#FPA2015 e la Buona Scuola, da luglio arriva la valutazione sulle performance degli Istituti
“Oltre che di spread economico tra Italia e Germania, nel nostro Paese si dovrebbe parlare anche di uno spread di tipo educativo”. Ad affermarlo è Marco Montanari, Policy Officer, DG Education and Culture Commissione Europea intervenuto nel corso del convegno "La buona scuola: portare i sistemi educativi nel XXI secolo", in programma il 28 maggio a FORUM PA 2015.
28 Maggio 2015
Redazione FORUM PA
“Oltre che di spread economico tra Italia e Germania, nel nostro Paese si dovrebbe parlare anche di uno spread di tipo educativo”. Ad affermarlo è Marco Montanari, Policy Officer, DG Education and Culture Commissione Europea intervenuto nel corso del convegno "La buona scuola: portare i sistemi educativi nel XXI secolo", in programma il 28 maggio a FORUM PA 2015.
All’Italia, secondo fonti Eurostat citate da Montanari, spetta il primato in negativo dell’abbandono scolastico: il più alto in Europa. Nel nostro Paese il 15% della popolazione tra i 18 e 24 anni abbandona gli studi dopo aver conseguito un diploma di scuola media inferiore contro una media europea del 10%. Primato negativo che sale al 35% se si guarda ai dati relativi ai cittadini stranieri: "L’inclusione degli alunni con cittadinanza straniera – afferma Montanari – è una sfida importante per il sistema scolastico italiano".
Comparando i dati relativi alla situazione dei giovani italiani tra i 15 e i 29 anni rispetto ai coetanei tedeschi, Montanari ha evidenziato il forte gap che separa Italia e Germania anche nel rapporto tra scuola e mondo del lavoro. "Ci troviamo in un’Italia con una bassa percentuale di giovani che studiano e lavorano e un’alta percentuale di giovani che non studiano né lavorano. Contro un 22.5% di giovani tedeschi che studiano e lavorano l’Italia registra solo un 3.5% di giovani impegnati contemporaneamente in un percorso congiunto di formazione e impegno nel mondo del lavoro". Una percentuale esigua, che ci colloca ultimi dopo Spagna (7.6%), Francia (15.4%), Gran Bretagna (19.4%).
Del rapporto tra scuola e mondo del lavoro ha parlato anche Roberto Lancellotti della società di consulenza McKinsey & Company: "Il 40% della disoccupazione giovanile, si parla di 500mila giovani – ha affermato Lancellotti – è legato al problema del mismatch tra scuola e mondo imprenditoriale. In una sistema economico “superpolverizzato” è di fondamentale importanza investire in quella che viene definita "terra di mezzo" vale a dire su tutti quegli organismi ed enti che si occupano di far incontrare il mondo della formazione con quello dell’imprenditoria".
Sull’importanza di un sistema di valutazione nazionale che coinvolga scuole, dirigenti e docenti ha invece parlato Elena Ugolini, Preside Liceo Malpighi di Bologna. "Buona scuola – ha affermato la Ugolini – significa anche dare maggiore responsabilità ai docenti, è impossibile attuare una vera autonomia della scuola senza una leadership che risponda di quello che fa”. Per il 31 luglio 2015, la Ugolini ha annunciato il lancio di una piattaforma nazionale nel quale tutti i cittadini italiani potranno vedere le performance degli istituti italiani determinate in base a 49 indicatori, tra questi, anche la capacità d’inserimento nel mondo del lavoro.