Lanciata la rete che collega i ricercatori europei con il Giappone
La Commissione europea ha ufficialmente lanciato la rete dei ricercatori europei in Giappone. Attraverso questa rete, la Commissione aiuta i ricercatori ad incrementare i loro contatti e offre loro accesso a informazioni riguardanti sviluppo della carriera, finanziamenti per la ricerca e opportunità di cooperazione Europa-Giappone. Il Giappone ospita diverse migliaia di ricercatori europei, i quali potrebbero diventare un importante strumento per collegare il Giappone con lo Spazio europeo della ricerca (SER).
19 Giugno 2008
Letizia Pica
La Commissione europea ha ufficialmente lanciato la rete dei ricercatori europei in Giappone. Attraverso questa rete, la Commissione aiuta i ricercatori ad incrementare i loro contatti e offre loro accesso a informazioni riguardanti sviluppo della carriera, finanziamenti per la ricerca e opportunità di cooperazione Europa-Giappone. Il Giappone ospita diverse migliaia di ricercatori europei, i quali potrebbero diventare un importante strumento per collegare il Giappone con lo Spazio europeo della ricerca (SER).
"I ricercatori europei che lavorano in Giappone rappresentano un patrimonio di sapere e esperienza," ha detto Janez Potocnik, il commissario europeo per la Scienza e la ricerca. "Sono gli ambasciatori della ricerca europea in Giappone e questa rete sarà un importante strumento per rafforzare la collaborazione nella ricerca tra Europa e Giappone."
Con il nome di EURAXESS-Links, la rete avrà il compito di fornire una serie di servizi:
– un sito web contenente informazioni sui finanziamenti alla ricerca, carriera e opportunità di lavoro al livello dello Stato membro e dell’UE, e anche strumenti interattivi per lo scambio di informazioni;
– messaggi e-mail di avvertimento di nuove opportunità;
– una newsletter via e-mail;
– informazioni su networking, incontri e eventi;
– partecipazione e organizzazione di fiere dedicate alle professioni e laboratori che permettano ai ricercatori di stabilire legami con il mondo dell’industria, gli istituti di ricerca e altri potenziali datori di lavoro.
FONTE: Cordis