Milano, come auto-organizzare la socialità
All’interno delle comunità, la maggior parte dei miglioramenti sostenibili avviene nel momento in cui i cittadini scoprono il proprio potere di agire e reclamare in autonomia quanto hanno delegato ad altri, approfondendo quel civic empowerment su cui prende forma la vera cittadinanza intelligente. Il panorama delle nuove metropoli si pone in linea di continuità con un processo di rivalutazione del cittadino, immesso a pieno titolo tra le componenti della smartness urbana. Affinché la comunità possa immaginare nuove soluzioni per problemi preesistenti, è altrettanto importante che includa nel dialogo degli interlocutori atipici, appartenenti ad esempio a gruppi spontanei e di formazione recente. Questo è il caso di un gruppo di mamme milanesi che, nell’estate del 2014, ha deciso di realizzare un centro estivo totalmente auto-organizzato e autogestito.
23 Marzo 2015
Lucrezia Nepoti
All’interno delle comunità, la maggior parte dei miglioramenti sostenibili avviene nel momento in cui i cittadini scoprono il proprio potere di agire e reclamare in autonomia quanto hanno delegato ad altri, approfondendo quel civic empowerment su cui prende forma la vera cittadinanza intelligente. Il panorama delle nuove metropoli si pone in linea di continuità con un processo di rivalutazione del cittadino, immesso a pieno titolo tra le componenti della smartness urbana. Affinché la comunità possa immaginare nuove soluzioni per problemi preesistenti, è altrettanto importante che includa nel dialogo degli interlocutori atipici, appartenenti ad esempio a gruppi spontanei e di formazione recente. Questo è il caso di un gruppo di mamme milanesi che, nell’estate del 2014, ha deciso di realizzare un centro estivo totalmente auto-organizzato e autogestito.
Nato all’interno del “Circolo dei Talenti”, una piccola realtà associativa molto importante per l’incontro e la cooperazione tra i cittadini del quartiere, il centro estivo si è immediatamente presentato come un’alternativa al modello di "campo estivo ad alto costo".
Uno spazio che offrisse ai bambini attività diversificate e stimolanti, in grado di estendere oltre i confini scolastici l’opportunità di imparare, e che rappresentasse anche per le mamme una risorsa e una fonte di condivisione e supporto reciproco. Con queste premesse, il progetto del centro estivo ha sperimentato un rapido passaparola tra le mamme del quartiere, al punto da dover sospendere le nuove iscrizioni già dopo poche settimane dall’avvio dell’iniziativa. La collaborazione richiesta ai genitori, in linea con la logica dell’autogestione, riguardava un’offerta di tempo, piuttosto che un contributo economico. Ogni famiglia è stata invitata a partecipare secondo la propria disponibilità e i propri impegni lavorativi: la possibilità dei genitori di coprire o meno dei turni durante le settimane del centro non ha precluso a nessun bambino l’inserimento all’interno del gruppo. Oltre alle mamme e ai papà, il centro ha potuto godere dell’importante contributo di alcuni nonni, che hanno offerto tempo e attenzione nella cura dei nipoti e degli altri bambini.
Il progetto ha voluto favorire percorsi di aiuto reciproco, stimolare una gestione condivisa del gruppo, restituire ai bambini un ruolo attivo nell’ideazione e nella pianificazione delle attività (coinvolgendo anche i bambini più grandi nella cura e nell’intrattenimento dei più piccoli) e sperimentare l’autogestione come strumento di crescita del gruppo. Una piccola comunità, dunque, organizzata e gestita da persone senza una specifica formazione nel campo dell’educazione o dell’animazione, ma accomunate dalla propria esperienza come genitori. L’impronta spontaneistica del centro ha fatto sì che le attività fossero organizzate su proposta degli stessi partecipanti, con la collaborazione di amici o persone esterne, disposte a spiegare e coinvolgere i bambini in giochi e laboratori, difficilmente sperimentabili altrove. Su iniziativa di una mamma con esperienza in campo cinematografico, i bambini hanno realizzato soggetto, costumi e interpretazioni di un personalissimo cortometraggio dal titolo Incantium: il paese dei talenti ribelli. All’interno di un clima non costrittivo, i piccoli “talenti” del centro estivo hanno potuto scegliere in autonomia se partecipare o meno alle attività proposte, mentre le mamme e i papà sono stati liberi di sperimentare il proprio ruolo familiare in un contesto allargato.
