Bono (Miur): “L’innovazione dentro ogni scuola: ecco come ci riusciremo”

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19 Gennaio 2016

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Sabrina Bono, Miur, Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali

Il Piano Nazionale Scuola Digitale (di seguito PNSD) è ormai una realtà. Si tratta di un piano sistemico e complessivo di innovazione digitale della Scuola, nel quale però il fulcro della azione innovativa non è nella tecnologia, ma nei modelli di interazione didattica.

Il PNSD ridefinisce obiettivi, azioni e strumenti funzionali all’innovazione di tutto il sistema scolastico, dalle infrastrutture agli ambienti, alla formazione ed alla digitalizzazione amministrativa.

Come accade in tutti i piani innovativi, anche il PNSD è costituito da azioni ad attuazione “immediata” e azioni di più lungo termine. Tra quelle che saranno attuate a breve si annoverano le azioni per favorire la “connessione ad internet” e per la realizzazione di ambienti per la didattica digitale e di “laboratori territoriali per l’occupabilità”. Le prime assicurano una precondizione importante: la connessione in rete e alla Rete da parte delle scuole. I servizi disponibili in Rete sono ormai talmente tanti che non è pensabile che le scuole siano escluse da questa opportunità.

Il PNSD punta molto sul cambiamento di paradigma didattico, con la consapevolezza che nessun cambiamento è possibile se non si innovano gli ambienti di apprendimento. Per dare la possibilità a tutte le scuole di innovarsi sono stati proposti tre tipi di ambienti, le aule aumentate, gli spazi alternativi e i laboratori mobili. In questo modo, a seconda delle proprie esigenze e dei tipi di ambienti disponibili, ciascuna scuola potrà comunque innovarsi, disponendo di ambienti tecnologizzati in cui praticare didattiche sempre più interattive e collaborative. Innovare la didattica passa pure per esperienze legate al mondo del lavoro, alla creatività, al problem solving. I “laboratori territoriali per l’occupabilità” sono spazi innovativi a disposizione di più scuole del territorio, aperti anche alla formazione di giovani senza lavoro e NEET, nei quali si potranno sviluppare pratiche didattiche avanzate in sinergia con le politiche locali per l’occupabilità, in partenariato con enti locali, imprese e società civile.

Il Piano Nazionale Scuola Digitale è estremamente complesso e necessita di essere comunicato e promosso, attuato in sinergia con molti stakeholder, primi fra tutti, le scuole. Per portare l’innovazione fin dentro le scuole è stato introdotto l’animatore digitale, un docente cui sarà affidato il compito di supportare in maniera sostenibile ed adeguata il processo di innovazione nella realtà scolastica di appartenenza.

Per dirla con Aristotele, il PNSD è molto di più della somma delle azioni che lo compongono, è una concezione della innovazione della scuola che parte dalla didattica e dai docenti, passando per l’infrastruttura, gli ambienti e la formazione, che cerca di coinvolgere le scuole e tutte le componenti della società civile e produttiva, che ha come obiettivo la realizzazione di una scuola moderna a misura di studente nella società del 21° secolo.

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