Didattica a distanza: cosa ci ha insegnato l’emergenza. Il confronto a FORUM PA 2020

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Ripensare la didattica, potenziare le competenze e superare i divide. Questi i passi necessari affinché le scuole, le università e gli enti di formazione sappiano davvero, nel post-emergenza, mettere a sistema le potenzialità offerte dal digitale. Al FORUM PA online di luglio un dibattito tra esperti e rappresentanti istituzionali, con la presenza della Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina

17 Giugno 2020

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Michela Stentella

Content Manager FPA

Photo by Annie Spratt on Unsplash - https://unsplash.com/photos/hCb3lIB8L8E

In Italia i cancelli delle scuole si sono chiusi il 5 marzo 2020, come misura di contenimento verso la diffusione del Coronavirus, e così sono rimasti fino alla conclusione dell’anno scolastico. Una misura senza precedenti, che ha visto come contromisura per garantire il proseguimento delle attività scolastiche, l’attivazione della DAD, la Didattica a distanza.

Il Decreto della Presidenza del Consiglio dell’8 marzo stabiliva infatti che i dirigenti scolastici attivassero “per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza con particolare attenzione alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità”. La DAD è così entrata, da un giorno all’altro, nelle attività quotidiane dei docenti di ogni ordine e grado e nelle case delle famiglie italiane. Ma non di tutte, perché questo periodo ci ha mostrato come mai prima d’ora la centralità di due elementi: le infrastrutture (e le dotazioni) tecnologiche, quindi connessioni e device, pc e tablet per intenderci; le competenze digitali. Entrambi gli elementi concorrono a determinare quel divide (digitale e culturale), che pesa come un macigno nella possibilità di accedere alle forme di apprendimento a distanza. Se non si agisce, quindi, su questi due aspetti, garantendo a tutti le stesse possibilità di accesso e partecipazione alla didattica a distanza, si finisce inevitabilmente per aggravare divari già esistenti.

In Italia non siamo messi molto bene, lo sapevamo già prima dell’emergenza Covid-19 e ce lo ha confermato anche il Rapporto DESI 2020 (The Digital Economy and Society Index), uscito proprio pochi giorni fa.

Guardiamo prima di tutto al divide infrastrutturale. Secondo il Rapporto DESI 2020, l’Italia è ancora indietro per connettività rispetto agli altri Paesi europei: con un punteggio complessivo pari a 50,0, ci posizioniamo al 17º posto tra i 28 Stati membri dell’UE (siamo scesi di 5 posizioni rispetto al DESI 2019). Al momento del lockdown (il DESI 2020 prende infatti a riferimento i dati 2019) tutti i dati sulla diffusione della banda larga risultavano inferiori alla corrispondente media UE. In particolare, la diffusione della banda larga fissa ad almeno 100 Mbps è al 13% delle famiglie, contro il 26% della media UE. Per quanto riguarda i prezzi, poi, l’Italia si posiziona al di sopra della media UE per tutti i panieri dei prezzi considerati (fisso, mobile, convergente).

Qualche altro dato: secondo il Rapporto Istat “Cittadini e ICT” del 2019, il 23,9% delle famiglie italiane, una su quattro, non ha accesso a Internet. mentre il Rapporto AGCOM “Educare digitale” del febbraio 2019 ci dice che poco più di una scuola su dieci possiede un collegamento ultrabroadband (con velocità di connessione in download superiore a 100 mbps). Per il resto si parla di vecchie linee adsl, che non consentono connessioni di alta qualità.

A questo va aggiunto che molte famiglie non possiedono dispositivi (pc o tablet) per seguire la didattica a distanza: lo schermo di un cellulare, infatti, non è adatto per questo tipo di fruizione, così come la connessione dovrebbe poggiare su una linea fissa e non sul mobile.