Lo stile innovativo del centro estivo può essere ritrovato nella mancanza di una formazione specifica da parte dei partecipanti e nell’equiparazione delle responsabilità di cura: non c’è una figura che si assume singolarmente il ruolo educativo, ma è la collaborazione dei partecipanti a costituire il valore del progetto. In questo modo, l’unicità dell’esperienza genitoriale e dello stile educativo diventano la base su cui si fonda la forza e il senso dell’iniziativa. Il gruppo del centro estivo “I Talenti” fornisce dunque un esempio concreto del legame inscindibile tra la nascita di nuove unioni sociali e il rafforzamento dell’empowerment collettivo. A partire dalla comune esigenza di trovare uno spazio di intrattenimento per i figli durante i primi mesi estivi, questo gruppo di mamme è riuscito in poco tempo a creare un laboratorio di socialità, in cui sperimentare l’incontro e il sostegno condiviso. I legami venutisi a creare tra le partecipanti hanno spostato il terreno delle relazioni dai turni del centro alla vita quotidiana. Tramite efficaci esempi di sostegno informale, le mamme hanno fondato una piccola comunità aperta, basata su principi di reciprocità e fiducia. La vicinanza fisica ha consentito che queste pratiche venissero ripetute e si trasformassero in altre occasioni di convivialità e di incontro, anche in seguito alla chiusura del centro estivo. In questo modo, le mamme hanno finito per generare una rete di scambio pratico ed emotivo, apparentemente destinata a durare nel tempo. La componente tecnologica ha, anche in questo caso, facilitato l’assiduità della comunicazione tra le mamme, attraverso uno scambio di opinioni, proposte e foto su whatsapp. Sulla base di questa connessione emotiva condivisa, il gruppo ha mantenuto la sua forza aggregante e continuato a organizzare feste e incontri collettivi, in previsione di ripetere l’esperienza del centro nell’estate del 2015.
L’esperienza portata avanti dal centro può dunque essere considerata un ottimo sistema di collaborazione informale, facilmente replicabile in altri contesti. La recente diffusione di forme di associazionismo simili, fondate sulla condivisione di responsabilità e attitudini personali, suggerisce un crescente bisogno di realtà che possano sostituirsi alla struttura e agli alti costi dei servizi. L’auto-organizzazione del centro, basata su una gestione molto simile a quella delle Banche del Tempo, sembra essere in grado di rispondere a tale esigenza, definendosi come realtà non istituzionalizzata e fornendo un aiuto totalmente gratuito in un contesto delicato e spesso trascurato dai servizi come quello della cura e dell’educazione non scolarizzata.
Come ha affermato il presidente della Commissione Europea Josè Barroso, l’innovazione sociale coincide con "la capacità di innescare i cambiamenti comportamentali che sono necessari per affrontare le principali sfide delle società contemporanee e riguarda anche gli interventi volti all’empowerment di cittadini per far sì che diventino co-creatori di relazioni sociali e modelli di collaborazione innovativi". L’esempio del centro estivo “I Talenti” ci dimostra come la sperimentazione di nuove pratiche non richiami necessariamente trasformazioni complesse o servizi costosi. Sono piuttosto le risposte flessibili, calibrate sulle esigenze degli stessi cittadini e realizzate grazie al loro coinvolgimento diretto, a garantire un terreno fertile per il cambiamento. Come ribadito durante il Forum delle Politiche Sociali, tenutosi a Milano dal 27 febbraio al 7 marzo, la prospettiva di una città più vivibile nasce proprio da qui: dall’incontro tra bisogni comuni e dalla valorizzazione di ogni prospettiva, opinione o strategia adottata da chi conosce e abita un dato territorio.