Animatori digitali, grandi ambizioni ma c’è un mare tra gli ideali e la realtà

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19 Gennaio 2016

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Carlo Giovannella, Università Roma Tor Vergata, Smart Learning Ecosystems and Regional Development

Ogni volta che si ragiona sull’ecosistema scuola ci si imbatte nella non risolta (almeno in questo ambito) dicotomia tra “res cogita” e “res extensa” e nell’eterno combattimento tra mondo ideale e le diverse istanze che di esso ci si affanna a realizzare, guidati da obiettivi o interessi più o meno scoperti.

Non fa eccezione, ovviamente la trasformazione “digitale” della scuola e delle competenze dei suoi attori protagonisti – studenti, docenti, dirigenti, personale ATA, clienti-famiglie, ecc. – che al momento sembra destinata a passare attraverso lo snodo dell’animatore digitale; figura per la formazione della quale ci si è affrettati a selezionare, in fretta e furia, i Poli Formativi Regionali con criteri che, al momento, non è dato conoscere … come si suol dire, se vivremo, vedremo e capiremo.

Perché tanta fretta? Semplice, perché nell’attuale situazione organizzative della scuola, salvo poche eccezioni, non è facile immaginare una piena attuazione di una strategia caleidoscopica e sistemica come quella descritta nel PNSD, senza l’assegnazione di risorse umane dedicate. A torto o a ragione, dunque, chi ha immaginato la tempistica del PNSD, ha ritenuto che ben più di una meditata elaborazione dei piani formativi degli animatori fosse importante averli in carne e ossa, e da subito, nelle scuole quali promoter del PNSD, fidando che, con il tempo, sarà possibile far acquisire loro le competenze necessarie. Il leitmotiv del momento è “partire è comunque meglio che restare immobili”, ma i rischi di infognarsi dentro azioni “modaiole” è sempre dietro l’angolo, come ci insegnano gli ultimi venti anni di avvicinamento della scuola al digitale, attraverso successive istanze della “res cogita” guidate da mode e interessi del momento.

Ma cosa ci si aspetta dagli animatori digitali? “Banalmente”: sostenere e attuare il PNSD nelle scuole di appartenenza. In prima battuta:

a) introdurre strategie e azioni dirette a favorire l’uso delle tecnologie digitali nella didattica, individuando soluzioni metodologiche e tecnologiche sostenibili coerenti con l’analisi dei fabbisogni;

b) favorire il potenziamento delle competenze digitali di docenti e studenti, sia stimolando processi di formazione interna che utilizzando gli snodi formativi;

c) coinvolgere la comunità scolastica anche al fine di creare una “cultura digitale condivisa”.

Proviamo a esplicitare alcune sfaccettature del “mondo ideale”:

  • benché uno degli obiettivi principali sia quello di sostenere lo sviluppo di una didattica digitalizzata, l’attuazione del PNSD richiede implicitamente lo sviluppo di una visione sistemica dell’utilizzo del digitale di medio-lungo termine, che non può ridursi alla semplice scelta di applicativi e alla riproduzione di esperienze altrui, perché la capacità di contestualizzare e personalizzare tali esperienze è irrinunciabile, come pure una conoscenza approfondita delle tecnologie – che non vuol dire essere in grado di svilupparne – per immaginare come poterle piegare/forzare allo scopo di raggiungere gli obiettivi didattici e organizzativi che ci si è posti e, non ultimo, per sapere cosa chiedere alle future tecnologie e ai loro potenziali sviluppatori. Gli animatori digitali dovranno acquisire, dunque, la capacità di promuovere il co-design di visioni pedagogiche, didattiche e gestionali, nonché la capacità di sostenerle attraverso l’introduzione mirata e consapevole delle tecnologie più adatte allo specifico contesto;
  • benché uno dei compiti degli animatori sia la diffusione delle competenze digitali, l’obiettivo ultimo del PNSD sembrerebbe essere quello di promuovere l’acquisizione di competenze orizzontali, o del XXI secolo, o soft skill, o LIFE skill, a seconda del quadro di riferimento che si desideri adottare. Quello che si richiede agli animatori, dunque, sembrerebbe essere la capacità di realizzare un collegamento tra le prime e le seconde e, soprattutto, di elaborare strategie e piani formativi – sostenuti dall’immancabile digitale – per favorire l’acquisizione di entrambe, misurandone gli esiti; ci si aspetta, infatti, che i risultati delle azioni intraprese siano messi a disponibili a tutti, in chiaro;
  • benché si chieda agli animatori di coinvolgere l’intera comunità scolastica – incluse famiglie e portatori di interesse del territorio – l’obiettivo ultimo che ci si propone di raggiungere nel mondo ideale non appare chiarissimo: cosa si intende per “cultura digitale condivisa”? La capacità di utilizzare e comunicare attraverso gli strumenti digitali (ad esempio il tanto famigerato registro elettronico)? La condivisione di un percorso finalizzata alla formazione di individui capaci di utilizzare i servizi digitali (sia proposti dalla pubblica amministrazione che da privati, es. e-commerce e quanto altro) o all’acquisizione degli strumenti di base per affrontare il mondo del lavoro? la condivisione di una didattica digitale finalizzata alla preparazione delle figure specialistiche richieste dal mercato? Obiettivi tutti plausibili che qui e là emergono dal PNSD. Un messaggio che non sembra, invece, emergere in maniera forte e chiara, ma che sarebbe altrettanto importante, è la spinta verso il recupero di una collaborazione tra tutte le agenzie educative a favore di uno sviluppo armonico della persona, ovvero dello studente.

Di fronte a compiti così alti, e in grado di far tremare i polsi anche a persone in possesso del più solido background, qual è la domanda più frequente del momento che circola nei fori specialistici? È forse una richiesta di chiarimento su come verranno formati gli animatori digitali per essere messi in condizione di espletare tutti i compiti previsti dalla “res cogita”? Ovviamente no, molto più prosaicamente: come e quanto potranno essere pagati? Avranno l’esonero?

Domande umanamente comprensibili, ma che pongono in evidenza il divario esistente tra mondo ideale e mondo reale. Divario su cui ci si dovrà concentrare se si vorranno raggiungere i risultati aspettati.

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