Dirigenti scolastici, necessarie le competenze di e-leadership

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In un contesto in cui la consapevolezza digitale si declina soprattutto nella comprensione di come le tecnologie cambiano e conformano il contesto, il dirigente scolastico ha la responsabilità della visione, della comprensione delle dinamiche di territorio e della gestione del cambiamento

4 Marzo 2016

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Nello iacono, Stati Generali dell'Innovazione

Come scrive Salvatore Giuliano, una delle sfide che il Miur ha davanti è di formare i dirigenti scolastici ad “essere dirigenti”, e quindi attori primi della trasformazione che deve essere realizzata in ciascuna scuola.

Credo si possa affermare che, poiché parliamo di una trasformazione che avviene in un contesto dove il digitale è pervasivo, e che quindi contribuisce a definirlo, dal punto di vista delle relazioni, dei comportamenti, delle opportunità, dei vincoli, gli attori primi della trasformazione non possono che possedere competenze di e-leadership. Quelle, cioè, che dovrebbero possedere oggi tutti coloro che hanno qualche responsabilità di coordinamento e di gestione in un’organizzazione.

Questo è un tema che si declina sia nel campo pubblico che in quello privato, con una chiara differenza: la presenza di queste competenze nel settore pubblico è una delle condizioni necessarie per l’evoluzione e la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione, fondamentale per avviare i percorsi di crescita digitale del Paese.

E poiché la situazione italiana sul fronte della presenza e del livello delle competenze funzionali e digitali nelle diverse fasce della popolazione, è di grande arretratezza , ecco che il tema del sistema educativo, dell’abilitazione di centri permanenti di sviluppo delle competenze, diventa cruciale. La Scuola acquisisce così una centralità maggiore, non solo come ambito di sviluppo delle competenze degli studenti, ma anche come luogo di raccordo e di costruzione dello sviluppo culturale del territorio, evidenziando il ruolo delle università e delle biblioteche come luoghi aperti di incontro e di scambio fisico e virtuale. L’obiettivo diventa allora anche realizzare un contesto adeguato per lo sviluppo della cultura informatica e informativa nei diversi ordini di scuola, secondo nuovi paradigmi educativi come in gran parte identificati nel Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD).

E così la Scuola, nodo centrale del Sistema Educativo, acquista un’importanza strategica non solo per le future generazioni lavoratrici del Paese, ma anche, nel breve, per la trasformazione e crescita digitale nazionale.

Ma quale scuola? Gli alunni di oggi delle scuole primarie devono acquisire competenze valide anche per la società come sarà tra 15-20 anni, ma noi non sappiamo come saranno le città, il lavoro, la comunicazione, il nostro modo di organizzare la vita nel 2030.

Occorre pertanto pensare, come si ritrova in gran parte nel PNSD, a una scuola che abiliti e prepari alla flessibilità cognitiva, alla capacità di acquisire le competenze chiave che si configureranno nei prossimi anni, all’apprendimento permanente e proattivo. Se le competenze del futuro sono soprattutto di approccio mentale ed elaborazione connettiva e collettiva (si parla di sense-making, intelligenza sociale, pensiero creativo e adattivo, competenza interculturale, pensiero computazionale, consapevolezza dei nuovi media, multidisciplinarietà, design mentale, gestione del carico cognitivo, collaborazione virtuale ), ecco che il tema di “quale scuola” non si pone solo al livello delle discipline, ma include le metodologie didattiche, gli ambienti di apprendimento, l’organizzazione stessa della scuola.

Una scuola flessibile, che avrà bisogno di centri di sperimentazione e innovazione diffusi territorialmente, ma con connessioni reticolari che permettano di acquisire l’adeguata resilienza e quindi la capacità di evolvere nel tempo “cavalcando” i cambiamenti: una scuola dell’autonomia nell’ambito di azioni condotte da reti di scuole. Da terra di conservazione a terra di sperimentazione, comprensione, consapevolezza.

In questo contesto, in cui la tecnologia gioca un ruolo importante, e la consapevolezza digitale si declina soprattutto nella comprensione di come le tecnologie cambiano e conformano il contesto, la figura del dirigente scolastico diventa fondamentale, perché ha la principale responsabilità nell’impostazione corretta di quest’approccio consapevolmente digitale che ha bisogno di visione, di comprensione delle dinamiche di territorio, di capacità manageriali, di gestione del cambiamento.

Questi tratti hanno diverse similarità con quelle richieste agli e-leader della Pubblica Amministrazioni, ma nell’ambito scolastico ci sono delle peculiarità importanti, che meritano un approfondimento specifico, ancora in parte da definire, così da disegnare un quadro di riferimento per i percorsi di sviluppo delle competenze che dovranno accompagnare le iniziative di innovazione della scuola, e che oggi sono riconosciute nella cornice de “la buona scuola”.

Non si tratta di competenze informatiche e sull’uso dei computer. Si tratta di competenze che consentono al dirigente scolastico e ai suoi collaboratori di utilizzare appieno le opportunità del digitale nella trasformazione dei processi e dei servizi che anche la scuola è chiamata a fare, comprendendo il riuso di esperienze italiane ed estere.

Se la digitalizzazione dell’esistente è il fallimento del digitale, allora occorrono capacità di visione, fondate su una base tecnica, che garantisca la possibilità di definire concretamente le iniziative di miglioramento, come si richiede a tutte le istituzioni scolastiche. Cambiando paradigma, nel profondo, con le radici affondate in un nuovo modello culturale, rendendolo sistema.

E per renderlo sistema occorre pretendere che alcune competenze digitali diventino competenze indispensabili del profilo dei dirigenti scolastici e dei docenti, così come occorre che si affermino alcune competenze collettive, come la capacità di condivisione di esperienze e soluzioni, in grado di muovere un cambiamento profondo della cultura della scuola e prima di tutto della sua cultura manageriale.

Competenze di e-leadership , appunto: manageriali, di visione, di cambiamento, organizzative, di gestione dei gruppi, di comprensione delle opportunità digitali. Per una formazione che quindi metta in stretta correlazione le competenze necessarie per il dirigente scolastico con la visione di una scuola in grado di interpretare pienamente “la trasformazione digitale”.

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