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Innovare la scuola oggi per disegnare la società di domani: intervista ad Andreas Schleicher (OCSE) per #RestartItalia

Innovare la scuola oggi per disegnare la società di domani: intervista ad Andreas Schleicher (OCSE)
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In occasione di “FORUM PA 2020 Restart Italia” Daniela Battisti, Responsabile Relazioni Internazionali per il Dipartimento Trasformazione Digitale, ha intervistato Andreas Schleicher, Direttore del dipartimento Education and Skills dell’OCSE. Una conversazione a tutto tondo sullo stato dei sistemi educativi nei Paesi OCSE e in particolare in Italia, a partire dai dati dell’edizione 2020 del Rapporto “Education at a glance”

5 Novembre 2020

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Redazione FPA

Il periodo di emergenza che stiamo vivendo ha riportato il tema della scuola, dell’istruzione, delle competenze al centro del dibattito e dell’agenda politica. Ce ne siamo occupati diverse volte su queste pagine (ecco un esempio) e una delle ultime è stata in occasione della pubblicazione del Rapporto dell’OCSE “Education at a glance” 2020. Ora, in occasione di “FORUM PA 2020 RestartItalia”, Daniela Battisti, Responsabile delle Relazioni Internazionali per il Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, ha realizzato un’intervista proprio al Direttore del Dipartimento “Education and Skills” dell’OCSE, Andreas Schleicher. Un estratto di questa intervista è stato trasmesso durante l’evento di Scenario di FORUM PA Restart Italia “Formazione e competenze digitali per un Paese più inclusivo e competitivo”. Qui vi proponiamo l’intervista completa, un confronto ricco di spunti che vale la pena davvero ascoltare in versione integrale.

Innovare la scuola oggi per disegnare la società di domani: intervista ad Andreas Schleicher (OCSE)

Ecco alcune riflessioni che troverete nel video.

La pandemia ha accentuato i divari, a causa del ricorso “forzato” alle tecnologie per proseguire la didattica. “Per certi versi, la tecnologia ha amplificato le molte disuguaglianze presenti nell’istruzione: quella riguardante l’accesso all’istruzione, quella relativa alla qualità delle risorse digitali, e quella relativa al sostegno ricevuto…Credo che la tecnologia possa amplificare e accelerare degli ottimi processi di apprendimento e insegnamento, ma che non possa sostituire la funzione sociale della scuola”.

Ma la tecnologia apre anche molte opportunità. “Con un po’ di lungimiranza, la tecnologia può diventare un’ottima alleata, poiché può rendere l’apprendimento molto più interattivo e flessibile, nonché molto più granulare…” “È un’arma a doppio taglio. Da un lato, la tecnologia accresce il divario sociale, semplicemente perché l’accesso ad essa è molto diversificato. Ma se si affronta il problema in maniera adeguata, e poi si mettono in campo strumenti che aiutino davvero gli insegnanti a seguire gli studenti in maniera molto più personale e interattiva, credo che la tecnologia possegga il potenziale per contribuire a colmare il divario della disuguaglianza”.

Formazione e mondo del lavoro. “Forse, oggi, la sfida più grande nel mondo dell’istruzione è insegnare meno cose ma in maniera più approfondita, per far sì che gli studenti padroneggino i modi di pensare e poi abbiano gli strumenti per continuare a imparare qualsiasi cosa di cui abbiano bisogno nel momento in cui ne hanno bisogno. Se i giovani studiano tantissimo a scuola, ottengono buoni voti ma non sono motivati all’imparare, saranno estromessi dal mercato molto velocemente nel mondo in cui viviamo”.

La situazione dell’Italia. “Negli ultimi 10-15 anni, si sono registrati molti progressi nel campo dell’istruzione. Il Paese ha investito in maniera cospicua nel personale docente, nei processi di apprendimento, in strumenti come la valutazione…..Lo sforzo compiuto dall’Italia nell’integrazione piena degli studenti con BES ha spinto gli insegnanti a riflettere molto più a fondo sulla diversità, su come diversi studenti imparano diversamente, su come adattare la propria pedagogia ai bisogni dei singoli studenti….il grande interrogativo che mi pongo è se, in particolare con tutte le difficoltà che sta affrontando ora, l’Italia continuerà a investire sul talento umano”.

“Nel corso di questa crisi, si potrebbe perdere di vista qual è il futuro a lungo termine, di cui l’istruzione è parte. Le scuole italiane di oggi saranno l’economia del domani”.

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