La scuola che fa rete guardando al futuro: l’esperienza dell’ITET Einaudi di Bassano del Grappa
In questo momento la scuola deve lavorare su due dimensioni, quella della contemporaneità, per sostenere al meglio i ragazzi durante questi mesi di sospensione della didattica in presenza, e quella del futuro, per restituire una scuola più innovativa e accogliente nel momento in cui si tornerà in aula. Ecco l’esperienza dell’ITET (Istituto Tecnico Economico Tecnologico Statale) “L. Einaudi” di Bassano del Grappa, raccontata dalla dirigente Laura Biancato
25 Marzo 2021
Michela Stentella
Content Manager FPA
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Tutoring, supporto psicologico, sportelli di aiuto allo studio per rispondere alle esigenze del momento, che vedono ancora una volta i ragazzi e gli insegnanti in contatto solo tramite le piattaforme digitali, dato che la didattica in presenza è sospesa in risposta alla crisi sanitaria. Ma anche uno sguardo al futuro, una progettualità che guardi fin da ora al dopo emergenza per disegnare quella che sarà la scuola una volta tornati alla normalità. È il doppio binario che sta seguendo l’ITET (Istituto Tecnico Economico Tecnologico Statale) “L. Einaudi” di Bassano del Grappa, la cui dirigente Laura Biancato ci aveva già raccontato in un’intervista rilasciata a Gianni Dominici nel percorso #RestartItalia la sua visione di scuola innovativa. Siamo tornati da lei per capire come la sua scuola, che comunque ha reagito subito bene all’emergenza dello scorso anno, stia gestendo questa prolungata situazione di emergenza, in un contesto in cui si comincia ad accusare la stanchezza soprattutto da parte degli studenti.
“Al momento il tempo sembra quasi sospeso e dobbiamo lavorare su due dimensioni – sottolinea Laura Biancato – quella della contemporaneità per sostenere al meglio i ragazzi, fornendo un servizio di supporto a tutto tondo, e quella che guarda già al prossimo anno scolastico, perché ci rendiamo conto che a settembre dovremo avere il 200 per cento delle forze in più in quanto a idee e progettualità, dato che rientreremo in presenza con ragazzi completamente diversi e dovremo offrire loro una scuola ancora più accogliente di quella che hanno lasciato”.
Tutoring, sportelli di ascolto e promozione del senso di appartenenza: la risposta al presente
“Oltre alla didattica ordinaria, in modalità sincrona e asincrona, abbiamo messo in piedi una serie di iniziative – racconta Laura Biancato – prima di tutto un progetto di tutoring, che in questo momento riguarda un centinaio di ragazzi seguiti da un docente tutor che li accompagna nel seguire le lezioni a distanza. Un progetto molto importante perché dobbiamo renderci conto che c’è un rischio di dispersione scolastica molto alto, man mano che andiamo avanti con questa situazione. Abbiamo attivato poi dei corsi di recupero per cercare di sostenere i ragazzi anche negli apprendimenti e abbiamo, infine, un counselor e tre psicologi che stanno gestendo uno sportello di ascolto a libero accesso per i ragazzi. Cerchiamo poi di agevolare tutte le iniziative che possono generare un senso di appartenenza alla comunità scolastica. Fino allo scorso anno facevamo incontri con esperti e autori, attività pomeridiane con più classi insieme, attività di volontariato…per non parlare dei viaggi di studio e scambi linguistici. In questo momento stiamo lavorando a dei flash mob virtuali, piccole cose ma che possono servire in un momento come questo. La scuola ha inoltre organizzato per i ragazzi degli incontri sulla cittadinanza digitale, con l’obiettivo di informare su un uso consapevole dei social, nella vita e nella professione. Occasioni importanti di apprendimento inserite nella didattica a distanza e realizzate nell’ambito di una collaborazione con la Camera di Commercio e l’Associazione industriali”.
