Innovazione scolastica, e-learning, formazione: tante le azioni da mettere in atto per arricchire i processi di apprendimento e insegnamento, possibili grazie ai finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a favore della scuola. A parlarne in questa nuova puntata della Rubrica “I protagonisti del cambiamento” Caterina Policaro, Dirigente dell’Istituto di Istruzione Superiore “Isabella Morra” di Matera, intervistata da Gianni Dominici, Direttore generale di FPA
23 Febbraio 2023
Redazione FPA
La pandemia ha recuperato la nozione di comunità di pratica. Si sono create su Facebook in particolare, ma anche su altri social, gruppi di docenti o dirigenti scolastici che ancora in questa fase post-pandemica continuano a scambiarsi informazioni, soluzioni, progetti. La pandemia ha anche messo in evidenza la differenza di risposta all’emergenza sanitaria tra chi nella fase pre-pandemica aveva già avviato percorsi di innovazione tecnologica-organizzativa e chi no. Lo ha sottolineato Caterina Policaro, intervistata da Gianni Dominici, Direttore generale di FPA, all’interno della Rubrica “I protagonisti del cambiamento”: ad aiutarla nel suo ruolo di dirigente dell’Istituto di Istruzione Superiore “Isabella Morra” di Matera è stata la sua conoscenza di piattaforme di e-learning e la sua capacità di innovare.
Gestione dei processi di innovazione scolastica tra resilienza e antifragilità
Il paese, i comuni, così come la scuola, hanno dimostrato una capacità di risposta (che alcuni chiamano resilienza, altri antifragilità) proporzionale a quanto investito già prima dell’emergenza su alcuni processi e alcune metodologie. ‘Stiamo tornando a quelli che eravamo o è questa l’opportunità per immaginarsi un nuovo modo di fare didattica?’. Per la dirigente Policaro c’è un ‘insieme costituito da due elementi: chi ha colto l’innovazione e chi ha dovuto cogliere l’innovazione. Resta il fatto che l’utilizzo di modelli innovativi di didattica digitale ha aiutato anche chi aveva meno strumenti o capacità progettuali. Per la dirigente si deve cogliere tutto il buono che è stato fatto in questi tre anni: sono stati abilitati almeno l’80% degli studenti italiani dalla scuola primaria alle scuole superiori, oltre i loro docenti, a lavorare in una modalità collaborativa tra momenti di insegnamento a distanza e attività svolte in presenza; le classi sono state dotate di smart board che le porta ad essere innovative. La scuola non è una monade, ha le sue relazioni con il territorio, si integra con la pubblica amministrazione – comuni, provincia, altri enti locali – e dove si sono attivate queste sinergie si sono ottenuti ottimi risultati sulla tenuta delle comunità. Ciò non toglie che “avremo sempre i resilienti, cioè quelli che tornati nella loro comfort zone riprendendo un modus operandi di fare scuola pre-covid”, ma la scuola per Policaro rimane nel giusto centro tra l’insieme resilienza e l’insieme antifragilità.
Le nuove tecnologie un’opportunità per la scuola
Il nostro ranking dedicato alle città – ICity Rank 2022 – sull’utilizzo dei servizi digitali dimostra che c’è ancora un gap tra nord, centro e sud del paese. E allora se non ora, che le risorse del PNRR sono disponibili, quando rendere la digitalizzazione un’opportunità per tutti? In realtà – come evidenzia Policaro – negli ultimi sei anni le risorse ci sono state anche grazie alla programmazione Europea e ai finanziamenti dei bandi PON a favore della scuola. Il grande problema è che mancano le competenze progettuali a cui affidare un po’ di visione e manca soprattutto quella che Policaro definisce “la manodopera”, ovvero il personale: il dirigente, che è l’unico responsabile, in collaborazione con il direttore dei servizi amministrativi e la segreteria deve assolvere più funzioni che ogni nuova progettualità richiede, dagli alunni ai docenti, ai contratti, alla sicurezza, alla relazione con gli enti. Occorre rimboccarsi le maniche e approfittare di quello che viene messo in campo, consapevoli che potrebbe non bastare.
Nella sua precedente esperienza nella scuola polo di Future labs (progetto formativo per il personale scolastico sulle competenze digitali per la didattica, organizzato nell’ambito delle azioni del PNSD – Piano nazionale per la scuola digitale e oggi confluito nel PNRR), Policaro ha avuto dei finanziamenti che ha provato ad utilizzare allestendo degli ambienti di apprendimento innovativi per la formazione dei docenti di tutta la regione Basilicata e permettendo loro l’utilizzo dei relativi strumenti di didattica digitale, attività che sono state poi sospese per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Nonostante questo con i Future labs di tutta Italia (c’è almeno una struttura in ogni regione) sono stati organizzati massivamente dei percorsi di formazione online certificati che offrissero degli strumenti innovativi pensati per sviluppare le competenze dei docenti in una prospettiva futura, in modo che potessero costituire patrimonio scolastico da riversare nella didattica quotidiana. Questo significa saper usare le risorse al meglio e oggi chi deve ancora colmare questo gap per una scuola più omogenea potrà farlo attraverso le risorse del PNRR.
Investire nella formazione
L’innovazione ha completamente sovvertito in termini socio-antropologici il percorso di condivisione di conoscenze da nonno a figlio a nipote, creando dei rapporti nuovi a livello generazionale. Molte famiglie, così come molti docenti, non sanno usare gli strumenti o le piattaforme che usano i ragazzi. “Andrebbe fatto un ulteriore investimento in formazione, che può avere ricadute non solo sui docenti ma anche sull’intera comunità”. Dal suo osservatorio, Policaro ha notato che, pur esistendo questo gap generazionale, i ragazzi non hanno un bagaglio di conoscenze e di nozioni in più, sanno semplicemente utilizzare degli strumenti senza comprenderne le implicazioni contenutistiche e gli effetti derivanti dalla presenza sui social. La scuola dovrebbe formare a un uso consapevole delle nuove tecnologie.