dell’inquinamento; Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

Rivedi la puntata di FORUM PA 2022 – 14 giugno

Il Programma Gol e la rete dei Centri per l’Impiego della Regione Lazio

In questa seconda puntata un focus sull’impatto del Programma Garanzia Occupabilità dei Lavoratori – GOL nel sistema delle politiche attive del lavoro e sul ruolo dei Centri per l’Impiego della Regione Lazio, in prima linea per rilanciare l’occupazione e contrastare la disoccupazione. Il Programma GOL è un’azione di riforma prevista dal PNRR (Missione 5 – inclusione e coesione, Componente 1 – politiche per il lavoro), con l’obiettivo di innalzare il tasso di occupazione.

In apertura un approfondimento sul ruolo dell’Agenzia regionale Spazio Lavoro, attiva da qualche mese nel rafforzare i centri per l’impiego sotto diversi profili strutturali (competenze, risorse umane, comunicazione). Partendo dalla constatazione che la platea di disoccupati è lontana dalle condizioni di occupabilità (ha competenze non perfettamente allineate alle esigenze del mercato del lavoro), la grande sfida sarà quella di intercettare sul territorio i profili ricercati dalle imprese, di analizzarli, per poi trasmetterli alla Direzione Regionale Formazione e Lavoro.

Il piano di potenziamento ministeriale punta sui servizi di prossimità con l’obiettivo di essere il più vicino territorialmente possibile ai cittadini, per questo la regione Lazio – in base alla delibera della giunta regionale Lazio 1 aprile 2021, n. 179 – cercherà di raggiungere almeno 57mila persone, passando quest’anno dagli attuali 35 centri per l’impiego a ulteriori 15 centri distribuiti sulle cinque province.

Per poter far fronte alle esigenze di ogni categoria beneficiaria del programma GOL sono stati creati percorsi specifici che vanno dal reinserimento lavorativo, per chi è facilmente occupabile e necessita di un servizio di orientamento, all’attività di accompagnamento o upskilling, che prevede interventi formativi di aggiornamento di breve durata e dal contenuto professionalizzante, passando per un percorso di riqualificazione o restyling, per quei lavoratori considerati lontani dal mercato del lavoro, sino a raggiungere i casi più complessi per i quali attivare il percorso di lavoro e inclusione.

Rivedi la puntata di FORUM PA 2022 – 15 giugno

Il ruolo del Difensore civico nella società digitale a garanzia dei cittadini

Al centro di questo ultimo e terzo appuntamento un focus sulle istanze dei cittadini rivolte alla pubblica amministrazione, attraverso il difensore civico regionale, per alcuni vuoti normativi contenuti in disposizione di legge in materia di identità digitale e protezione dei dati personali.

La digitalizzazione della pubblica amministrazione si traduce in una maggiore efficienza nei servizi digitali e nella semplificazione delle procedure amministrative, ma l’altra faccia del progresso tecnologico presenta il fenomeno del digital divide culturale, oltre che infrastrutturale. In questo scenario, è di fondamentale importanza il ruolo del difensore civico regionale in quanto organo amministrativo preposto a garanzia dei singoli cittadini ogni qualvolta si trovino in difficoltà nell’utilizzare nuove modalità tecnologiche predisposte dall’amministrazione e dagli uffici regionali.

Si sono alternati nel corso della puntata alcuni difensori civici, riportando le segnalazioni più significative di inefficienze o disfunzioni determinate dall’evoluzione dei sistemi di accesso ai servizi telematici macchinosi e poco intuitivi. Gli utenti spesso si sono visti limitare la possibilità di accedere a servizi essenziali, soprattutto in materia previdenziale e sanitaria. A tutela dei cittadini fragili, ai quali non è garantita l’identità digitale (si pensi alle persone con demenza residenti in RSA) e di conseguenza l’accesso ai servizi mediante SPID, il Coordinamento nazionale dei Difensori civici italiani ha avviato un dialogo istituzionale con il Ministero della transizione digitale.

Occorre offrire servizi digitali semplici a cittadini ma anche crescere in cultura digitale. Ancora significativi i ritardi riportati nell’edizione 2021 dell’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI): l’Italia è in 20esima posizione rispetto ai 27 stati membri dell’Europa (nel frattempo però è stato pubblicato il DESI 2022, che vede l’Italia in salita dal 20esimo al 18esimo posto).

Rivedi la puntata di FORUM PA 2022 – 17 giugno

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