Stati Generali sul lavoro delle donne in Italia: pochi servizi, stipendi più bassi, alta percentuale di abbandono del posto di lavoro

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Si sono tenuti oggi a Roma presso il Cnel, gli "Stati Generali sul lavoro delle donne in Italia" indetti dalla II° Commissione del Cnel a sostegno del dibattito ed approfondimento sul tema del lavoro delle donne nel nostro Paese.

2 Febbraio 2012

M

Maria Di Paolo

Articolo FPA

Si sono tenuti oggi a Roma presso il Cnel, gli "Stati Generali sul lavoro delle donne in Italia" indetti dalla II° Commissione del Cnel a sostegno del dibattito ed approfondimento sul tema del lavoro delle donne nel nostro Paese.
Obiettivo dell’iniziativa voleva essere "contribuire a restituire centralità, nel dibattito economico, sociale e politico, sia alla annosa questione della scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro, sia alle principali problematiche che spesso ostacolano una adeguata valorizzazione e qualificazione del lavoro delle donne".

I primi dati emersi non sono confortanti: da una ricerca ISFOL presentata – condotta su un campione rappresentativo delle donne italiane in età compresa tra i 25 e i 45 anni – emerge che alla base della bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro c’è la famiglia: "il 40,8% delle ex lavoratrici dichiara di aver interrotto l’attività lavorativa per prendersi cura dei figli e circa il 5,6% per dedicarsi totalmente alla famiglia o ad accudire persone non autosufficienti". Il dato tragico è che "una buona parte delle ex lavoratrici dichiara di aver dovuto terminare l’attività lavorativa per cause non volontarie". Dall’indagine risulta che "oltre il 17% segnala la scadenza di un contratto a termine o stagionale, il 15,8% il licenziamento o la chiusura dell’azienda".

Lo studio presentato dall’economista della Banca d’Italia Roberta Zizza ha focalizzato l’attenzione sulla dimensione salariale. I salari per le donne sono nettamente più bassi che per gli uomini: "il differenziale grezzo è circa del 6%" ma, peggio, "il gap diventa più ampio e crescente nel tempo: da 10,3% nel 1995 a 13,8% nel 2008"

Riassume il Cnel: "il sistema italiana non fornisce servizi alla famiglia e di conciliazione, di conseguenza le donne non entrano nel mercato del lavoro o ne escono dopo il primo figlio o per assistere parenti e anziani"

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