Il mio 19 maggio
Il mio 19 maggio è cominciato presto: è l’ultimo giorno di FORUM PA. Già alla scrivania da un paio d’ore, mi raggiunge la notizia di Brindisi che non sono ancora le nove. Stamane in programma alla Fiera di Roma c’è la premiazione delle scuole: 400 tra ragazzi ed insegnanti che vengono da tutte le parti d’Italia a confrontarsi, conoscere ed essere conosciuti e riconosciuti per la loro capacità di usare la rete per sviluppare e condividere la conoscenza e per formare comunità. Il primo pensiero di fronte all’orrore è sospendere tutto: come sorridere? Come stringere mani? Come fare foto ricordo? Come sperare di fronte a tanto dolore?
21 Maggio 2012
Carlo Mochi Sismondi
Il mio 19 maggio è cominciato presto: è l’ultimo giorno di FORUM PA. Già alla scrivania da un paio d’ore, mi raggiunge la notizia di Brindisi che non sono ancora le nove. Stamane in programma alla Fiera di Roma c’è la premiazione delle scuole: 400 tra ragazzi ed insegnanti che vengono da tutte le parti d’Italia a confrontarsi, conoscere ed essere conosciuti e riconosciuti per la loro capacità di usare la rete per sviluppare e condividere la conoscenza e per formare comunità. Il primo pensiero di fronte all’orrore è sospendere tutto: come sorridere? Come stringere mani? Come fare foto ricordo? Come sperare di fronte a tanto dolore?
Ci penso dieci minuti e decido che invece è meglio andare avanti: c’è anche una scuola che viene da Brindisi a essere premiata, ci stringeremo ad abbracciarli. Credo che la miglior cosa che possiamo fare per contrastare i disegni di chiunque sia a volere tanto male sia continuare a dire che alla violenza e alla selvaggia stupidità, a volte mascherata da sottile strategia, non si può che rispondere con la conoscenza, la coesione e la speranza.
Apriamo la mattina con un commosso minuto di silenzio: a moltissimi dei ragazzi e degli insegnanti in sala, partiti all’alba, sono io che devo dare la notizia. Vedo volti stupiti prima, spaventati e smarriti subito dopo. Poi la mattina prosegue raccontando storie di ordinario eroismo. Perché fare innovazione a scuola: senza mezzi, senza carta igienica ai bagni, senza professori dedicati, ma rubando ore al proprio tempo libero e farlo solo perché ci spinge la passione non saprei definirlo in altro modo che eroismo.
Belle storie, bei volti di ragazzi, ma anche di insegnanti, per la maggior parte donne: determinate, combattive, non rassegnate né buoniste, che danno peso alle cose, ma che non sono disposte a farsi prendere per il naso. Molte dal centro nord, ma molte anche dal sud, da quel sud ancora così penalizzato dalla storia e dalla cronaca.
Questo è stata la mia conclusione di FORUM PA 2012: la storia tragica di questo paese continuamente in bilico tra modernità e barbarie ci ha dato questo e questo abbiamo cercato di vivere al meglio. Ognuno al proprio posto, ognuno con uno sguardo alto, come quello dei ragazzi che salivano, per nulla imbarazzati, sul palco a ricevere un meritato applauso.
Tante parole sono state dette sulla ripresa, lo sviluppo e l’innovazione a FORUM PA 2012, a cominciare dal discorso di Monti all’apertura, tante esperienze sono state raccontate, eppure nessuna mi ha fatto sperare che forse ce la faremo, come questa mattina, cominciata con un dolore indicibile e continuata con racconti di piccole e grandi vittorie contro l’isolamento, contro la stupidità, contro chi dice sempre che non vale la pena, contro chi ti dà del pazzo. Mi è sembrato il modo migliore di ricordare Melissa.