Un’Europa più democratica e trasparente
Il 13 dicembre 2007 i leader dell’Unione europea hanno firmato il trattato di Lisbona, mettendo fine a diversi anni di negoziati sulla riforma istituzionale.
16 Gennaio 2008
Il 13 dicembre 2007 i leader dell’Unione europea hanno firmato il trattato di Lisbona, mettendo fine a diversi anni di negoziati sulla riforma istituzionale.
Il nuovo trattato, approvato informalmente nel corso del vertice del 18-19 ottobre scorsi, modifica il trattato sull’Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea, attualmente in vigore, senza tuttavia sostituirli. In questo senso apre, però, una nuova fase per il futuro dell’Europa dotandola del quadro giuridico e degli strumenti necessari per far fronte alle sfide del futuro e rispondere alle aspettative dei cittadini.
In 50 anni, infatti, l’Europa è cambiata così come è cambiato il mondo chiamando le istituzioni ad affrontare nuove sfide. "La globalizzazione dell’economia, – si legge sulle pagine di presentazione del nuovo sito appositamente dedicato al trattato – l’evoluzione demografica, i cambiamenti climatici, l’approvvigionamento energetico, per non parlare delle nuove minacce che gravano sulla sicurezza, sono i grandi temi con i quali l’Europa del XXI secolo deve misurarsi".
Un ammodernamento, quindi, delle strutture, e degli strumenti volto a rafforzare la legittimità democratica dell’Unione e a consolidare i valori fondamentali che ne sono alla base.
Quattro gli ambiti di intervento individuati dal trattato:
Potrebbero sembrerebbe temi alti, che non toccano direttamente il cittadino, ed invece scendendo nel dettaglio si trovano aspetti di forte impatto come le sfide dell’eco-compatibilità e della sicurezza energetica, il diritto transfrontaliero alla salute e la trasparenza amministrativa e politica e la partecipazione democratica. Oltre a rafforzare il controllo democratico dell’Unione europea riconoscendo un ruolo più importante sia al Parlamento europeo che ai parlamenti nazionali, grazie al Trattato, infatti, per la prima volta un milione di cittadini avranno la possibilità di invitare la Commissione a presentare un’iniziativa di loro interesse in un settore di competenza dell’UE.
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