Sfigati, annoiati, viziati… disoccupati

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Era un pezzo che non si parlava tanto dei giovani… no, non è che facciamo parlare i giovani, questo no, ma in compenso noi parliamo molto di loro. Spesso lo facciamo, basta leggere le cronache politiche, per stimolarli ed incitarli a prendere in mano le loro vite, e lo facciamo dando buoni consigli: prendere in mano le loro vite, non fare i bamboccioni, staccarsi dalle sottane di mamma. Consigli che possono anche suscitare reazioni di fastidio, ma a cui alla fine è difficile dar torto. Se tutto questo è vero perché allora questa saggezza dei nostri capelli grigi mi lascia così insoddisfatto? Se i consigli son giusti perché non riesco a sentirmi dalla parte della ragione?

8 Febbraio 2012

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Carlo Mochi Sismondi

Articolo FPA

Era un pezzo che non si parlava tanto dei giovani… no non è che facciamo parlare i giovani, questo no, ma in compenso noi parliamo molto di loro. Spesso lo facciamo, basta leggere le cronache e le polemiche politiche di questi giorni, per stimolarli ed incitarli a rendersi conto che il mondo è grande e che il terreno di gioco va al di là dello spazio conosciuto, a spicciarsi a prendere una laurea, perché, se è vero che chi studia e lavora è ampiamente giustificato per qualche anno in più, ci sono tantissimi esempi di flemma olimpica e di “meglio nemico del bene” che bivaccano nelle nostre facoltà, a prendere la vita professionale come un progetto e non come un posto da occupare. Insomma saggi consigli che possono anche suscitare reazioni di fastidio, magari anche provocate da qualche parola di troppo, ma a cui alla fine è difficile dar torto. Io per primo da imprenditore ho assistito a scene incredibili di ragazzi e ragazze (ma molto più maschietti a dire il vero) preoccupatissimi sino alla rinuncia perché avrebbero dovuto prendere due mezzi per venire in ufficio o molto incerti se valesse la pena di impegnarsi per un lavoro temporaneo di un anno (per altro abbastanza ben pagato e non in miniera!).

Se tutto questo è vero perché allora questa saggezza dei nostri capelli grigi mi lascia così insoddisfatto? Se i consigli son giusti perché non riesco a sentirmi dalla parte della ragione?
Certo quel 30% di disoccupazione giovanile pesa e quei tre ragazzi su dieci che ci guardano interrogativi non ci lasciano tranquilli, ma non è solo quello. Certo lo scandalo di un precariato del lavoro, in sé ampiamente sperimentato in tanti Paese occidentali a cominciare dalla locomotiva tedesca, ma che diventa in Italia precariato di vita, ci presenta un conto salato in termini di “benessere equo e sostenibile”, ma anche questo non spiega tutto.

Io credo che ci sia da considerare invece con attenzione il messaggio contraddittorio che stiamo proponendo ai nostri giovani: da una parte parla la nostra stessa concezione di welfare, così squilibrato verso le pensioni e la garanzia ai lavoratori assunti, che si tramuta in un welfare della famiglia, vero presidio sociale per sostenere il passaggio sempre più tardivo all’età adulta. Parla di mamma, di casa, di tempi dilatati, di relativa (sempre più relativa) sicurezza domestica, di giovinezza protratta, di nido. Dall’altra, in sussulti episodici, proponiamo ai giovani autonomia, responsabilità, spirito imprenditoriale, ma lo facciamo senza salari di inserimento, con sempre meno borse di studio, senza progetti ampi e concreti per l’imprenditoria giovanile, senza credito per le microimprese, senza provvedimenti, tranne qualche briciola messa su onorevolmente dal Dipartimento della gioventù, per facilitare l’uscita di casa, per agevolare i fitti, per concedere quei “prestiti d’onore” che sono alla base di un percorso proprio quando non si è “figli di…”

Insomma per richiamare alla responsabilità bisogna essere autorevoli ed io, come generazione, in questo caso non mi sento autorevole, per questo sono a disagio.

Nell’attesa di vedere nel concreto cosa (e quanto) propone di investire il nuovo Ministro del lavoro, che ha dichiarato che l’occupazione e il “buon” lavoro sono la sua prima priorità, chiudo riproponendovi un lavoro pregevole, vecchio di più di un anno, che propone, cosa rara, sia analisi sia ricette: è il dossier sulla politica per l’occupazione giovanile che tre studiosi di valore come Irene Tinagli, Stefano Micelli e Marco Simoni avevano preparato per Italia Futura: lo trovate qui. Buona lettura e buone riflessioni!

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