Il nuovo sistema di valutazione nazionale delle Scuole
La valutazione dell’offerta scolastica è un elemento fondamentale di analisi, di progettazione e di miglioramento di un settore strategico del nostro Paese. Riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo sulle novità in materia di valutazione del sistema di istruzione e formazione italiano. Come funzionarà e quali sono gli aspetti ancora da chiarire per garantire un buon avvio a tutta la macchina?
4 Ottobre 2013
Fulvio Benussi*
La valutazione dell’offerta scolastica è un elemento fondamentale di analisi, di progettazione e di miglioramento di un settore strategico del nostro Paese. Riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo sulle novità in materia di valutazione del sistema di istruzione e formazione italiano. Come funzionarà e quali sono gli aspetti ancora da chiarire per garantire un buon avvio a tutta la macchina?
Il decreto del Presidente della Repubblica del 28 marzo 2013, n. 80 ha istituito il nuovo Sistema di Valutazione Nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione (nel seguito SVN). Vi contribuiscono tre soggetti: L’Invalsi Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione, l’Indire Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa e il contingente ispettivo. Nel SNV così delineato manca, a nostro avviso, come quarta soggettività che andava coinvolta, l’insieme delle Scuole autonome in quanto soggetti ultimi in cui si vogliono avviare processi di valutazione condivisa e innescare successive azioni di miglioramento organizzativo.
La diversificazione dei compiti, tra i soggetti vede l’attribuzione:
- A Invalsi del coordinamento funzionale dell’SNV, della predisposizione dei protocolli di valutazione, distribuisce alle singole istituzioni scolastiche gli strumenti necessari alla procedura di valutazione ed è competente a definire gli indicatori per la valutazione dei dirigenti scolastici. Invalsi cura infine la selezione, la formazione e l’inserimento in un apposito elenco degli esperti dei nuclei per la valutazione esterna delle scuole.
- A Indire della definizione e attuazione dei piani di miglioramento della qualità dell’offerta formativa e dei risultati degli apprendimenti degli studenti, anche autonomamente adottati dalle scuole. Indire cura inoltre il sostegno ai processi d’innovazione tesi al miglioramento della didattica centrati sulle nuove tecnologie, con interventi di consulenza e formazione in servizio del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario e dei dirigenti scolastici, anche sulla base di specifiche richieste delle istituzioni scolastiche.
- Il contingente ispettivo concorre a realizzare gli obiettivi dell’SNV partecipando ai nuclei di valutazione esterna.
Il procedimento di valutazione delle istituzioni scolastiche, delineato nel decreto istitutivo del SNV, si sviluppa nelle seguenti fasi:
- autovalutazione;
- elaborazione di un rapporto di autovalutazione e formulazione di un piano di miglioramento;
- valutazione esterna mediante visite dei nuclei di valutazione esterna e ridefinizione dei piani di miglioramento;
- azioni di miglioramento cioè attuazione da parte delle istituzioni scolastiche degli interventi migliorativi;
- rendicontazione sociale e pubblicazione dei risultati raggiunti.
Elementi critici del procedimento di valutazione delle istituzioni scolastiche appaiono essere i seguenti. Innanzitutto l’esito dell’operazione è strettamente connesso al livello di coinvolgimento e di condivisione del personale delle scuole. Questo in mancanza di un sistema di incentivi/sanzioni[1] non è scontato. La domanda che sorge spontanea a riguardo è: cosa accade se malgrado reiterati interventi volti a favorire l’attuazione di percorsi di miglioramento questi: o non vengono svolti, o comunque non hanno alcun esito misurabile in termini di maggiore efficacia formativa ottenuta? Ci si chiede inoltre se tra i dati resi disponibili dal sistema informativo del Ministero le istituzioni scolastiche potranno accedere anche ai dati relativi all’Anagrafe professionalità docenti che sono stati raccolti e, ci risulta, mai diffusi nelle scuole?
In chiusura vogliamo proporre un’ultima riflessione riferita al documento OCSE: Education at a glance 2013 dove nella scheda Paese relativa all’Italia troviamo il seguente esito, forse non previsto:
“Tra il 2005 e il 2011, l’Italia ha conseguito risparmi nei settori dell’istruzione primaria e secondaria di primo grado aumentando il numero di studenti per insegnante. […]
Si potrebbe pensare che una tale misura avrebbe potuto nuocere alle opportunità di apprendimento degli studenti, ma fin qui, tali risparmi sull’istruzione scolastica non hanno compromesso i risultati dell’apprendimento degli studenti: gli esiti per gli studenti quindicenni nella valutazione PISA 2009 sono risultati stabili nelle competenze di lettura (rispetto al 2000) e sono migliorati significativamente in matematica (dal 2003) e in scienze (2006). Di conseguenza, il sistema sembra essersi diretto verso una migliore efficienza nell’uso delle risorse.”
Tale esito, se da un lato ci tranquillizza sulla qualità del sistema educativo italiano, dall’altro fornisce, a nostro avviso, una conferma dell’utilità di monitorare con regolarità il sistema per promuoverne una sempre migliore efficacia. Negli anni considerati, dal 2000 al 2009, si sono svolte regolarmente le somministrazioni nelle scuole dei test Invalsi che crediamo abbiano contribuito all’esito virtuoso misurato dall’OCSE.