Guardiamo poi alle competenze. In questo caso il DESI 2020 è ancora più spietato: nel 2019 l’Italia ha perso due posizioni e si colloca ora all’ultimo posto nell’UE per quanto riguarda la dimensione del capitale umano. Rispetto alla media UE, l’Italia registra livelli di competenze digitali di base e avanzate molto bassi: solo il 42% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede almeno competenze digitali di base (58% nell’UE) e solo il 22% dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (33% nell’UE). Questo basso livello di competenze digitali si riflette anche nello scarso uso dei servizi Internet e si può notare come proprio la frequenza di corsi online sia in assoluto l’attività meno diffusa.

Il DESI 2020 cita comunque alcune strategie avviate dall’Italia per rafforzare le competenze digitali e affrontare il tema dell’inclusione digitale. Il Summary relativo all’Italia dice infatti che “nelle scuole primarie e secondarie, l’attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale sta gradualmente progredendo, anche se non tutte le scuole italiane attuano progetti educativi sulle competenze digitali o offrono corsi sul pensiero computazionale. Un elemento positivo è rappresentato dal nuovo obbligo per gli insegnanti di avere competenze di programmazione (Decreto Scuola 2020)”. Viene citato anche il Piano “Italia 2025” e l’iniziativa “Repubblica Digitale” (a cui ricordiamo anche FPA ha aderito e che sarà al centro degli appuntamenti “Un caffè con….” a FORUM PA 2020).

Servono quindi maggiori competenze digitali tra gli studenti, ma anche tra i docenti. Sempre secondo il Rapporto AGCOM “Educare digitale”, ad esempio, meno di un quinto degli insegnanti sfrutta il digitale per collaborare con altri docenti e condividere materiali, limitandosi a usare la rete per consultare fonti e contenuti.

Per rispondere ad alcuni di questi problemi, soprattutto sul tema infrastrutturale, durante questa emergenza sono stati adottati alcuni provvedimenti. Ricordiamo che con il decreto ‘Cura Italia’ sono arrivati 85 milioni di euro per sostenere la didattica digitale: 70 milioni per l’acquisto di device da dare in uso agli studenti, 10 milioni per dotare le scuole di piattaforme digitali e 5 milioni per la formazione degli insegnanti alla teledidattica. Sono stati poi stanziati 8,2 milioni per gli animatori digitali delle scuole e, ancora, 80 milioni di risorse PON per l’acquisto di pc, tablet e dispositivi nella scuola primaria e secondaria di I grado. Il 5 maggio, con il Piano Scuola approvato dal Comitato nazionale per la Banda Ultralarga, sono poi arrivati oltre 400 milioni di euro per garantire la connessione veloce all’81,4% delle scuole. Previsti anche voucher per le famiglie: fino a 500 euro, in base all’Isee, per connessioni veloci, pc e tablet  

Sopra tutti questi aspetti, certamente centrali, il punto nodale sembra però essere quello di un ripensamento della didattica a partire dal digitale. Come abbiamo sottolineato già in un’intervista a Mirta Michilli, Direttore Generale di Fondazione Mondo Digitale, e in un podcast che ha visto come ospite Lorenzo Benussi, Chief Innovation Officer della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, non ha senso limitarsi a utilizzare le tecnologie solo come supporto a una didattica tradizionale, in cui prevale la lezione frontale. Bisogna, invece, sviluppare metodi per insegnare discipline classiche con strumenti nuovi e mettere al centro di questi percorsi il tema dell’inclusione.

Su tutto questo ci confronteremo l’8 luglio al FORUM PA online, nel corso dell’evento “Apprendimento a distanza e competenze digitali: due sfide per il futuro del Paese”, che vedrà l’intervento di apertura della Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Discuteranno del tema: Fabrizia Benini, Head of unit Digital Economy and Skills, DG CONNECT della Commissione europea; Lorenzo Benussi, Chief Innovation Officer – Fondazione per la Scuola Compagnia di San Paolo; Antonio De Santis, Assessore al Personale, Anagrafe e stato civile, Servizi Demografici ed Elettorali di Roma Capitale; Mirta Michilli, Direttore Generale di Fondazione Mondo Digitale; Susanna Sancassani, Centro METID Politecnico di Milano.

La partecipazione all’evento è gratuita, ma è necessario iscriversi.

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