In questo periodo, inoltre, non sono mancate piccole sperimentazioni legate anche agli ambienti e alle modalità di didattica: a febbraio, in una breve parentesi di riattivazione della didattica in presenza, sono state svolte, infatti, lezioni all’aperto con alcuni kit acquistati a settembre: “Abbiamo acquistato i tavolini portatili Ztools, economici e poco conosciuti, che si possono utilizzare ovunque come supporto per tablet. Così recuperando sedie e vecchie lavagne di ardesia che non usavamo più, perché sostituite dalle LIM, abbiamo attrezzato delle aule all’aperto È una scelta dei docenti, il wi-fi funziona ed è una soluzione molto semplice, economica, funzionale in questo periodo, ma in realtà bella anche in prospettiva”.
Investire sulla formazione dei docenti
“Nella nostra scuola – racconta Laura Biancato – la maggior parte degli insegnanti lavora benissimo con le tecnologie e anche i docenti più anziani hanno fatto un grandissimo sforzo per adattare la loro metodologia al digitale. La scuola ha organizzato comunque una serie di incontri dedicati ai docenti tra novembre e fine febbraio, con appuntamenti settimanali sulla didattica digitale integrata. Abbiamo chiamato questo percorso ‘Didattica oltre’ che vuol dire ‘oltre l’ostacolo, oltre la pandemia’. Lo abbiamo fatto in rete io e la collega Alessandra Rucci, Dirigente dell’IIS Savoia Benincasa di Ancona, coinvolgendo i docenti di entrambe le scuole e chiamando formatori conosciuti a livello nazionale. Un’iniziativa andata benissimo, come testimoniato da un questionario poi mandato ai partecipanti, che ha scatenato molta energia e idee da parte dei docenti, essendo un corso molto operativo, che ha fornito tanti strumenti sull’utilizzo delle tecnologie e su come integrarle anche nella didattica in presenza”.
Guardare oltre: lavorare sugli ambienti di apprendimento e fare rete
Sono questi i due temi su cui principalmente si sofferma Laura Biancato quando parliamo di come lavorare per progettare il ritorno alla normalità, che ci auguriamo arrivi presto.
Partiamo dal tema degli ambienti di apprendimento: proprio in questo periodo si sta già lavorando per rivedere e rendere più accoglienti diversi spazi all’interno della scuola, favorendo la logica laboratoriale, lo scambio e la flessibilità. “Il contenitore è fondamentale – sottolinea Biancato – deve fornire stimoli, ci sono delle regole per predisporre gli spazi a scuola che vanno dalla flessibilità massima per ambienti che possono cambiare uso e destinazione alla gradevolezza degli stessi ambienti, legata ai colori e agli arredi scelti, al posto di un’idea di scuola standardizzata e piatta”.
Infine, il tema centrale della rete tra i dirigenti e le scuole, il senso di una comunità che trae valore dal confronto e che ancora di più, in quest’ultimo anno, ha generato occasioni di mutuo aiuto e reciproco scambio. Un patrimonio da non disperdere. “Il cambiamento spesso arriva dal basso – conclude Laura Biancato – la mia scuola fa parte della rete di Avanguardie Educative di Indire, una rete strutturata che ha permesso di fare corpo comune tra scuole che stavano faticosamente cercando di colmare il gap col resto d’Europa. Ma ci sono anche tante reti informali, tra dirigenti che si trovano in sintonia sulla stessa visione della scuola. Si fa rete anche sui social, con gruppi professionali molto interessanti, per esempio io sono su un gruppo Facebook che mette insieme 4mila dirigenti scolastici (più della metà dei dirigenti italiani) che consente scambio di idee e buone pratiche. In quest’ultimo anno penso di aver lavorato per metà del mio tempo anche per altre scuole oltre a quella che dirigo, per esempio attraverso webinar e iniziative di formazione per dirigenti e docenti, e questo è stato molto importante, va valorizzato soprattutto in questo momento di isolamento ed emergenza, ma anche in prospettiva”.